Sondaggi, FdI sempre più lanciato verso la vittoria. Il Pd insegue e perde

Il 25 settembre, e quindi le elezioni per rinnovare il Parlamento, si avvicinano. I sondaggi, così come l’attenzione su di loro, invece, continuano a fioccare. Il testa a testa tra Fratelli d’Italia e Partito democratico come primo schieramento sembra ormai un ricordo, perché Giorgia Meloni è nettamente avanti al suo “rivale” Enrico Letta, che scende.

Letta Meloni
Enrico Letta e Giorgia Meloni – lettoquotidiano.it

Calano (anche se di poco) pure il terzo polo di Azione e Italia Viva, quindi di Carlo Calenda e Matteo Renzi, e il MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte, mentre la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia di Silvio Berlusconi rimangono (più o meno) stabili alle percentuali di cinque giorni fa. Agli elettori è stato anche chiesto cosa si dovrebbe fare se nessuno dei partiti in campo riuscisse ad avere la maggioranza per ottenere la fiducia in Parlamento, cosa pensano dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica, inserita tra le proposte di governo del centrodestra, e del presidente del Consiglio, e qual è il tema più importante su cui baserà la scelta alle urne. È stato anche chiesto chi è stato il miglior capo dell’esecutivo degli ultimi vent’anni (con dati sorprendenti).

Sondaggi elettorali: Fratelli d’Italia è (ancora) il primo partito, il Pd insegue e perde voti

Mancano quattro settimane alle elezioni politiche. E due affinché non circolino più i sondaggi (così dice la legge sulla par condicio). Ora, però, non è ancora tempo di stoppare dati e proiezioni, anzi: è il momento di aggiornare compulsivamente per cercare di recuperare terreno, qualora ce ne fosse bisogno.

Ecco, chi non ha necessità di farlo è sicuramente il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia. Secondo le stime di Termometro politico, infatti, lo schieramento di quella che potrebbe essere la prima presidentessa del Consiglio donna della storia italiana, sta continuando a guadagnare consensi e si attesta al 24,7% dei consensi, ben 0,3% in più rispetto alle rilevazioni di cinque giorni fa.

Aumenta anche il gap con i secondi “classificati” del Partito democratico, che passano dal 23,5% del 23 agosto al 23,3% di oggi: in pratica FdI ha guadagnato sui dem del segretario Enrico Letta mezzo punto percentuale.

La Lega di Matteo Salvini resta stabile al terzo posto con il 14,3% dei consensi, mentre il MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte è quello che ha perso di più: dall’11,1% è arrivato al 10,7%. Dello 0,1% calano anche Forza Italia di Silvio Berlusconi (è al 7,2%) e Azione e Italia Viva di Carlo Calenda e Matteo Renzi (4,8% di oggi contro il 4,9% del 25 agosto).

Salvini Meloni Letta e Di Maio
Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Enrico Letta e Luigi Di Maio – lettoquotidiano.it

Gli altri partiti restano sotto la soglia di sbarramento del 3%. L’Alleanza Sinistra Italiana ed Europa Verde di Nicola Fratoianni, Eleonora Evi e Angelo Bonelli arriva al 2,5% così come Italexit per l’Italia di Gianluigi Paragone. +Europa di Emma Bonino è all’1,9%, Italia Sovrana di Marco Rizzo all’1,7%, Unione Popolare di Luigi De Magistris all’1,5%, Noi Moderati di Maurizio Lupi e Giovanni Toti all’1,2%, Alternativa per l’Italia di Mario Adinolfi all’1% e Impegno Civico di Luigi Di Maio allo 0,8%. Mentre l’astensionismo scende ancora e si attesta al 35%.

Sondaggi elettorali, cosa pensano gli italiani dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica e dei temi da proporre

Sono però anche altre le domande che sono state poste agli elettori. Una di queste è che cosa si dovrebbe fare nel caso in cui nessun partito dovesse riuscire a ottenere la maggioranza dei seggi e quindi sarebbe in grado di governare. Per più di un terzo degli italiani, ovvero il 35,8%, pensa che il Presidente della Repubblica debba conferire l’incarico all’esponente della coalizione che prenderà più voti; il 28,1%, invece, ritiene che si dovrebbe nuovamente dare l’incarico a Mario Draghi affinché si formi un governo di unità nazionale con più schieramenti possibili. Il 27,3% crede che si debba tornare alle urne, mentre il 3,9% si auspica un governo di unità nazionale con un presidente del Consiglio diverso dall’economista ed ex banchiere centrale.

Quanto all’elezione diretta del Capo dello Stato, che è un punto del programma del centrodestra, o del capo dell’esecutivo, ovvero il Sindaco d’Italia proposto da Calenda e Renzi, gli elettori si dividono. Il 56,6% è favorevole all’elezione diretta del Presidente della Repubblica e, tra questi, il 29,7% vorrebbe la trasformazione dell’Italia in una repubblica presidenziale, il 15,6% vorrebbe il semipresidenzialismo alla francese, mentre l’11,3% è d’accordo sull’elezione ma non vorrebbe dare al presidente più poteri di quanti non ne abbia ora Sergio Mattarella.

La scelta del presidente del Consiglio, invece, raccoglie molti meno consensi e si ferma all’11,3%. Il 27,3%, ancora, non è favorevole a nessune delle due proposte: né quella della coalizione capitanata da Meloni, Salvini e Berlusconi, né quella del terzo polo di Azione e Italia Viva.

Il dato più interessante, però, è sui temi: quali sono, secondo gli italiani, quelli più importanti e su cui baseranno il voto il 25 settembre? A vincere è l’economia: il 29% degli intervistati, infatti, sceglieranno il partito alle urne in base alle proposte migliori in tema economico. Il 6% ha detto che è fondamentale il programma in materia di immigrazione, il 5% in sicurezza, il 3,7% in temi etici, il 3,3% in politica estera, 2,5% in giustizia, e l’1,7% baserà il suo consenso su come verrà trattata la pandemia. Il 42,4%, però, sostiene che tutti gli argomenti siano fondamentali nella scelta da compiere alle politiche.

Le indagini di Termometro politico non si sono fermate qua: ai 5300 intervistati è stato anche domandato quale sia stato il miglior capo dell’esecutivo degli ultimi vent’anni. A primeggiare, in questo sondaggio, è stato il Cavaliere, che ha ottenuto il 27,6% delle preferenze. Al secondo posto c’è Draghi con il 21,3% dei voti, poi Conte, con il 13,6%, e Romano Prodi con il 10,8%.

Distaccati e di tanto, ci sono: Renzi, con solo il 4% delle preferenze, Paolo Gentiloni (1,4%), Mario Monti (0,7%) e Letta (0,5%). Gianluca Borrelli, presidente e fondatore dell’istituto di ricerca, si è detto sorpreso dei consensi per Berlusconi e Prodiche hanno governato più di un decennio fa”. Questo, secondo lui, “è dovuto a un effetto nostalgia di molti elettori”.

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