Roberto Speranza torna a farsi sentire sul tema Covid, da ministro della Salute in carica. E non sono parole banali su quello che ci aspetta, a partire dal prossimo settembre e con una nuova dose di vaccino dietro l’angolo. Non bisogna trascurare che siamo in periodo di campagna elettorale e non mancano, quindi, nuove stoccate alla destra. E Bassetti lo attacca duramente sul tema delle mascherine a scuola.
Il Covid non è un problema da ignorare, o meglio non è possibile farlo. E ce lo ricorda ancora una volta Roberto Speranza nella giornata di oggi. Il ministro della Salute ne sa qualcosa, che nel suo mandato si è trovato nel pieno di una pandemia da arginare e sconfiggere. Ora le cose sono un po’ cambiate, anzi neanche di poco, ma non bisogna assolutamente abbassare la guardia, se non si vuole risalire a livelli di contagi, ricoveri e morti allarmanti. Vediamo quali sono le ultime novità, anche sotto il punto di vista scolastico rivelate proprio da Speranza e che hanno scatenato una polemica piuttosto dura con Matteo Bassetti.
Il Covid è già tornato dalle vacanze e Speranza alza la guardia
Raccomandazioni, precauzioni e zero allarmismi o obblighi: se dovessero esserci delle parole d’ordine per contenere, in questa fase, la pandemia da Covid in Italia probabilmente sarebbero queste. L’ultima vera ondata, quella scandita dalla prevalenza della variante Omicron 5, ha vissuto il suo picco a metà luglio, poi i contagi hanno iniziato la loro discesa, ma l’estate ha fatto comunque il suo effetto negativo.
La voglia di feste, assembramenti, vita sociale probabilmente ha inciso sulla nuova risalita dei contagi, che ora potrebbero comunque assestarsi su una curva di base più alta, anche senza nuove varianti. E questa sarebbe una situazione ideale per il virus per nuovi salti in avanti e picchi preoccupanti in autunno e in inverno: esattamente ciò che il governo e tutti noi vorremmo evitare. Quindi, guai ad abbassare il livello di attenzione, ma senza paura o limitarsi troppo la vita. È questo in un certo senso il sotto testo del discorso di Roberto Speranza.
Il ministro della Salute ha rilasciato una lunga e interessante intervista ai microfoni di “Rtl 102.5”, chiarendo le ultime novità e le prospettive della convivenza con il virus: “Il Covid rappresenta ancora un problema aperto”, ha subito avvertito Speranza. E poi continua: “C’è un’indicazione dell’Agenzia Europea del Farmaco e del Centro Europeo per il controllo e la sorveglianza delle malattie, due organismi di riferimento che invitano chi ha più di sessanta anni a farsi somministrare una nuova dose di vaccino“. Un richiamo che sarebbe fondamentale per prevenire forme di malattie gravi, causate dall’infezione da Covid.
Speranza dedica un vero e proprio appello a quella fascia della popolazione: “Le persone sopra i sessant’anni o le persone fragili prenotino subito un’altra dose di vaccino in vista dei mesi più complicati, che sono per tradizione autunno e inverno”. È proprio in quel periodo dell’anno che i processi infettivi trovano il loro habitat ideale per invadere l’uomo e circolare, molto più che in estate. Anche se il Covid, pur con delle preferenze, ha dimostrato di non fare distinzioni.
E poi arriva a quanto avviene qui da noi: “Noi in Italia siamo partiti con le quarte dosi e ora dobbiamo insistere su questo punto, perché si tratta di dare una protezione in più ai fragili”. Speranza chiarisce: “L’indicazione attuale riguarda le persone che hanno più di sessanta o sessanta anni e i fragili di ogni età. Come avvenuto fino ad ora, l’Italia seguirà le indicazioni delle autorità scientifiche internazionali“.
Non manca anche una punta di ottimismo da parte del ministro: “Ora abbiamo strumenti che nei primi mesi più difficili non avevamo. La campagna vaccinale che abbiamo portato avanti in Italia ha avuto un impatto straordinario e positivo. Il vaccino ha una prima funzione fondamentale – sottolinea -, ovvero ridurre i ricoveri e le ospedalizzazione ed evitare anche che ci siano ricadute troppo pesanti sul nostro Servizio Sanitario Nazionale“. Speranza ricorda anche l’alta adesione che c’è stata in Italia proprio rispetto alla campagna vaccinale, affermando con sicurezza che oltre il 90% di persone sopra i dodici anni ha fatto il vaccino e questo ha permesso di ridurre i casi gravi e affrontare anche numeri molto alti di contagi, come quelli che si sono verificati nell’ultimo anno.
