Il confronto televisivo tra Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ed Enrico Letta, segretario del Partito democratico, ovvero i due schieramenti che si candidano a essere i più votati alle prossime politiche del 25 settembre, ci sarà. Ma la decisione della Rai accende le polemiche, soprattutto tra i candidati del terzo polo, Carlo Calenda e Matteo Renzi
Da qui, la replica della tv pubblica che annuncia che nella prima serata di “Porta a porta di giovedì 22 settembre che ospiterà il confronto di un’ora tra Enrico Letta e Giorgia Meloni moderato da Bruno Vespa sono stati invitati a partecipare anche Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio e Carlo Calenda. Ciascuno sarà intervistato per mezz’ora con modalità da stabilire”, scatenando le ire anche di +Europa e di Si/Verdi
Elezioni 25 settembre, il confronto tv tra Meloni e Letta fa infuriare il terzo polo di Renzi e Calenda
Giorgia Meloni ed Enrico Letta sono, sondaggi alla mano, i leader dei due partiti che fino alla fine ci terranno con il fiato sospeso: chi dei due vincerà le politiche del 25 settembre? Se sulla coalizione, ormai, non ci sono più dubbi, infatti, non si può dire lo stesso di chi le trascina, e il testa a testa ci sarà fino alla fine.
Pure ieri, le polemiche, anzi la lite a distanza tra la numero uno di Fratelli d’Italia e il segretario del Partito democratico ha tenuto compagnia ai tanti amanti della politica, e dando ulteriore credito a chi li vede come i Sandra e Raimondo della cosa pubblica – in realtà sono gli stessi leader, in tempi non sospetti, a essersi definiti tali.
Il confronto, vis a vis, ci sarà poi ufficialmente il 12 settembre sul sito del Corriere.it e giovedì 22, a tre giorni dalle elezioni, negli studi di Porta a porta su Raiuno.
Fin qui nulla di male, oppure no. Perché la decisione della tv pubblica non è stata accettata per nulla dai centristi del terzo polo, Carlo Calenda e Matteo Renzi, che, appresa la notizia, hanno iniziato una battaglia contro la decisione (che ha anche portato i suoi frutti).
Il primo a intervenire, su Twitter ovviamente, sulla questione è stato il leader di Azione. “Vi spiego cosa sta succedendo sui confronti. Letta e Meloni stanno dicendo a Rai (Bruno Vespa) e al Corriere che sono pronti a confronti solo tra di loro. Vogliono continuare questa stucchevole telenovela Sandra e Raimondo. Oggi scriveremo agli editori e ad Agcom”, ha scritto l’ex ministro dello Sviluppo economico.
Vi spiego cosa sta succedendo sui confronti. Letta e Meloni stanno dicendo a Rai (Bruno Vespa) e @Corriere che sono pronti a confrontarsi solo tra di loro. Vogliono continuare questa stucchevole telenovela Sandra e Raimondo. Oggi scriveremo agli editori e ad agcom. pic.twitter.com/2VhQSmHzmw
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) August 20, 2022
Poi un ulteriore attacco, ancora più polemico e duro del primo. “Neanche in Russia la televisione pubblica organizzerebbe un confronto due giorni prima del silenzio elettorale escludendo due coalizioni. Intervenga subito l’Agcom, Cda Rai e Fuortes. E a Enrico Letta dico: è questa roba qui che insegnavi in Francia? Vergogna”, ha rincarato la dose Calenda.
Neanche in Russia la televisione pubblica organizzerebbe un confronto due giorni prima del silenzio elettorale escludendo due coalizioni. Intervenga subito @AGCOMunica, CDA Rai e Fuortes. E a @EnricoLetta dico: è questa roba qui che insegnavi in Francia? Vergogna. pic.twitter.com/6iJ5varoIp
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) August 20, 2022
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il suo alleato e leader di Italia Viva, Renzi, che ha detto: “Credo che il confronto vada fatto a quattro: Meloni, Letta, Calenda e Conte. Gli italiani dovere di sapere tra M5s, terzo polo, Pd e alleati, e centrodestra chi è più credibile. Faccio un appello al presidente e al dg Rai: non ci siano scherzi su questo, il confronto va fatto a quattro”.
Ma non solo i due capi politici hanno spiegato le loro ragioni, sulla questione sono intervenute anche le nuove arrivate in Azione e ministre, Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, e il segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, ora in Iv, che in una lettera al presidente, Alberto Barachini, pubblicata anche su Facebook ha scritto che “sarebbe una gravissima ingerenza sull’autonomia del servizio pubblico e costituirebbe una violazione pesante della par condicio, perché le coalizioni in campo che hanno rappresentanza parlamentare sono quattro e non due”.
Elezioni 25 settembre, la Rai torna sui suoi passi: sarà dato spazio anche a Salvini, Conte, Berlusconi, Di Maio e Calenda
Scatenata la tempesta, la Rai ha fatto marcia indietro. In un’altra nota, stavolta della trasmissione Porta a porta, si fa sapere che nella puntata di giovedì 22 settembre “che ospiterà il confronto di un’ora tra Enrico Letta e Giorgia Meloni moderato da Bruno Vespa sono stati invitati a partecipare anche Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio e Carlo Calenda”.
L’idea della Rai è quella di interviste di mezz’ora, con modalità ancora da stabilire, per ciascuno dei candidati. Fanno sapere, inoltre, che sono anche pronti “a ospitare altri confronti nella stessa serata se ne maturassero le condizioni”.
Tutto è bene quel che finisce bene? No, macché. Perché a passare dalla parte degli scontenti, ora, ci sono tutti i partiti che non sono stati inclusi e che, come Lega, MoVimento 5 stelle, Forza Italia, Impegno Civico e Azione, correranno alle prossime politiche. C’è +Europa di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova, per esempio, ma anche la lista di Sinistra Italiana ed Europa Verde di Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi.
In un comunicato diffuso dal partito in coalizione con il Pd hanno scritto: “C’è un evidente refuso: l’assenza di Emma Bonino e di +Europa. Così come è evidente che nella carrellata dei leader nello spot che pubblicizza la programmazione elettorale di Porta a porta, si ripeta il ‘refuso’ dell’assenza di Emma Bonino. Certi che la redazione provvederà, auguriamo buon lavoro”.
Anche Si-Verdi hanno fatto sapere la loro posizione attraverso una nota congiunta dei tre capi politici: “Non si capisce perché, avendo invitato leader di coalizione, si siano aggiunti alcuni altri leader di lista, senza che ci siano tutti e si scelgano solo Salvini, Berlusconi e Di Maio. È evidente una palese violazione della par condicio se rimanesse questo schema che i vertici della Rai dovrebbero spiegare alle autorità di garanzia e alla magistratura”.
Opinione espressa ancora una volta anche da Anzaldi, che su Facebook, nonostante il cambiamento in corsa della Rai, ha continuato ad attaccare la scelta di escludere alcuni esponenti di alcuni partiti. “La Rai si appresta a perpetrare una gravissima violazione della par condicio – si legge nel post -: triplo spazio alla destra, con tempo a Meloni, Salvini e Berlusconi, e triplo spazio alla sinistra, con un’ora data a Letta e mezz’ora a Di Maio, rispetto ai soli trenta minuti per il terzo polo di Calenda. Siamo di fronte a una situazione senza precedenti”.