Covid, i casi tornano a salire: i numeri di oggi e cosa ci aspetta in autunno

Il Covid non ci dà tregua: la curva sta tornando a salire e a destare la preoccupazione degli organismi sanitari italiani e internazionali. Un’evidenza che è possibile leggere attraverso i numeri di oggi. Intanto, sono stati rilevati un milione di morti nel mondo da gennaio, a causa del virus.

Operatore sanitario Covid
Operatore sanitario – lettoquotidiano.it

Non è un braccio di ferro e non può esserlo, non più. È semplicemente questione di convivenza, senza pestarsi i piedi e senza urla da allarmare il condominio, ma con il Covid, nemico silente, non funziona esattamente così. Proprio quando ci stavamo rallegrando per la fine di un’ondata, ora i casi stanno tornando a salire e potrebbero assestarsi su numeri che non lasciano presagire niente di buono, in vista del prossimo autunno: ecco come stanno le cose.

I casi di Covid tornano a salire in Italia e non è affatto una buona notizia

Le vacanze stanno per volgere al termine e siamo sicuri che per molti di voi siano andati bene e per altri meno, come ogni anno. Quella che sta diventando una normalità sempre più scomoda e preoccupante è quella di un Covid che continua a essere il vicino di ombrellone che nessuno di noi vorrebbe avere. Anche perché, e siamo sicuri anche di questo, nell’estate in cui le maglie si sono allargate e si è tentato di tornare alla normalità senza il virus, molti di voi il Covid l’avranno incontrato o scampato per poco comunque.

L’ultima ondata, che ha raggiunto il suo picco nel cuore di luglio, è andata scemando ad agosto, ma il virus non va in ferie e sta dimostrando che, se di tregua si poteva parlare, comunque è durata veramente poco. E partiamo dal bollettino di oggi che evidenzia 23.438 nuovi contagi registrati nelle ultime 24 ore, contro i 25.389 di ieri. Anche le vittime sono in diminuzione: 84 contro le 112 di ieri. I tamponi effettuati sono 154.143, con un tasso fermo al 15,2%, in leggero aumento rispetto al 14,6% di ieri.

Ghebreyesus
Ghebreyesus – lettoquotidiano.it

Le terapie intensive, per fortuna, non destano ancora livelli di allarme. Sono, infatti, 234 i pazienti ricoverati, cinque in meno rispetto a 24 ore fa, mentre gli ingressi giornalieri sono 21. I ricoverati nei reparti ordinari sono invece 6004, 166 di meno rispetto a ieri. Numeri ben lontani da quelli allarmanti di dicembre scorso o solo di qualche settimana fa, ma che comunque delineano un trend in salita. Infatti, se si analizza la curva che ne deriva, gli esperti affermano che, dopo un mese e mezzo dal picco, e quindi di calo, si stia tornando a salire e in maniera preoccupante, se si possono azzardare previsioni circa il futuro.

Attenzione, come riporta “Repubblica”, non è affatto detto che si arrivi ad avere subito una nuova ondata, e questo è facilmente intuibile per il fatto che non ci sono nuove varianti. Allo stesso tempo, basta guardare agli esempi di Gran Bretagna e Stati Uniti per capire che potrebbe assestarci su una base un po’ più alta di casi, che potremmo definire quasi un altopiano. Senza che ci siano reali oscillazioni significative. E il pericolo è costituito dal fatto che questo stesso altopiano potrebbe costituire una scaletta niente male per il virus in autunno, quando si tenterà di compiere un alto passo verso la normalità.

A riprova di un trend in salita, c’è anche il report del monitoraggio Gimbe. Nell’ultima settimana sono stati rilevati il 18,7% in più dei contagi. Numeri più alti che banalmente potremmo ricondurre ad agosto e all’estate che, per definizione, è la stagione del divertimento e, quindi, degli assembramenti. Ma comunque, se il trend dovesse essere confermato, non sarebbe così facile da gestire nelle settimane successive. Quindi, è scontato sottolinearvi che le misure di prevenzione non dovranno essere abbandonate, perché il virus non è endemico e potrebbe ancora causare molti problemi sanitari, logistici e anche politici.

Il virus ha causato un milione di morti da gennaio nel mondo

E proprio a dimostrazione di ciò, arriva una notizia piuttosto allarmante dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e per tutta la sanità. Questa settimana, infatti, è stata raggiunta quota di un milione di morti causati nel mondo dal Covid. E non in tutto l’arco della pandemia, ma a partire da gennaio.

A riferirlo non è una personalità qualsiasi, ma il direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreyesus, direttamente in conferenza stampa. Il suo focus è puntato sull’utilità dei vaccini, ma anche sulle risorse sanitarie a disposizione per contrastare il numero dei decessi: “Abbiamo a disposizione i mezzi per prevenire queste morti e chiediamo ai governi di vaccinare cittadini e lavoratori – afferma -. Ad oggi, un terzo della popolazione mondiale non è ancora vaccinato e non lo sono tre quarti degli anziani nei Paesi più poveri.

In Italia, la campagna vaccinale ha avuto sicuramente effetti molto positivi nella gestione dei contagi Covid e soprattutto sul numero di persone che esprimono la malattia in forma grave. Pensate, però, cosa voglia dire, in parti decisamente più svantaggiate del pianeta, non avere il vaccino come strumento a disposizione per contrastare la pandemia. Allo stesso modo, l’utilizzo di farmaci specifici e l’esperienza maturata sul campo dagli operatori sanitari in due anni e mezzo di guerra contro il Covid rappresentano strumenti che anche in Italia è fondamentale tenere in considerazione e utilizzare per abbassare il numero dei morti. E ora è sicuramente il momento di farlo, soprattutto se il trend dovesse davvero stabilizzarsi verso l’alto.

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