Il ritorno a scuola è sempre più vicino, ma in tempi di Covid non sono scontate le modalità con cui gli studenti e gli insegnanti affronteranno l’annata tra i banchi. Dall’uso della mascherina alla dad, sono tante le cose che sono destinate a cambiare: ecco come ci si presenterà a settembre e con i dibattiti ancora in corso.
Siamo al 28 agosto e le vacanze sono ormai alle loro battute, quasi per tutti. E settembre, da sempre, vuol dire ritorno a scuola o al lavoro, comunque alla normalità, sostantivo il cui concetto è stato totalmente ridefinito dalla presenza del Covid nelle nostre vite. Negli ultimi anni, migliaia di studenti hanno dovuto fare i conti con le restrizioni dovute al virus e con la necessità di far fronte alle varie ondate pandemiche. Ora, però, la situazione sembra essere cambiata e le regole imposte lo faranno di conseguenza.
Scuola e Covid, come si tornerà tra i banchi a partire da settembre
Oggi è stata una data da cerchiare in rosso per la scuola italiana, in vista dell’inizio del nuovo anno. Infatti, il ministero dell’Istruzione ha inviato oggi un vademecum alle scuole con le principali indicazioni per l’inizio dell’anno 2022/23. La grande e più concreta novità è che gli studenti che si ammaleranno di Covid non potranno più ricorrere alla dad (didattica a distanza) come avvenuto, per forza di cause maggiore, negli ultimi tre anni. Entrando più nel dettaglio il ministero dell’Istruzione ha fatto che “la normativa speciale per il contesto scolastico legata al Covid, che consentiva questa modalità, cessa i propri effetti con la conclusione dell’anno scolastico 2021/2022”.
Insomma, la dad finisce in soffitta e tutti quelli che l’avevano criticata hanno già stappato lo spumante. Ma non è l’unica novità da tenere in considerazione. Infatti, le scuole non potranno attivare autonomamente la Didattica digitale integrata: “I positivi non devono attivare la ddi, dunque le scuole non la faranno”.
I presidi sono già stati informati a riguardo e sono pronti a far valere le nuove disposizioni. A tal proposito, come scritto dall’Ansa, Cristina Costarelli, presidente del Liceo Scientifico Newton di Roma e di Anp, sempre nel Lazio, ha espresso in maniera piuttosto netta come intende agire: “Se i genitori dovessero chiedermelo, dirò che c’è una disposizione del ministero: il dirigente scolastico deve eseguire quello che il dicastero decide e ora le scuole non hanno l’autonomia delle decisioni in quest’ambito”. Insomma, la linea è quella e deve essere seguita da tutti, dopo tre anni di Covid che hanno stremato l’istituzione scolastica, ma anche alunni e famiglie.
E uno dei temi su cui c’era più incertezza era ed è quello della possibile presenza a scuola, nel caso in cui l’alunno dovesse presentare sintomi influenzali. In questo caso, il ministero ha fatto sapere che si potrà andare a scuola, anche se raffreddati. I sintomi respiratori, però, dovranno essere comunque lievi. Inoltre, condizioni generali dovranno essere buone e senza che lo studente presenti febbre. In caso contrario bisognerà utilizzare la mascherina Ffp2.
Non è l’unico caso in cui torneranno utili le mascherine, fedeli alleate nella guerra contro il Covid in questi anni, ma che ora bisognerà mandare in pensione. Le ultime disposizioni del ministero, infatti, prevedono che le mascherine vengano utilizzate anche dai fragili, che si tratti di studenti o di docenti, ovviamente se in possesso della certificazione necessaria. Se così dovesse essere, la dotazione di Ffp2 e di dispositivi per gli occhi sarà compito della stessa scuola. Anche il personale che vorrà proteggersi, potrà utilizzare la mascherina o dispositivi per gli occhi. Riassumendo, quindi, la non è più obbligatoria tranne che per gli studenti e il personale scolastico fragile. Un argomento che negli ultimissimi giorni ha scatenato il dibattito tra personalità politiche e sanitarie. E ci riferiamo, in particolare, a quanto successo tra Roberto Speranza e Matteo Bassetti, con quest’ultimo che ha criticato aspramente il ministro della Salute e difendendo il principio secondo cui è tempo di pensionare le mascherine a scuola.