Non solo, perché Speranza chiarisce anche la posizione del vaccino rispetto agli over 60 nello specifico: “Rispetto alla somministrazione del vaccino agli over 60, siamo oltre due milioni e novecentomila persone che hanno già la quarta dose. Dobbiamo andare avanti, perché questa percentuale deve ancora crescere“. Il ministro sottolinea subito dopo qual è il suo auspicio e quello del governo e cioè che ancora più persone scelgano di fare un’ulteriore dose, in modo da proteggersi in vista dell’autunno e dell’inverno, che sono di sicuro le stagioni più difficili da affrontare se si tratta di Covid: “Il mio appello alle persone sopra i 60 anni è di prenotare la quarta dose, perché si tratta di uno scudo importante”.
E un tema particolarmente caldo in questi giorni, sia in Europa che negli Stati Uniti, è quello relativo i nuovi vaccini. Si tratterà di vaccini bivalenti, aggiornati a Omicron, ma che presentano anche uno scudo per la prima forma di Covid-19, quello di Wuhan. A tal proposito, Speranza sottolinea: “Sono in corso procedure per l’autorizzazione dei nuovi vaccini, che hanno una risposta positiva per prevenire le ospedalizzazione”. La scienza dei sieri e delle aziende farmaceutiche, quindi, si sta adeguando alle evoluzioni del Covid e delle sue varianti.
Speranza continua la sua disamina: “I vaccini che abbiamo oggi a disposizione sono utili e positivi. Lo dimostra il fatto che rispetto a quando non avevamo i vaccini possiamo consentirci anche numeri di circolazione del virus più alti senza che ci sia un impatto particolarmente grave sull’intero sistema sanitario”.
Sui vaccini è attacco alla destra. E occhio alle novità in vista del prossimo anno scolastico
E non possiamo comunque dimenticare che in Italia siamo in pieno periodo di campagna elettorale. Speranza, durante la sua intervista, non fa mancare un attacco neanche tanto velato agli avversari di destra proprio sul tema dei vaccini: “Basta alle ambiguità, e lo dico direttamente a Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Sui vaccini devono essere chiari. E dobbiamo considerare che comunque vada dopo le elezioni del 25 settembre, il Paese continuerà in ogni caso sulla linea del rispetto dell’evidenza scientifica. Su temi così delicati non possiamo ammettere errori – avverte -“. E proprio su questo argomento, Speranza fa un appello a tutti i leader: “Dopo il 26 settembre, si dovrà continuare con la stessa determinazione nella campagna di vaccinazione. Devo preannunciarlo tutti, anche le forze politiche che in passato sono state ambigue su quest’argomento“.
È un tema su cui il ministro della Salute continua a battere, chiarendo poi il concetto con ancora più forza: “In Fratelli d’Italia e nella Lega ci sono state posizioni che parevano strizzare l’occhiolino ai no-vax, ma la politica non può dividersi su questo tema. La battaglia contro il Covid è ancora aperta”. E ancora: “Spero che l’esito delle elezioni non influenzi la campagna vaccinale, e lo dico sia da ministro della Salute sia da candidato nella lista dei Democratici e progressisti nella città di Napoli. Auspico che tutte le forze politiche si prendano un impegno di fronte agli italiani: il diritto alla salute viene prima di ogni interesse e le evidenze scientifiche devono essere al centro. Le opinioni antiscientifiche non ci aiutano”. Speranza conclude la sua disamina, ribadendo che i vaccini non sono una questione politica, ma che si tratta di un presidio fondamentale che ci ha permesso di uscire dalla fase più dura e drammatica del Covid, gestendo in maniera completamente diversa anche i momenti in cui il virus è tornato a circolare molto e causare un alto numero di contagi.
Il ministro della Salute passa poi a un tema molto importante e attesa, l’obbligatorietà della mascherina a scuola: “In partenza non lo sarà sicuramente – afferma Speranza -, ma poi si valuterà il quadro epidemiologico volta per volta”. E continua avvertendo la popolazione: “Spero che si possa usare il tema della raccomandazione e della responsabilità individuale, piuttosto che l’obbligo. Comunque sono un po’ più cauto nel dire no alla mascherina“. E poi chiarisce ulteriormente che dire no all’obbligo non vuol dire no alla mascherina, ed è un concetto che vale per tutti i luoghi di aggregazione sociale, come gli stadi, i cinema o teatri. questo. E ancora: “Dire che non c’è l’obbligo significa assumere sempre un elemento di responsabilità individuale”.
