Neanche il tempo di aprire a un governo con il Partito democratico che Giuseppe Conte, capo politico del MoVimento 5 stelle, torna indietro sui suoi passi. “La prospettiva di dover lavorare con altre forze politiche ci piò stare”, ha detto prima davanti a Lucia Annunziata. Poi la retromarcia: “Nelle condizioni attuali con i vertici nazionali del Pd folgorati dell’agenda Draghi non potremmo nemmeno sederci al tavolo”, ha precisato su Twitter
Ma il leader pentastellato ha parlato anche di Giorgia Meloni, e del fatto che i Cinque stelle siano considerati una forza politica “scomoda“.
Conte apre a un governo con il Pd, poi fa retromarcia
La storia d’amore tra Giuseppe Conte e il Partito democratico è finita nel momento esatto in cui il presidente del MoVimento 5 stelle ha deciso di staccare la spina all’esecutivo guidato dall’ex presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi. Eppure dal 2019 fino a un mese fa tutto andava, più o meno, a gonfie vele.
Da certe situazioni, però, non si torna indietro, o forse no. Perché se prima dell’inizio dell’esperienza del governo giallorosso, capitanato dall’avvocato di Volturara Appula, nessuno avrebbe mai scommesso che tra i dem e il movimento fondato da Beppe Grillo si sarebbe mai riusciti a sedersi a un tavolo assieme – e di questo ne sa qualcosa soprattutto Pier Luigi Bersani -, poi le cose sono cambiate. E per il bene comune, e degli italiani nella fattispecie, Pd e M5s sono riusciti anche ad andare avanti, insieme, in piena emergenza pandemica.
Dalla non fiducia votata dai pentastellati a Draghi, ecco, da quello no. I piani erano quelli di una coalizione con entrambe le forze a correre verso lo stesso obiettivo: arginare il centrodestra; ma nel tempo di un niente il segretario Enrico Letta ha chiuso ogni possibilità anche solo di confronto, e Conte ne ha preso atto. Nonostante a candidarsi come due forze separate potrebbe non guadagnarci né il Partito democratico, né tantomeno il MoVimento 5 stelle.
Oggi un nuovo capitolo della storia d’amore poteva essere scritto, anzi sembra essere stato scritto, ma neanche il tempo di girare pagina che le cose stavano di nuovo come le si era lasciate prima.
Ospite di “Mezz’ora in più”, programma di Lucia Annunziata su Rai Tre, l’ex presidente del Consiglio aveva detto: “Mi auguro di governare da solo ma questo dipende dai cittadini. Realizzare un monocolore diventa un po’ improbabile, quindi la prospettiva, domani, di dover lavorare con altre forze politiche, a partire dal Pd, ci può stare, ma le delusioni maturate ci rendono ancora più prudenti ed esigenti, direi intransigenti“. Salvo poi precisare, sempre in trasmissione, che “d’ora in poi ci sederemo a un tavolo con condizioni ancora più chiare del passato…Non cederemo su nulla“.
Subito dopo, però, sui social, la retromarcia: “Mi spiace deludere qualche titolista, qualche giornale, ma penso che il mio pensiero sia stato forzato e travisato. Oggi ho dichiarato che mi auguro di governare da solo ma che so anche quanto sia improbabile poter avere un governo con una sola forza politica“, ha spiegato Conte su Twitter.
“A proposito del dialogo con altre forze politiche come il Pd, a precisa domanda ho risposto che le delusioni che abbiamo incassato ci porteranno ad essere molto più prudenti e intransigenti sul rispetto delle nostre condizioni e dei nostri valori. L’esperienza maturata deve farci ancor più riflettere – ha concluso il capo politico dei Cinque stelle -. Mi sembra evidente, peraltro, che ad oggi il Pd abbia preso un’altra strada rispetto alla nostra e alle priorità di Governo che abbiamo condiviso nel Conte 2. Nelle condizioni attuali con i vertici nazionali del Pd folgorati dell’agenda Draghi non potremmo nemmeno sederci al tavolo. E noi i nostri valori, le nostre battaglie non li svendiamo. Lo abbiamo già dimostrato, senza paura di pagarne il prezzo“.
Nelle condizioni attuali con i vertici nazionali del Pd folgorati dell’agenda Draghi non potremmo nemmeno sederci al tavolo. E noi i nostri valori, le nostre battaglie non li svendiamo. Lo abbiamo già dimostrato, senza paura di pagarne il prezzo. #dallapartegiusta pic.twitter.com/lPGBsBxifa
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) August 21, 2022
Insomma: nessuna possibilità di dialogo né prima, né dopo le elezioni.
Conte: “M5s forza politica scomoda”, e attacca anche il programma di governo di Meloni
Tornando alle dichiarazioni rese da Annunziata, Conte ha parlato del suo MoVimento 5 stelle non è stato invitato al meeting di Rimini, in cui era presente anche il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. “Evidentemente non siamo potenti e accreditati a partecipare a un incontro in cui sono stati invitati tutti i leader“, ha iniziato.
“C’è una conventio ad excludendum, ce ne faremo una ragione, giudicheranno i cittadini. Spero che non sia fortunata per chi la utilizza“, ha aggiunto ancora prima di parlare anche della decisione, presa in prima battuta dalla Rai di fare un confronto tv solo tra Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia e il segretario Letta. “È chiaro che siamo una forza politica scomoda, lo siamo sempre stati anche quando io non c’ero. Con me continua ad essere una forza politica scomoda e continuerà ad esserlo“, ha concluso l’ex premier sull’argomento.
Conte, poi, ha commentato anche il programma di governo presentato dalla leader di FdI, colei che si candida a essere la prima presidentessa del Consiglio: “Quando leggo il programma della Meloni lo ritengo per la maggior parte inadeguato. Da cittadino italiano, prima che da politico ritengo che alcune soluzioni sono strampalate“, ha detto. Tuttavia il capo politico dei pentastellati non è così catastrofico: “Non ritengo che la Meloni al Governo sia un pericolo per la democrazia. Abbiamo un sistema di pesi e contrappesi adeguato“.