Dopo Federico Carboni, la Commissione medica dell’Azienda sanitaria unica regionale delle Marche ha dato il via libera alla somministrazione del farmaco letale per il suicidio assistito anche ad Antonio, un altro 44enne tetraplegico, supportato sempre dall’Associazione Luca Coscioni del tesoriere, Marco Cappato
Antonio, che è un nome di fantasia, prima di ricevere il parere positivo sul farmaco che dovrà usare per porre fine alla sua sofferenza, e alla sua vita, aveva pensato di intraprendere anche lui la strada per la Svizzera, ma ora si dice contento di poter morire vicino ai suoi cari.
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Dopo Mario, al secolo Federico Carboni, un altro marchigiano, 44enne e tetraplegico, potrà porre la parola fine alle sue sofferenze e morire assieme ai suoi cari. L’Azienda sanitaria unica regionale delle Marche, nella fattispecie la Commissione medica, infatti, ha dato oggi il via libera ad Antonio (che in realtà non è il suo vero nome) per la somministrazione del farmaco con cui potrà ottenere il suicidio medicalmente assistito.
Un’altra battaglia vinta dall’Associazione Luca Coscioni (e dallo stesso Antonio), che lo ha affiancato nel suo percorso. Come era stato anche per Federico, e soprattutto per Fabiano Antoniani, meglio conosciuto come dj Fabo, accompagnato dal tesoriere, Marco Cappato, in Svizzera per ricorrere sempre al suicidio assistito e per cui lo stesso radicale era stato indagato per aiuto al suicidio.
In quell’occasione, però, era stata la Corte costituzionale, adita dal corte d’assise di Milano, a creare un precedente e a dare un’interpretazione della vicenda in una storica sentenza che ha legalizzato, con il sussistere di determinate condizioni, alla somministrazione di un farmaco per il fine vita.
A proposito di questo, il marchigiano, che è diventato tetraplegico nel 2014, stava da tempo aspettando un parere sul medicinale, e aveva vagliato anche altre opzioni per smettere di soffrire. Nella situazione di stallo che si era creata, Antonio aveva anche pensato di andare anche lui nel paese elvetico per attuare la procedura, che ora si è sbloccata in Italia.
“Stavo per riprendere i contatti con la struttura Svizzera che avevo contattato prima di questo percorso ma oggi, alla notizia della conferma del farmaco e delle modalità che potrò seguire, sono felice di poter avere vicino i miei cari qui con me, a casa mia fino all’ultimo momento“, ha detto. “Inizio ora a predisporre ogni cosa al fine di procedere in tempi brevi con il suicidio assistito“, ha concluso Antonio.
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Il tema sul fine vita è molto delicato, e non tutti la pensano alla stessa maniera, ma un punto si deve mettere. Anche perché, nella sentenza della Consulta richiamata in precedenza, gli stessi giudici costituzionali avevano richiesto un intervento del legislatore, quindi del Parlamento, in materia.
Qualcosa, di fatto, si era anche mosso in questo senso, non tempestivamente – la pronuncia della Corte costituzionale risale al settembre del 2019 -: nel marzo del 2022, la Camera ha infatti approvato un testo sulla morte volontaria medicalmente assistita, in cui si prevede anche l’introduzione dell’obiezione di coscienza, che ha incontrato il parere negativo di Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Coraggio Italia e Noi Con l’Italia, in pratica la coalizione del centrodestra.
Non risulta, infatti, tra le priorità dei tre leader, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi quella di legiferare sul fine vita una volta arrivati a ottenere la maggioranza dei seggi tra Montecitorio e Palazzo Madama, che non ha mai approvato il testo su cui i deputati hanno dato il via libera.
Rientra, invece, tra le urgenze della coalizione del centrosinistra, con il Partito democratico che ha inserito il suicidio assistito nel manifesto con cui si presenterà alle prossime elezioni. Così come lo è per il MoVimento 5 stelle di Giuseppe fin.