Cos’altro cambierà a scuola a partire da settembre
Oltre il tema delle mascherine, ci sono altri aspetti che sono pronti a cambiare dopo anni di Covid e grazie ai vaccini. Non ci sarà più la misurazione della temperatura all’ingresso, ma laddove ci fosse in classe qualcuno che presenti sintomi riconducibili al Covid tra il personale scolastico o gli studenti, deve essere, invece, ospitato in una stanza dedicata o in quella che potrebbe essere un’area di isolamento, appositamente predisposta. Nel caso in cui si trattasse di bambini o alunni minorenni, dovranno essere prontamente avvisati i genitori. E in quel caso, per tornare a scuola, servirà accertare la propria negatività attraverso un test molecolare o antigenico.
Secondo il documento arrivato dal ministero dell’Istruzione, se gli alunni dovessero presentare sintomi tipici del Covid, la loro presenza non sarà permessa a scuola. O anche se e soprattutto la loro temperatura corporea fosse superiore ai 37,5 gradi o se dovessero risultare positivi al tampone. Il ministero raccomanda, inoltre, la sanificazione ordinaria e periodica dei locali. La sanificazione si presenta, inoltre, come principio essenziale in questa fase della lotta alla pandemia: dovrà essere immediata ed eccezionale nel caso in cui ci fossero uno o più casi confermati. Si dovrà anche far ricorso a un ricambio frequente dell’aria. I dirigenti scolastici dovranno anche chiedere ad Asl e Arpa attività preliminari di monitoraggio della qualità dell’aria. Una decisione, questa, che non è piaciuta anche a diversi presidi, i quali hanno sollevato diverse perplessità a riguardo.
Queste, dunque, sono le linee generali, il vademecum appunto, con cui inizierà il nuovo anno scolastico. Qualcosa, però, potrebbe cambiare man mano per strada. Infatti, il ministero prevede che “nell’eventualità di specifiche esigenze di sanità pubblica si ricorra a ulteriori misure”. E queste regole varieranno soprattutto in base alla situazione che man mano si dovesse presentare nel nostro Paese. Le misure, quindi, potrebbero essere implementate, singole o associate, su disposizione delle autorità sanitarie nel caso in cui ci fosse la stretta necessità di contenere la circolazione del virus e proteggere i lavoratori, tutte le persone che frequentano la scuola e le relative famiglie. Il focus principale, quindi, resta al bollettino e ancora di più alle terapie intensive, che quello è un passo fondamentale per capire se si dovrà tornare a misure più stringenti.
L’Ansa riporta anche il parere del presidente nazionale di Anp, Antonello Giannelli. Secondo lui, il vademecum che oggi il ministero ha inviato alle scuole è “un chiarimento molto opportuno”. Giannelli, inoltre, sottolinea la necessità di un documento del genere, che faccia fronte alle tantissime richieste di delucidazioni presentate dalle istituzioni scolastiche. Conclude anche sottolineando un concetto altrettanto importante: “La scelta di pubblicare delle faq aiuta i dirigenti a comprendere e poi attuare alcuni aspetti operativi delle recenti indicazioni del ministero”.
La lotta al Covid sta cambiando stagione dopo stagione e con essa anche le disposizioni vigenti. Ci stiamo man mano riabituando a un virus che continua a circolare, ma fa meno paura, soprattutto grazie al vaccino. Alcune regole non vanno abbandonate, ma non fare ricorso all’obbligatorietà della mascherina sembra giusto e naturale in un anno scolastico senza dad e che dovrà tendere sempre di più alla normalità che conoscevamo e vivevamo prima di Wuhan e tutto ciò che ne è conseguito.