Un grande passo avanti nella scienza è avvenuto in queste ore, all’azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli, dove è stato eseguito un trapianto di reni con mini robot.
Grazie a questa nuova tecnologia mini invasiva la degenza è rapida e anche la ripresa funzionale.
Trapianto innovativo alla Federico II
Ci troviamo a Napoli, precisamente all’ospedale Federico II, azienda con annessa università dove in queste ore è stato eseguito un trapianto di reni davvero diverso dal solito.
Grazie all’ausilio di un avanzatissimo mini robot infatti, una donna ha potuto donare uno dei suoi reni alla madre malata. Entrambe sono state assistite dal team del professor Roberto Troisi, che dirige il Programma Trapianti dell’ospedale.
Insieme al collega Roberto Montalti, ha effettuato l’intervento con una tecnica a dir poco innovativa, infatti il prelievo dell’organo, in questo caso il rene, è avvenuto tramite chirurgia mininvasiva robotica, in poche parole un piccolo robot che porta diversi benefici rispetto la tecnica tradizionale.
Tramite questa chirurgia infatti c’è una maggiore precisione e anche una riduzione del dolore post-operazione. I tempi di degenza inoltre sono molto ridotti e c’è un recupero più rapido delle funzionalità.
Ovviamente si tratta di una tecnica che può essere utilizzata per il trapianto di altri organi, per ora però è stata utilizzata per lo più sui reni, in particolare in questa azienda ospedaliera sono stati effettuati 6 trapianti dall’inizio dell’anno.
Grazie alle ricostruzioni virtuali tridimensionali dell’anatomia dell’organo e di tutte le strutture vascolari, la definizione è impeccabile e quindi l’equipe può lavorare meglio.
Le informazioni trasmesse dalla piattaforma robotica sono precise e nitide, consentendo così un risultato perfetto, infatti le pazienti sono già state dimesse senza nessuna complicazione.
Commovente la storia della donna che da piccola, aveva visto soffrire la nonna per una malattia ai reni, così quando anche sua madre accusava disturbi per questa patologia ereditaria non ci ha pensato un attimo e ha donato il suo rene.
Per le due ci sono stati periodi differenti di ripresa, comunque molto rapidi: 6 giorni per la ricevente che ora dovrà seguire la dialisi periodica e appena 2 per la donatrice.
Il parere degli esperti
Si tratta di una grande conquista in campo chirurgico e gli esperti sono entusiasti dei risultati, tra cui il medico anestesista Giuseppe De Simone e gli assistenti che seguono le donne per il percorso di ripresa, ossia i dottori Rosa Carrano e Fabrizio Salemi.
Anche il coordinatore Roberto Troisi ha speso ottime parole per il progetto
“Grazie a questo approccio robotico i rischi sono minori, perché è una tecnica minimamente invasiva che necessita di pochi minuscoli fori e una piccola incisione. il dolore post-operatorio è minore e la precisione maggiore, anche se si tratta di operazioni complesse”.
Da sottolineare che solo pochi centri in Italia eseguono l’intervento del rene con questa tecnica, ovviamente il Federico II è fra questi.
Uno dei punti di forza del centro Trapianti di Napoli è anche il ridotto tempo richiesto per preparare donatore e ricevente, che grazie a questo progetto si riduce ulteriormente e ad oggi è inferiore ai 40 giorni.