Speranza, quindi, non abbandona la mascherina e avverte: “È sempre utile. Una raccomandazione non significa un secco ‘no alla mascherina’, in qualsiasi ambito”. Il ministro della Salute spiega, quindi, che è cambiata la stagione del Covid e, quindi, anche l’atteggiamento politico. Di conseguenza, non si è più al punto di dare obblighi o divieti, ma raccomandazioni. Laddove ci siano situazioni di rischio, quindi, la mascherina è un presidio che deve essere utilizzato. Speranza chiarisce, inoltre, che ciò “vale per la vita di qualsiasi persona”. E ancora che la mascherina resta uno strumento “indispensabile” e deve essere usato.
Le persone ora, come dice Speranza, sono più consapevoli di quanto stiamo vivendo e di cosa bisognerebbe fare e, per questo, più che utilizzare ancora l’arma dei divieti, ci si appella al senso di responsabilità di ognuno. Infine, afferma: “Se mi trovo in un posto con numero significativo di persone o in cui non ci sono sfiati d’aria o finestre aperte, anche se non vige alcun obbligo, utilizzo la mascherina, che rappresenta comunque uno scudo importante”. E fa un ultimo esempio per spiegare ancora meglio il suo punto di vista: “Se mi capita di partecipare a una riunione che dura diverse ore in un luogo parzialmente chiuso preferisco mettere la mascherina perché mi sento più protetto”.
Un modo di combattere il Covid e più che altro un “poi vediamo” sul tema delle mascherine a scuola che ha scatenato già delle reazioni. In particolare, a esporsi sull’argomento è stato, con termini piuttosto duri, Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova: “Le parole di Speranza sono imbarazzanti – ha detto ai microfoni di “AdnKronos Salute” – e non c’è altro modo per definirle. Dopo che abbiamo discusso a lungo sul tema delle mascherine a scuola, dicendo che non servono, almeno per la maggioranza dei ragazzi, e ancora dopo che si è deciso per l’eliminazione dell’obbligo delle mascherine, oggi 27 agosto il ministro afferma che, se la situazione epidemiologica cambierà, le mascherine torneranno a essere obbligatorie”.
Insomma, da Bassetti arriva un no forte e chiaro al ritorno delle mascherine obbligatorie a scuola: “Sono veramente imbarazzato e non dico altro”. Il direttore del San Martino ‘squalifica’ addirittura il ministro della Salute dopo le sue dichiarazioni: “Questa affermazione dimostra ancora una volta di più che nel ruolo di ministro della Salute deve starci un tecnico. Si eviterebbero brutte figure come questa”.
Per sostenere la sua tesi Bassetti cita anche come esempio la linea internazionale, affermando che se tutti gli altri Paesi stanno portando avanti una linea, che in questo caso è quella dell’eliminazione dell’obbligo per le mascherine, non si può avere una linea propria e unica, pensando addirittura che tutti sbaglino.
Infine, dice in termini piuttosto duri: “È diventata davvero una polemica ideologica, che di scientifico non ha assolutamente nulla”. E continua: “Se ci fosse evidentemente un forte sostegno scientifico per quest’utilizzo della mascherina anche altri Paesi europei a noi vicini avrebbero continuato a utilizzarla”. Tuona così: “La mascherina a scuola non serve assolutamente a niente”. E conclude: “In una situazione in cui c’è il vaccino per coprirsi, non vedo la ragione per cui si debba ancora continuare con l’obbligo di mascherina”.
Ma non è finita qui, perché Matteo Bassetti ha deciso di trattare di nuovo l’argomento con un post apposito su Facebook, in cui esordisce con un polemico e chiarissimo: “Non mi sbagliavo quando dissi ‘vedrete che i nostri ragazzi torneranno a scuola senza mascherine obbligatorie, ma dopo un paio di settimane o qualcosa di più, la reintrodurranno dicendo che la situazione epidemiologica è mutata’”. E poi incalza con espressioni quali “Ma come si fa?”, indirizzate a Speranza, come potete leggere e vedere poco sopra. Una polemica durissima che vedremo se avrà delle altre puntate o è destinata a spegnersi, in piena campagna elettorale, che comunque è un fattore da tenere in considerazione.