L’Agcom, in una nota di ieri, ha comunicato ufficialmente la sua decisione in merito al confronto televisivo preelettorale tra Giorgia Meloni ed Enrico Letta, affermando che non rispetta le norme sulla par condicio. Da lì, tra favorevoli e contrari, tutte le forze politiche hanno detto la loro. La voce fuori dal coro è quella del presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che a prescindere ha spiegato come per lui sia meglio uno spazio in cui i candidati possono spiegare i programmi in vista delle elezioni
Mentre il leader del Partito democratico, Letta, ha detto che la decisione dell’Agcom “è un po’ bizantina, non si capisce se è un no, un nì o un sì“.
Confronto televisivo Letta-Meloni, l’Agcom: “Non rispetta la par condicio”
Il confronto televisivo del 22 settembre, ovvero tre giorni prima delle elezioni, tra la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, e il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, fa ancora discutere. Nel merito, stavolta, si è pronunciata l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) con una delibera.
Nel comunicato stampa dopo la riunione si legge che l’autorità “richiama le
emittenti televisive e radiofoniche nazionali al rigoroso rispetto della parità di
trattamento dei soggetti politici nei programmi di approfondimento concernenti la
campagna elettorale per le prossime elezioni del 25 settembre“. In pratica, tira le orecchie a Porta a porta, che ha organizzato il confronto tra i due numeri uno dei due principali partiti (secondo i sondaggi).
Le norme sulla par condicio, ovvero la situazione in cui ogni soggetto abbia le medesime possibilità di accesso ai mezzi di comunicazione durante la campagna elettorale e non, sarebbero violate a causa della legge elettorale che non “postula necessariamente che l’esito delle elezioni venga determinato dal confronto tra due liste o tra due coalizioni“.
Il primo a dire la sua sulla decisione dell’autorità è stato Carlo Calenda, fondatore di Azione e leader del terzo polo, che era stato anche il primo a sollevare una questione di correttezza della decisione della Rai.
Con un primo tweet, l’europarlamentare si complimenta con l’Agcom e dice che ora si deve organizzare un confronto serio, “come in tutti i paesi civili“, mentre nel successivo, ha ribadito che è pronto a mettersi in gioco in qualsiasi emittente, anche perché “in una campagna così breve dare la possibilità agli elettori di assistere a un confronto è fondamentale“.
Spero che ora anche il @Corriere allarghi il confronto del 12 settembre. Noi siamo pronti. @TgLa7 @Raiofficialnews @SkyItalia @Mediasetitalia dove volete e come volete. In una campagna così breve dare la possibilità agli elettori di assistere a un confronto è fondamentale. https://t.co/qLbFIy6srj
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) August 25, 2022
Stranamente, sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente del MoVimento 5 stelle, Giuseppe Conte che, sempre attraverso Twitter, ha scritto che “il confronto a lume di candela in Rai su cui si sono accordati Letta e Meloni non rispetta il diritto dei cittadini a essere correttamente informati“. D’altronde, ha concluso l’ex premier ed ex alleato dei dem, “non sono loro le uniche due alternative per l’Italia. La democrazia e il pluralismo sono una cosa seria“.
Lo avevamo detto, il confronto a lume di candela in Rai su cui si sono accordati Letta e Meloni non rispetta il diritto dei cittadini a essere correttamente informati. Non sono loro le uniche due alternative per l’Italia. La democrazia e il pluralismo sono una cosa seria. pic.twitter.com/Ugod3jVmIk
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) August 24, 2022
Delibera Agcom, Letta: “Decisione bizantina, non si capisce”. E Berlusconi: “Nei confronti tv si litiga”
Di avviso completamente diverso sono il Pd e Letta. Antonio Nicita, candidato al Senato per i dem e commissario dell’Agcom, ha spiegato che la delibera “non vieta confronti a due ma format che prevedano un unico dibattito e le relative comunicazioni al pubblico“.
L’autorità, ha detto ancora, “riconosce che l’attuale sistema elettorale misto, proporzionale e maggioritario, non prevede necessariamente un confronto tra i capi delle coalizioni e attribuisce alla responsabilità editoriale l’autonomia nella determinazione dei format“, e quindi possibile il confronto tra il segretario del Partito democratico e Meloni “a condizione che tale format non si esaurisca in unico confronto, ove sia prevista, dall’autonomia editoriale dell’emittente, una forma con partecipazione di due soli soggetti e una connessa unica comunicazione“, ha concluso.
A fargli da eco, Letta che, ai microfoni di Radio Capital, ha specificato la volontà di leggere con attenzione la decisione dell’Agcom “che mi sembra molto bizantina. Non ho ancora capito se è un no, un nì o un sì“.
Silvio Berlusconi, invece, non ha mai speso parole sulla questione e ha deciso di rimanere (quasi) neutrale. Anzi, sembra che a lui vada bene la decisione della Rai di dare spazio per un confronto solo ai due leader dei partiti più votati e “relegare” gli altri a degli spazi in cui hanno la possibilità di esporre il proprio programma di governo.
“Non mi sono interessato delle diverse formule, è un tema che non mi appassiona. Sono scettico sui confronti tv, spesso si trasformano in risse…“, ha iniziato il presidente di Forza Italia a Rtl 102.5. Per il Cavaliere, è preferibile “che ogni leader possa illustrare per conto proprio e con calma le sue idee sul futuro dell’Italia“.