Prosegue la polemica tra le forze politiche per la decisione della Rai di escludere dal confronto televisivo prima delle elezioni del 25 settembre alcuni partiti. Nonostante il dietrofront di Porta a Porta di Bruno Vespa, che aveva deciso di inglobare anche altri esponenti oltre a Giorgia Meloni ed Enrico Letta, infatti, c’è ancora chi si vede escluso, come Clemente Mastella che ha annunciato lo sciopero della fame se la situazione non dovesse cambiare
Ed è qui che si è inserita la proposta di Enrico Mentana, direttore del tg di La7, di ospitare nei suoi studi televisivi il confronto finale tra le quattro coalizioni in campo
Elezioni 25 settembre, Mentana si offre volontario per ospitare su La7 il confronto finale per i leader delle quattro coalizioni
Enrico Mentana, giornalista e direttore del tg di La7, ha tirato fuori il coniglio dal cilindro con una mossa inaspettata. Mentre, infatti, le forze politiche in campo per le elezioni del 25 settembre continuano a polemizzare per la scelta della Rai di dare spazio solo a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ed Enrico Letta, segretario del Partito democratico, per un confronto finale, lui ha dato una soluzione che potrebbe mettere a tacere qualsiasi polemica.
Su Facebook, Mentana si è detto disponibile a ospitare i quattro leader delle varie coalizioni, e quindi sempre Meloni e Letta, ma con Giuseppe Conte del MoVimento 5 stelle e Carlo Calenda di Azione e quindi del terzo polo, per un confronto finale che si dovrà tenere il giorno dopo rispetto a quello della Rai, ovvero il 23 settembre.
Una risposta concreta che arriva anche dopo la virata della tv pubblica che ha solo annunciato che avrebbe dato mezz’ora a testa ai candidati esclusi, ma non a tutti. Per esempio Clemente Mastella, segretario nazionale di Noi Di Centro, ha minacciato addirittura uno sciopero della fame se non dovesse essere incluso tra i leader che potranno presentare il proprio programma in diretta televisiva.
“Continua la petulante insistenza di alcuni segretari di partito di monopolizzare i dibattiti televisivi. Abbiamo prodotto ricorso agli organi competenti per evitare un ennesimo scempio democratico, uno tra i tanti di questa singolare campagna elettorale. Gli spazi dovrebbero essere dati in più a chi non ha ministri che pur dimissionari continuano a frequentare le tv impazzando dovunque“, ha scritto in una nota. “Le ragioni della democrazia impongono parità di accesso. Inizierò uno sciopero della fame se le regole dovessero essere disattese“.
Un po’ meno drastico, e ci mancherebbe, anche Matteo Salvini, il numero uno della Lega, che ha accettato la proposta di Mentana: “Credo che gli italiani abbiano il diritto di valutare tutte le idee dei partiti, e quindi auspico un dibattito con le principali forze politiche e i loro leader. In un confronto con la presenza di Letta, magari potrei sperare di avere qualche risposta sui vergognosi candidati del Pd che insultano Israele e sulle imbarazzanti risse nel Pd di Roma (c’entrano le polizze assicurative da far stipulare al Campidoglio?). Potremmo anche parlare, finalmente, dei programmi: Flat Tax, Quota41, pace fiscale, energia e nucleare, sicurezza e immigrazione, caro bollette e potere d’acquisto. Io ci sono. E gli altri?“, ha chiesto provocatoriamente il Capitano.
Quanto a Conte, le sue parole sono al veleno e sono rivolte tanto a Bruno Vespa, quando ai due leader dei partiti che, probabilmente, convoglieranno più voti dalla loro. “Apprendo da un’intervista di Bruno Vespa che da tempo Letta e Meloni lavorano a un accordo per fare un confronto da soli, a lume di candela, in prima serata in Rai, servizio pubblico“, ha scritto su Facebook l’ex presidente del Consiglio. E “questo accordo – ha concluso – è stato evidentemente portato avanti escludendo le altre forze politiche fra cui la mia, il Movimento 5 Stelle, che è numericamente il secondo gruppo del Parlamento“.
E poi, anche lui, come il suo vecchio vice nell’esperienza del governo gialloverde, ha accettato l’invito del giornalista di prendere parte a un confronto in cui ci saranno tutti i leader politici.
Elezioni 25 settembre, l’Agcom esaminerà la lettera di Barachini sulle modalità dei confronti tv
I toni accesi di oggi non sono che un ricordo rispetto alle modalità scelte ieri, soprattutto da Calenda e Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che aveva mandato in avanscoperta anche il segretario della Commissione vigilanza della Rai, Michele Anzaldi.
L’Agcom, invocata dai due alleati del terzo polo, interverrà mercoledì 24 agosto nella riunione delle 15:30 sulla questione, hanno riferito in una nota. A loro il compito di esaminare la lettera del presidente della Commissione, Alberto Barachini, che aveva chiesto una verifica sulla parità di condizioni garantite al servizio pubblico nei confronti televisivi tra i leader politici. La sua preoccupazione, infatti, è quella che si vada a ledere le norme sulla par condicio in pieno vigore dal 10 agosto e che prevede non soltanto spazi equivalenti, ma anche di pari rilevanza mediatica e visibilità oraria.