Centaurus, la nuova variante del Covid: quant’è pericolosa e come stanno le cose

Il Covid non lascia in pace l’Italia e il mondo intero. E purtroppo questo è un dato di fatto, non tanto per la vita che stiamo conducendo, ma perché comunque le varianti continuano a rincorrersi e con molti Paesi che ormai non gli stanno più dietro, fidandosi di immunità e vaccino. La prossima, anche se non è ancora certo, potrebbe essere Centaurus, rilevata in India. La sua pericolosità per ora non desta grandi preoccupazioni rispetto a chi l’ha preceduta: ecco tutto quello che si sa a riguardo, almeno per il momento.

Covid
Il personale sanitario a lavoro per contrastare l’emergenza Covid-19 – lettoquotidiano.it

Il Covid non va in vacanza e questo forse è anche banale dirvelo, ma si tratta dell’attualità delle cose, quello che tutti noi, cittadini del mondo, stiamo vivendo negli ultimi giorni. E questo è ovvio, anche perché il picco dell’ultima ondata è arrivato, almeno in Italia, poco oltre la metà di luglio e comunque i casi ancora non sono bassissimi, che almeno qualcuno di voi lettori sarà in quarantena o contatto stretto. Ma, non bastasse tutto questo, ora si presenta all’orizzonte lo spettro di una nuova variante che per ora è stata rilevata in India. Viene chiamata Centaurus e ora proveremo a spiegarvi di cosa stiamo parlando.

Il Covid causa ancora problemi per via delle varianti

Ricordate i tempi in cui del Covid sapevamo poco o nulla? Quando tutti eravamo tappati in casa, senza vaccino, con le attività chiuse e senza poter vedere parenti e amici che non fossero conviventi? Quando si ipotizzava che, con il caldo dell’estate, il virus potesse essere cancellato – si parlava addirittura della sabbia calda – o comunque depotenziato? Ma che domande… Certo, sapete tutti di cosa stiamo parlando.

Perché le memorie del virus che da due anni e mezzo fa sta ledendo la vita di tutti gli italiani sono impossibili da cancellare, e forse non vogliamo neanche farlo. Perché, a causa del Covid, c’è chi ha perso amici, parenti, conoscenti e colleghi. C’è chi ha perso la vita o comunque ne ha visto ridursi drasticamente la qualità, che comunque non è roba di poco conto.

Ora il problema si sta pian piano, e non senza fatiche, ridimensionando. Perché, innanzitutto, è arrivato il vaccino e con diverse dosi a garantirci sicurezza in più, anticorpi e le terapie intensive decisamente più vuote. E poi perché molti di noi il virus l’hanno anche passato e superato e questo ci ha garantito un’immunità naturale che è un fattore considerevole per interrompere la catena di contagi che comunque continua ad affliggerci.

Covid India
La vita nelle scuole in India in tempi di diffusione del Covid – lettoquotidiano.it

Sì, perché la curva del Covid è argomento attuale e non ci lascia in pace, neanche nei mesi più caldi. Basti pensare a quanto successo a giugno e luglio, quando i casi e l’indice di positività sono tornati a salire a dismisura (che è ancora più importante in un’epoca in cui il numero di tamponi e quindi di casi rilevati sono in discesa).

E questo, tornando a quei tempi in cui tanto era ignoto riguardo al virus, magari in molti non se l’aspettavano. Tanta colpa si può attribuire alle varianti. Non si tratta di altro, detto in termini più semplici possibile, di mutazioni che il Covid, evolvendosi, riesce a procurarsi. Come se con il tempo il virus riesca a sopravvivere adattandosi, che è un po’ quello che la specie ha consegnato all’umanità.

Ma comunque oggi, nonostante tutto, viviamo in una società più libera da ricoveri in terapia intensiva, sussidi per la respirazione, polmoni congestionati e decessi. Soprattutto se li consideriamo in proporzione al numero di casi, che comunque diverse volte sono arrivati oltre il limite di guardia e che tornano periodicamente ad attanagliare la quotidianità di tutti i cittadini, a lavoro come nello svago e nel tempo libero.

E proprio a proposito di varianti, è importante prevenire e capire cosa sta succedendo in altre parti del mondo, per comprendere anche cosa aspettarci. Per questo, l’attenzione resta alta per Centaurus, come hanno deciso di chiamare l’ultima mutazione del virus che potrebbe causarci dei problemi. Ma vediamo quali rischi potremmo correre.

