La centrale nucleare di Zaporizhzhia continua a catturare la massima attenzione a livello internazionale. L’Aiea si è espressa sulla situazione attuale, in attesa della visita sul posto. Vladimir Putin intanto non molla la presa ed è pronto a rinforzare le truppe per colmare le perdite. Tutte le novità di oggi sulla guerra tra Russia e Ucraina.
La guerra non conosce regole, se non quelle della barbarie. E così è anche tra Russia e Ucraina, anche in una fase del conflitto di stallo, anzi d’attrito. Gli ultimi giorni non sono stati caratterizzati da sostanziali avanzamenti da nessun fronte: gli uomini di Putin, rispetto alle fasi iniziali del conflitto, non stanno riuscendo ad accumulare le vittorie necessarie, mentre l’attenzione internazionale si concentra sempre di più sulla centrale di Zaporizhzhia. E l’Aiea si è espressa proprio quest’oggi sull’argomento.
Zaporizhzhia, l’Aiea tenta di fare luce su quanto sta accadendo
La guerra non smette di esistere purtroppo, tra Russia e Ucraina, ma non si può dire lo stesso di colpi bassi, depistaggi e rimpallo di colpe. E l’esempio perfetto sembra essere la centrale nucleare di Zaporizhzhia, dove gli invasori accusano gli uomini di Volodymyr Zelensky e viceversa, in un conflitto che ora è sempre più pericoloso, anche a livello internazionale.
E ve ne renderete conto, dopo che vi avremo descritto gli eventi delle ultime ore, riguardanti la guerra. L’esercito russo, infatti, ha accusato nuovamente quello ucraina di aver portato a termine nuovi attacchi nella zona della centrale nucleare di Zaporizhzhia, attacchi che avrebbero avuto luogo nelle ultime 24 ore. Secondo quanto riferisce Interfax, infatti, il ministro della Difesa russo, Igor Konashenkov ha parlato in questi termini: “Nelle ultime 24 ore, si sono verificati altri due bombardamenti da parte di unità di artiglieria degli ucraini sul terreno della centrale nucleare”. Entra anche nei dettagli di quello che, secondo lui, sarebbe successo: “Sono stati sparati nove proiettili in tutti, tre dei quali sono caduti vicino all’edificio speciale n. 2”. E si tratta di un punto particolarmente delicato, perché è dove viene stoccato il nuovo combustibile nucleare, ma anche i rifiuti radioattivi solidi. I frammenti dei proiettili, comunque, sempre secondo il ministro della Difesa russo, avrebbero danneggiato una rete di condutture.
E Kiev di tutto ciò cosa ne pensa? Beh, naturalmente il dito è puntato contro i russi su quanto sta succedendo alla centrale, ma per motivi diversi. Infatti, il segretario del consiglio comunale della città di Zaporizhzhia, Anatoly Kurtev, ha annunciato via Telegram che due persone sono rimaste ferite la notte scorsa proprio in citta durante un attacco a matrice russa. Lo ha riportato “Unian”. Kurtev ha usato le seguenti parole per spiegare la situazione: “Anche stanotte Zaporizhzhia è stata oggetto di un attacco nemico”, annunciando anche che sono stati colpiti due distretti della città. I danni non sono stati di poco conto, dato che sono rimaste coinvolte cinque case e due persone sono rimaste ferite da schegge di vetro.
Qualsiasi sia la parte in causa, si tratta di eventi che per forza di cose destano la preoccupazione della comunità internazionale. E ci mancherebbe pure, visto che un disastro nucleare a Zaporizhzhia avrebbe conseguenze disastrose in tutti i territori circostanti e arrivando fino alla Germania. Proporzioni enormi che si vorrebbero evitare, ma la Russia non molla la presa per demilitarizzare la zona. E le bombe continuano a cadere, nonostante i rischi siano altissimi.
