Nuovo giro, nuova corsa per quanto riguarda i sondaggi preelettorali, ancora consentiti dalla legge sulla par condicio. Nelle nuove rilevazioni di Barometro Politico di Demopolis, si vede un calo per le due coalizioni di centrodestra e centrosinistra, per contro quindi di una lieve crescita del terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi e del MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte. Cala anche la percentuale di astenuti, che arriva a toccare il 33% degli aventi diritto al voto, comunque lontana dalla precedente tornata elettorale in cui l’affluenza si era attestata intorno al 73%
Si conferma, ancora, il testa a testa tra lo schieramento di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, e il Partito democratico del segretario Enrico Letta. Ad avere la meglio è la futura e probabile prima presidentessa del Consiglio donna, il cui vantaggio rispetto ai dem si attesta su 1,4 punti percentuali.
Sondaggi elettorali, calano (di poco) le percentuali delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra
Manca esattamente un mese, 31 giorni, alle consultazioni elettorali del 25 settembre, quelle in cui gli italiani rinnoveranno i due rami del Parlamento. Al netto di quello che potrebbe succedere da qui in avanti, le prossime elezioni politiche sembrano avere già un esito scritto. E a rilevarlo sono soprattutto i sondaggi.
Nelle ultime proiezioni di Barometro Politico dell’Istituto Demopolis, effettuate dal 22 al 24 agosto su un campione nazionale di 1.408 intervistati, statisticamente rappresentativo dell’universo della popolazione italiana maggiorenne, stratificato per aree geografiche di residenza, genere e fascia di età, emergono tre dati molto importanti.
Il primo riguarda una leggera flessione delle due principali coalizioni di centrodestra e centrosinistra che si attestano rispettivamente al 47 e al 30,5%. “A un mese dal voto, la coalizione di centrodestra, trainata dal partito di Giorgia Meloni, ha un vantaggio di oltre 16 punti percentuali sul centrosinistra di Enrico Letta, con effetti evidenti sull’attribuzione dei seggi nella quota maggioritaria uninominale“, ha spiegato il direttore dell’istituto di ricerca, Pietro Vento.
Numeri in leggerissimo calo che avvantaggiano le due outsider: il MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte e il terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, che sono in crescita. Per quanto riguarda i pentastellati, che sono ben lontani dalle percentuali della precedente tornata elettorale del 4 marzo 2018, andrebbero verso l’11%, mentre la coalizione centrista dei due leader di Azione e Italia Viva dovrebbero arrivare al 5,8% dei consensi.
A registrare, però, un calo importante è soprattutto la percentuale di astenuti. Se in un primo momento, gli italiani che non avevano un colore politico e che quindi non si volevano recare alle urne si aggirava intorno al 40%, adesso la fotografia di Barometro Politico attesta l’affluenza al 67%, ancora lontana di sei punti da quella registrata nel 2018.
Oltre un quinto degli aventi diritto, in pratica, è ancora indeciso ma, ha detto ancora Vento, “inizia adesso la fase decisiva della campagna elettorale“, che potrebbe cambiare alcune carte in tavola, diciamo noi.
Sondaggi politici, continua il testa tra Fratelli d’Italia e Partito democratico come primo schieramento per le prossime elezioni
Sembra si stiano mescolando le carte soprattutto per quanto concerne chi sarà il primo partito in Italia. Il testa a testa tra lo schieramento di Giorgia Meloni, FdI, e quello del segretario Enrico Letta, il Pd, danno, ora, un netto vantaggio della politica romana nei confronti del suo rivale.
Fratelli d’Italia, infatti, secondo i sondaggi di Barometro Politico, viaggia sul 24% dei consensi, mentre il Partito democratico si ferma al 22,6%, quasi un punto percentuale e mezzo di più.
Staccata, e di un po’, si trova la Lega di Matteo Salvini, stabile al terzo posto, e data intorno al 14,5% dalle ultime rilevazioni. Poi, come dicevamo, ci sono i Cinque stelle all’11%, Forza Italia di Silvio Berlusconi al 7% e Azione-Italia Viva che ora registrano percentuali intorno al 5,8%.
Chiudono gli alleati dei dem, Sinistra-Verdi, che arriverebbero al 3,7% e Italexit per l’Italia di Gianluigi Paragone, fuoriuscito dal movimento di Beppe Grillo e leader di un partito antisistema, che riuscirebbe a superare la soglia di sbarramento e arrivare al 3,1%.
Sotto i tre punti percentuali, ci sarebbero, invece, +Europa di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova, Impegno Civico del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, Noi Moderati di Giovanni Toti e Maurizio Lupi e Unione Popolare dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Tutti e quattro i partiti si attesterebbero dal 3 all’1,5%.