Centaurus è l’ultima (possibile) variante di un Covid che non vuole smettere di esistere

Il Covid, quindi, si riproduce, attacca l’ospite, viene espulso o causa la malattia. Poi muta. Come le tessere di un domino che, se non viene interrotto, continua a procurare nuove ondate che politica e sistema sanitario devono fronteggiare, non senza difficoltà.

Il mondo intero, dunque, continua ad aspettare che le varianti diventino sempre meno pericolose, e quindi che questo Coronavirus diventi endemico, come altri della sua famiglia. Ma intanto non è ancora tempo di urla di gioia e party liberatori, perché nell’ultimo periodo abbiamo dovuto fare i conti con le ondate causate dalla variante BA.5.

I ricercatori, per fortuna, non stanno con le mani in mano e, anzi, cercano di anticipare le prossime mosse del virus, per non farci sorprendere ancora una volta e non tornare a quell’inizio catastrofico che fu. Gli ultimi campi di ricerca riguardano la sottovariante Omicron BA.2.75, che ha già un soprannome ed è appunto “Centaurus”. È stata trovata in India, dove sta comunque crescendo rapidamente.

Se n’è occupato anche “Nature”, che ha lanciato un vero e proprio allarme. Però, fermi lì e mettiamo le mani avanti, perché è ancora presto per capire quanto riuscirà a diffondersi questa variante e con quale pericolosità, al di là delle previsioni. Dunque, niente allarmismi ma solo un po’ di consapevolezza in più.

In India, infatti, anche se rilevata la presenza di Centaurus, non sembrano aumentare notevolmente, almeno per il momento, i tassi di ospedalizzazione e mortalità. Ma, in realtà, il problema non è assolutamente solo dell’India, dato che BA.2.75 è stata rilevata in più di 20 paesi in tutto il mondo. I ricercatori lavorano e restano vigili per capire di quanto aumenteranno il numero di casi.

A riguardo, comunque, sono già stati effettuati una serie di studi e indicano che non c’è grande differenza rispetto alla variante precedente, in termine di capacità di schivare l’immunità che la maggior parte della popolazione si è procurato attraverso le dosi di vaccino e l’esperienza diretta con il virus.

Centaurus, quindi, potrebbe non essere quell’innesto per portare i casi al di fuori di dove è presente finora il virus. Potrebbe dunque trattarsi – e non è ottimismo – di una variante incapace di diffondersi, proprio mentre l’immunità è a livelli alti in una determinata popolazione. O prima che si verifichi l’unione di più varianti extra.

Un problema potrebbe, dunque, essere causato dal fatto che la sorveglianza delle varianti del Covid non è più il primo dei problemi per molti paesi. L’India, in ogni caso, sembra attualmente l’epicentro della diffusione di BA.2.75 (Centaurus, appunto). E questo possiamo dirlo alla luce dei numeri, dato che i ricercatori, proprio in India, hanno sequenziato più di mille campioni di questa nuova variante in poco più di tre mesi.

E c’è di più, perché gli ultimi studi indicano che circa due terzi dei nuovi casi sono, ad oggi, causati proprio da BA.2.75, in India. A dirlo con sicurezza è Shahid Jameel, virologo dell’Università di Oxford, nel Regno Unito. Non si tratta di una personalità di poco conto nel settore, dato che ha guidato il consorzio indiano di sequenziamento del Covid.

Questo è quello che sappiamo attualmente e qui ci dobbiamo fermare, per diversi motivi. Innanzitutto perché non possiamo conoscere, attualmente, quanto potrà muoversi la variante e quali danni potrebbe procurare. E poi soprattutto perché non sappiamo che risposta potrebbero dare i vaccini che possiamo utilizzare attualmente, in attesa che ne arrivino di nuovi ad hoc per le varianti, e comunque gli studi stanno andando avanti anche su questo fronte.

Insomma, in India come in Italia e in tutto il mondo, il Covid resta quell’elefante nella stanza che può relegarci solo a una parvenza di normalità. Ma che comunque rappresenta un problema che stiamo cercando di controllare, attraverso lo studio dei ricercatori, le novità terapeutiche, il vaccino e la prevenzione. Oltre quelle misure di igiene e sicurezza personale che hanno rappresentato la stella polare dell’informazione fin dall’inizio della pandemia. Quindi, andiamo avanti, anche se con qualche difficoltà, e senza abbatterci. Perché Centaurus potrebbe essere il prossimo nemico a essere sconfitto e relegato alla storia. Che forse, un giorno, nessuno vorrà più rispolverare.

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