E lo sanno anche gli invasori, dato che le autorità russe della regione di Zaporizhzhia hanno un vero e proprio piano pronto per evacuare la centrale, nel caso in cui i problemi diventassero gravissimi e non si potrebbe più far nulla. A rivelarlo è stato Yevgeny Balitsky, capo dell’amministrazione della regione, all’agenzia “Ria Novosti” e anche stavolta il dito è stato puntato verso Kiev, accusato di mettere a rischio i propri cittadini e di grande crudeltà. Il responsabile della regione occupata non ha riservato parole morbide: “Al momento, la centrale nucleare di Zaporozhzhia continua a funzionare come al solito e il livello di radiazioni è il solito. Ma, dato che conosciamo la furbizia, l’incoscienza e la spietatezza del regime di Kiev verso le persone che chiamano i ‘loro cittadini’ nella retorica pubblica, ci siamo preparati e abbiamo sviluppato un piano per l’evacuazione della popolazione se fosse necessario e la situazione dovesse precipitare”.
Le accuse poi si fanno sempre più pesanti, dato che il responsabile della regione occupata ricorda come, secondo lui, gli ucraina stiano colpendo la centrale quasi ogni giorno dal 18 luglio. E specifica: “I bombardamenti arrivano dal territorio controllato dall’Ucraina, e quindi dalla riva destra del Dnepr, gli insediamenti di Marganets e Nikopol“. Che sappiamo essere un punto molto importante negli scorsi degli ultimi giorni.
E gli attacchi registrati nelle ultime ore non sono affatto solo questi. È ancora il segretario del consiglio comunale della città, Anatoliy Kurtev a riferire che l’attacco a Zaporizhzhia di notte ha arrecato danno a “nove grattacieli e dozzine di altri edifici”. Alcune delle sue parole sono da brividi e ve le riportiamo di seguito: “Nei condomini l’onda d’urto ha frantumato le finestre e distrutto gli infissi degli appartamenti e delle scale”. A proposito di guerra e di terrore.
E Mosca cosa può fare se non rigettare tutte le accuse? È avvenuto anche in questo caso, e con parole sempre più astute e precise. A parlare è stata, infatti, la portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova: “Riguardo la centrale nucleare di Zaporizhzhia, l’Ucraina sta facendo terrorismo nucleare”. E poi ha proseguito con un attacco su tutta la linea: “Sicuramente il terrorismo nucleare può essere fatto anche nella maniera in cui lo stiamo vedendo e non solo da coloro che possiedono armi atomiche o bombe sporche”. Mantiene anche la linea che ha portato avanti il Cremlino nell’ultimo periodo: “Mosca spera che la visita degli ispettori dell’Aiea si verifichi al più presto, nonostante l’influenza distruttiva di Kiev”.
Una questione parecchio intricata e che difficilmente potrà essere risolta a breve. Per questo, ormai da settimane, è stato invocato l’intervento sul posto dell’Aiea. Altro non è che l’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Visita che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni e dovrebbe servire a far chiarezza sui reali avvenimenti nella zona. Proprio l’Aiea intanto si è fatta sentire e l’ha fatto attraverso il suo profilo Twitter: “Ci sono stati bombardamenti nell’area di Zaporizhzhia nelle giornate di giovedì, venerdì e sabato, ma le informazioni sulla natura del danneggiamento sono incomplete”. Poi l’annuncio che è da brividi: “Le bombe hanno colpito gli edifici speciali dell’impianto, che sono posti a circa cento metri dal reattore. Hanno riportato danni anche le condutture dell’acqua, ma ora sono state riparate”.
There was shelling in the area of the #ZNPP on Thurs, Fri & Sat, but info on the nature of the damage is incomplete. Shelling hit the plant’s so-called special buildings, located about 100m from the reactor buildings. There was also damage to some now repaired water pipelines.
— IAEA – International Atomic Energy Agency (@iaeaorg) August 28, 2022
.@rafaelmgrossi said he was continuing his consultations with all parties with the aim to send an IAEA expert mission to the #ZNPP in the next few days to help ensure nuclear safety and security there.
