L’eredità (positiva) delle Olimpiadi va in scena agli Europei

Il mondo dello sport non è solo una questione di pallone, e quindi di calcio. Almeno ogni quattro anni ci si ricorda che esistono anche la pallavolo, la pallanuoto, la scherma, il nuoto, l’atletica, e per questo si deve dire grazie soprattutto alle Olimpiadi. Nella passata edizione dei giochi a cinque cerchi, l’Italia ha infranto tutti i record, portando a casa 40 medaglie. Oggi, a distanza di un anno, si continuano a raccogliere i frutti agli Europei soprattutto di nuoto e di atletica

Jacobs
Il centometrista e campione olimpico, Marcell Jacobs, che esulta per la vittoria agli Europei di Monaco – lettoquotidiano.it

Da Marcell Jacobs, quasi campione olimpico per antonomasia, ai successi di Roma nel cloro, le sorprese di Tokyo sono diventate delle bellissime conferme.

Le sorprese delle Olimpiadi sono diventate delle certezze agli Europei

Accanto alle solite medaglie della scherma, che a Tokyo non hanno brillato del colore del metallo più prezioso, la trentaduesima edizione delle Olimpiadi – disputata con un anno di ritardo rispetto alla tabella di marcia e per colpa del Covid – ci ha regalato delle sorprese, e delle emozioni, che rimarranno per sempre impresse nella mente dei tanti appassionati.

Non ce ne vogliano i campioni d’Europa del commissario tecnico Roberto Mancini, che pure a Wembley ci hanno fatto vivere un sogno – e a Palermo, contro la Macedonia del nord, ci hanno fatto precipitare di nuovo in incubo non qualificandosi per la seconda volta di fila ai Mondiali -, ma l’impresa di Marcell Jacobs è qualcosa che neanche da addormentati avremmo mai pensato di vivere.

Un italiano è stato, il primo agosto del 2021, l’uomo più veloce del mondo, ha vinto l’oro da solo nella gara che rimanda ai giochi a cinque cerchi più di qualunque altra, e poi ha bissato il successo individuale portando anche Lorenzo Patta, Fausto Desalu e Filippo Tortu a salire sul gradino più alto del podio nella staffetta 4×100.

Fa ancora un certo effetto parlarne, specie perché, quest’anno, l’atleta di Desenzano del Garda dal padre statunitense (e dal nome pure) pareva non riuscisse a ingranare le marce per sprintare a tutto gas, complice anche un infortunio alla coscia. Ha dovuto rinunciare ai Mondiali di Montreal, ma a Monaco, agli Europei, non solo c’è stato, ma ha anche vinto l’oro (di nuovo). In 9 secondi e 95 centesimi, un po’ di più rispetto a quel magico primo agosto di un anno fa, Jacobs è stato ancora una volta l’uomo più veloce. E c’è ancora da correre la staffetta.

Poi c’è il nuoto. Negli Europei in scena nella bellissima cornice del Foro Italico di Roma, l’Italia non solo ha confermato il trend positivo delle Olimpiadi di Tokyo e dei Mondiali di Budapest, ma al momento guida anche la classifica del medagliere con 19 ori, 19 argenti e 14 bronzi, per un totale di 52 podi conquistati.

Anche senza Federica Pellegrini, ora accomodata sugli spalti, o forse proprio grazie alla Divina che in quasi vent’anni di carriera è stata la regina delle acque clorate, gli azzurri sono diventati imbattibili.

Europei di nuoto, i nuovi eroi del cloro sono italiani

Ad aprire le danze, nel primo giorno di gare, ci ha pensato Alberto Razzetti, che ha vinto i 400 metri misti – oggi ha conquistato l’argento nei 200 misti, e ieri il bronzo nei 200 farfalla -, inaugurando sinfonie, molto simili all’inno di Mameli, che non fanno che farci sorridere.

Paltrinieri
Il mezzo fondista (e anche fondista), campione del mondo e olimpionico, Gregorio Paltrinieri, alla presentazione degli Europei di nuoto di Roma – lettoquotidiano.it

E questi nomi, molti nuovi, altri sconosciuti ai più, fra non molto, siamo sicuri, saranno famosi anche per chi il nuoto non lo segue affatto, un po’ come è successo per Gregorio Paltrinieri. Il mezzo fondista e fondista di Carpi ha trionfato nei suoi 1500 stile, è arrivato secondo negli 800, e deve ancora tornare alle sue acque libere, le stesse in cui a Tokyo ha conquistato un bronzo (e aveva i postumi della mononucleosi) e a Budapest l’oro.

Rispetto all’Ungheria e, in parte al Giappone, ha avuto la sua rivincita anche Simona Quadarella. La nuotatrice romana senza la statunitense Katie Ledecky e l’australiana Kiah Melverton, che sono di un altro pianeta, non ha proprio rivali, e quindi gli ori degli 800 e dei 1500 stile libero sono finiti al suo collo.

Poi ci sono i prodigi: Nicolò Martinenghi e Thomas Ceccon su tutti. Il nuotatore di Varese tra Budapest e Roma ha vinto cinque ori e due argenti: ha trionfato nei 100 (due volte) e nei 50 rana, e sempre due volte ha trascinato anche la staffetta maschile mista al gradino più alto, un modo bellissimo per mandare un segnale per Parigi 2024. Così come per Ceccon, che ha anche il record del mondo nei 50 dorso conquistato ai Mondiali, e che agli Europei ha sbaragliato la concorrenza a volte da solo (nei 50 farfalla e nei 100 dorso), a volte con i compagni, nella 4×100 mista, per esempio.

Nell’Italia che brilla, c’è anche una ritrovata Benedetta Pilato. Sfortunata a Tokyo, ma imbattibile a casa sua, la ranista ha vinto l’oro nella sua specialità sulla distanza dei 100 metri e ha preso l’argento nei 50.

Se non bastasse, poi, l’Italia ha vinto nel nuoto sincronizzato, nei tuffi (e anche qua senza Tania Cagnotto a trascinare) e nel nuoto artistico. Mentre mancano ancora quattro giorni alla conclusione di un sogno che, per ora, è una realtà bellissima.

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