Con la pandemia da Covid messa quasi via, di certo non dimenticata, il mondo ha ricominciato a girare come era sempre stato prima del febbraio del 2020. Ne è un esempio, sicuramente, l’invasione da parte della Russia di Vladimir Putin dell’Ucraina, ma ci sono anche altre situazioni che il coronavirus aveva in qualche maniera messo in stand by, che ora pare si stiano risvegliando. È il caso delle tensioni tra le due Coree
La regione amministrata da Yoon Suk-yeol, assieme agli Stati Uniti di Joe Biden hanno iniziato le esercitazioni militari congiunte più importanti dal 2018 per dare una risposta al dittatore nordcoreano, Kim Jong-un, che nell’ultimo anno ha fatto crescere in intensità e frequenza i test missilistici.
Corea del Sud e Stati Uniti intensificano le esercitazioni militari per prepararsi contro Kim Jon-un
Da oggi e fino al primo settembre, quindi per undici giorni, riprendono le esercitazioni militari congiunte di Corea del Sud e Stati Uniti. L’operazione, chiamata Ulchi Freedom Shield, segna la ripresa dell’addestramento su larga scala, ridimensionato a causa della pandemia da Covid, ed è la più importante degli ultimi quattro anni, ovvero dal 2018, anche se ancora non si conoscono bene i dettagli su come verrà messa in atto – secondo i giornali e le agenzie di stampa internazionali, potrebbero comprendere simulazioni con jet militari e carri armati, sia simulazioni di attacchi da parte della Corea del Nord.
L’unica cosa che si sa è il motivo per il quale da Seul e da Washington si è deciso di cominciare di nuovo il piano di esercitazioni, ovvero rispondere alle crescenti tensioni di Kim Jong-un e quindi anche alla crescente “intensità e frequenza dei test missilistici” dei nordcoreani dell’ultimo anno.
L’obiettivo è difensivo, e serve a prepararsi a un eventuale attacco insomma, ma potrebbe anche dare il via a un conflitto vero e proprio vista la situazione non idilliaca e la fine degli accordi diplomatici tra i due paesi. All’inizio del mese, infatti, da Pyongyang hanno minacciato di ritorsioni “mortali” la Corea del Sud per aver, secondo loro, portato il coronavirus all’interno dello stato del dittatore, che si era anche detto pronto a “dispiegare” il deterrente nucleare in caso di confronto militare con le altre due potenze. E che, la scorsa settimana, aveva anche lanciato due missili dalla propria costa occidentale.
La scelta, però, di riprendere le operazioni preventive nasce anche dalla volontà del nuovo presidente sudcoreano, Yoon Suk-yeol, di adottare una linea più dura contro i “nemici”, quindi in netta contrapposizione rispetto a quella adottata dal suo predecessore, Moon Jae-in, che invece aveva deciso di usare dei modi più soft tentando anche di riconciliare i rapporti con la Corea del Nord.
Le esercitazioni militari di Corea del Sud e Stati Uniti riprendono dopo lo stop di Trump
Anche il cambio di guardia alla Casa Bianca ha però favorito la ripresa delle esercitazioni. Prima dell’arrivo di Joe Biden, presidente degli Stati Uniti in quota dem, Donald Trump aveva cercato di far distendere i rapporti tra le due Coree, concedendo la cancellazione delle operazioni di preparazione per il 2019 così da poter persuadere il dittatore nordcoreano ad abbandonare il programma nucleare del territorio da lui amministrato.
In un mondo segnato prima dal Covid, come abbiamo già detto, e ora dal conflitto tra la Russia di Vladimir Putin e l’Ucraina di Volodymyr Zelensky, l’ultima cosa che si vorrebbe è l’inizio di un nuovo conflitto, quale che sia la portata eventuale e prevedibile. Non tutto, però, va secondo i piani, e studiare in difesa è sicuramente un modo per evitare ripercussioni più gravi di quelle che potrebbero arrivare.