— IAEA – International Atomic Energy Agency (@iaeaorg) August 28, 2022
In ogni caso, l’allarme è cocente, ma non si è ancora trasformato in catastrofe, per fortuna. Sempre l’Aiea ci informa che “l’Ucraina ha riferito di nuovi bombardamenti negli ultimi giorni sul sito di Zaporizhzhia, ma precisando poi che tutti i sistemi di sicurezza sono operativi e che la radioattività è nella normalità”.
E almeno su questo punto, Mosca e Kiev sembrano essere d’accordo. Infatti, entrambe le forze in campo hanno riferito che non c’è stato sostanzialmente un aumento dei livelli di radiazioni nella centrale nucleare di Zaporizhzhia, neanche dopo gli ultimi attacchi. A riferirlo è l’Ucraina, ma anche la Russia ha fatto sapere: “La situazione delle radiazioni rimane normale”, e questa volta a dirlo è il portavoce del ministero della Difesa a Mosca, Igor Konashenkov. Insomma, Energoatom diceva la verità e tutti concordi. Almeno su questo, che comunque resta un fattore fondamentale da tenere in considerazione ora e in futuro.
Non solo la catastrofe nucleare, le ultime mosse di Zelensky e Putin sulla guerra
A parte ciò che sta succedendo alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, la guerra va avanti senza esclusione di colpi. Anzi, lo stallo degli ultimi tempi ha dato ulteriore fiducia agli ucraini. Nelle ultime ore, Volodymyr Zelensky si è fatto sentire per l’ennesima volta e l’ha fatto attraverso il suo profilo Telegram. La scritta che ha deciso di recapitare ai suoi, a corredo di una foto che palesava la resilienza degli ucraini, è inequivocabile:
“La nostra gente ha una grande forza, perché è sempre stato così. E ancora e sempre sarà così, se crediamo in noi stessi e fino a che manteniamo la nostra unità. Sarà sempre così finché combatteremo per l’Ucraina, lavorando per la nostra vittoria ucraina congiunta”. Insomma, la resistenza (che ora a livello militare è anche qualcosa in più) continua e con gli ucraini che non hanno alcuna intenzione di desistere sul campo ideologico e di battaglia.
Lo stesso, però, si può dire di Vladimir Putin. Dopo i caduti e le perdite importanti che le sue truppe hanno riportato in questi sei mesi di guerra, ora è prevista una nuova crescita delle forze militari russe. Una crescita che si dovrebbe attestare al 10%. In tutto le unità impiegate nel conflitto sarebbero così più di 1150000. Insomma, l’accordo di pace auspicato da Turchia e Nazioni Unite a Leopoli sembra sempre più lontano dal verificarsi realmente. Anzi, questo è un segnale che indica come, sì, Putin voglia colmare le sue perdite militari, ma anche come il conflitto dovrebbe andare avanti ancora a lungo.
A occuparsi della situazione attuale è stata ancora una volta l’intelligence britannica, che comunque ci sta informando in diverse occasioni su quello che succede sul fronte della guerra, cercando di spiegare reali significati e significanti. Un dato di fatto è incontrovertibile: Mosca prevede di portare a oltre 1,15 milioni di unità il numero di soldati delle sue forze armate e, quindi, con un aumento di oltre 140000 unità.
L’intelligence Gb, però, spiega che difficilmente questa scelta di Putin, meditata e tradotta in annuncio concreto il 25 agosto, si tradurrà davvero e fin da subito in un incremento negli uomini impiegati nella guerra in Ucraina. E quindi come stanno le cose? Innanzitutto, non è stato ancora specificato come Putin riuscirà a raggiungere questi numeri così importanti, se attraverso il reclutamento di altri soldati volontari a contratto, oppure addirittura decidendo di aumentare il target annuale del servizio di leva. Un dubbio lecito da parte dell’Intelligence Gb, ma che comunque non è il punto sostanziale della situazione.
In ogni caso, infatti, con le regole vigenti è molto poco probabile che la “potenza di combattimento” delle truppe di Putin in Ucraina porterà a un “progresso sostanziale”. E questo è dovuto al fatto che Mosca ha già perso troppe migliaia di soldati nella sua campagna e poi al fatto che un numero troppo esiguo di nuovi soldati a contratto viene reclutato. Quindi, un ricambio che comunque non può essere pari. E comunque non va sottovalutato il fatto le nuove reclute non sono obbligate a combattere oltre i confini nazionali. La Russia non è, dunque, in una situazione facile, ma guai a dare Putin per spacciato, anche se la guerra non è semplice come magari qualcuno si aspettava.
E ora passiamo all’altro lato della barricata. Il ministro degli Esteri ucraino, di cui ormai avrete imparato a memoria il nome, Dmytro Kuleba, si recherà a Praga martedì e mercoledì e lì parteciperà alla riunione informale dei ministri degli Esteri dell’Unione europea. Un appuntamento importante e atteso, che vede tra i suoi temi principali le restrizioni sui visti per i cittadini russi e l’ottavo pacchetto di sanzioni che l’Unione comminerà contro la Russia. A riferirlo è Ukrinform, ma facendo riferimento al portale del governo di Kiev. I lavori si svolgeranno nella seguente maniera: il ministro Kuleba terrà separatamente tutti gli incontri bilaterali previsti con le controparti di Repubblica Ceca, Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Georgia, Moldova e Cipro. Inoltre, Kuleba dovrà viaggiare ancora, perché domani sarà in Svezia dalla premier Magdalena Andersson.
La guerra, quindi, non va avanti solo dal punto di vista militare, ma anche il lato delle risorse è fondamentale a lungo termine per capire la direzione che prenderà la situazione a lungo termine. Dall’accordo del 22 luglio, infatti, e soprattutto dal 1 agosto, quando sono stati sistemati la maggior parte dei problemi di manutenzione e la costituzione di porti sicuri, l’accelerazione delle esportazioni è stata veramente significativa, spostando molte tonnellate di prodotti alimentari e grano, bloccate a causa della guerra. L’unico modo per scongiurare una crisi alimentare globale che avrebbe avuto effetti catastrofici.
Il ministero delle Infrastrutture a Kiev, però, ha dato conto di un’informazione particolarmente interessante. Infatti, ha dato conto dei percorsi per le esportazioni più battuti, oltre a quello che passa per il Mar Nero. Infatti, la via che passa dal Danubio è fondamentale per l’Ucraina e per il grano. E quella per il Mar Nero costituisce comunque una tratta essenziale per la Turchia, il Libano e non solo. Quanto successo ieri, però, è un’ottima notizia per l’export dell’Ucraina e per scongiurare la crisi alimentare globale: undici imbarcazioni sono arrivate nei porti fluviali di Izmail, Reni, e Ust-Dunaysk, da cui hanno caricato 45mila tonnellate di grano. Passando sono state esportate via Danubio 4 tonnellate di grano mentre dal Mar Nero, grazie all’accordo raggiunto fra Kiev e Mosca con la mediazione della Turchia e delle Nazioni Unite, rappresentate da Antonio Guterres, nella data del 22 luglio, sono passate un milione di tonnellate di prodotti agricoli.
Un’altra bella notizia è arrivata nella mattinata di oggi dal ministero della Difesa turco, quando è stato reso noto che altre sei navi con prodotti agricoli hanno lasciato l’Ucraina dopo che è arrivata l’autorizzazione del Centro di coordinamento congiunto di Istanbul. Si tratta di Melina, Silver Lady, FPMC B 201, DS Sofie Bulker, SSI Invincible II e la Aeolos, questi i nomi delle imbarcazioni in questione. L’ennesima conferma di come le cose ora stiano andando decisamente meglio in questo senso e di come l’accordo tra Russia e Ucraina, almeno per il momento, in una guerra piena di colpi bassi, stia reggendo. Ed è una notizia umanitaria di non poco conto, nel terrore delle bombe e della distruzione che non conosce limiti. Neanche quelli di una centrale nucleare, la più grande d’Europa, la cui zona continua a essere bombardata e che potrebbe causare una catastrofe vera e propria.