La guerra tra Russia e Ucraina prosegue e ora con una controffensiva che potrebbe cambiare tanto nel destino del conflitto. A tal proposito, si sono esposte, nelle ultime ore, voci autorevoli sia dalla parte del Cremlino, sia per quanto riguarda gli assaliti. Le dichiarazioni del consigliere di Volodymyr Zelensky vanno oltre il doveroso ottimismo.
Russia e Ucraina non sono arrivate alla fine delle ostilità. E questo, nonostante negli ultimi tempi si sia ricominciato a parlare anche di accordi di pace, è un dato di fatto. Lo dimostra anche quanto sta succedendo nelle ultime ore, dove a Kherson sta prendendo forma la controffensiva dell’Ucraina contro Vladimir Putin, e non si tratta di un evento banale per il destino del conflitto. La centrale di Zaporizhzhia, intanto, continua ad attrarre la massima attenzione a livello internazionale, in attesa della visita dell’Aiea che andrà in scena questa settimana.
Guerra Russia-Ucraina, cosa sta succedendo a Kherson nelle ultime ore
Non si fa in tempo a girarsi da un lato nella guerra tra Russia e Ucraina che subito dall’altro ci sono elementi importantissimi che destano l’attenzione internazionale e hanno un peso non indifferente all’interno del conflitto. Negli ultimi giorni, gli occhi del mondo si sono concentrati sulla centrale di Zaporizhzhia e sul conseguente rischio nucleare che avrebbe potuto e potrebbe portare a una catastrofe nucleare in piena regola.
Oggi, invece, si torna a parlare con insistenza di Kherson, una città di cui tanto importa dall‘inizio della guerra e che i russi sono riusciti a conquistare fin dai primi giorni.
Proprio nell’area di Kherson il clima è decisamente teso, e con attacchi che si stanno susseguendo nelle ultime ore. Questo sta accadendo, perché, proprio in questa zona, sta avendo luogo la controffensiva dell’Ucraina. Le ultime rilevazioni raccontano di circa 15 attacchi missilistici negli ultimi due giorni nella città situata a sud dell’Ucraina. Ne ha parlato anche il capo dell’amministrazione russa della regione, Vladimir Leontiev, in alcune dichiarazioni riportate dalla “Tass”: “Non ci sono stati singoli attacchi, ma una serie di raid. Probabilmente circa un centinaio di missili in totale hanno colpito la città”.
Le forze ucraine, che da tempo stanno pianificando l’avanzata, sono anche riuscite a colpire dei depositi di munizioni russi. Questa è una notizia che ci arriva dai social, e in particolare da Facebook, dal deputato del Consiglio regionale, Serhiy Khlan. Dalle sue parole, si evince un dato di fatto molto interessante: “Oggi l’elenco degli equipaggiamenti russi distrutti sembra particolarmente lungo”. Khlan ha riferito anche che sono stati colpiti un sistema missilistico antiaereo S-300, carri armati, obici, missili Grad e Uragan. Anche i depositi di munizioni russi distrutti rappresentano comunque il dato più interessante per le sorti della guerra.
Khlan si è fatto sentire anche attraverso un video messaggio e ha riferito anche di un attacco al ponte di Antonivka, che già era stato martoriato dalla guerra nelle scorse settimane. E anche di un attacco a uno yacht club a Nova Kakhovka, e non si tratta di un attacco casuale, dato che la leadership russa viveva lì in un hotel particolarmente bello, tra le altre cose.
L’Ucraina va avanti con convinzione e cercando di arrecare quanti più danni possibile alla controparte russa. Dell’operazione militare ucraina ne ha parlato anche Oleksiy Arestovych, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, tramite Telegram, e non si tratta di dichiarazioni banali: “Quella a Kherson è un’operazione lenta e pianificata e non si tratta di un’offensiva su larga scala, ma sarà vincente“. Insomma, non si tratterà di un attacco lampo, ma piuttosto di una campagna ragionata e sfiancante. Poi continua: “E’ iniziata una fase attiva della liberazione del sud dai russi che l’hanno invaso. Sarà un’operazione lenta e pianificata per schiacciare il nemico, e facendo così salveremo le vite dei nostri militari e anche dei civili“.
E l’Unione europea resta comunque dalla parte dell’Ucraina, ben schierata. Oggi, a dimostrarlo per l’ennesima volta, ci ha pensato Josep Borrell, alto rappresentante per la politica estera Ue, in occasione dell’informale difesa di Praga. Le sue parole risuonano forti e chiare: “Gli stati membri hanno discusso l’ipotesi di una missione di addestramento per le forze ucraine e che era stata pianificata già prima della guerra: ora è il momento di agire e metterla in atto”. E le reazioni, di certo negative, della Russia passerebbero in secondo piano. Borrell continua: “Sicuramente, la Russia non sarà contenta e già non lo è perché forniamo all’Ucraina aiuti militari”.
La Russia, però, non resta a guardare, anzi. Mosca, infatti, ha fatto trapelare il fatto che l’esercito ucraino ha perso più di 1200 uomini nelle ultime 24 ore. I caduti nella controffensiva sarebbero stati conteggiati, in particolare, nella zona di Mikolayev-Krivoi Rog, a poche decine di chilometri a nord di Kherson. La notizia è arrivata per voce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, come ha riportato la “Tass”. Le sue parole sono volte a dimostrare che la Russia non sta accusando particolarmente la reazione dell’Ucraina e, anzi, ha tutta l’intenzione di mantenere il vantaggio conquistato sul campo: “Il nemico ha subito perdite su larga scala a causa della sconfitta dell’offensiva dell’esercito ucraino nella zona di Nikolayev-Krivoi Rog”, ha confermato proprio il portavoce.
Poi entra più nel dettaglio, elencando le perdite causate dai russi: “Nelle ultime 24 ore, le forze russe hanno eliminato 48 carri armati, 46 veicoli da combattimento di fanteria, e poi anche altri 37 veicoli blindati da combattimento. Ancora otto veicoli pick-up con mitragliatrici di grosso calibro e – soprattutto – più di 1200 soldati ucraini“. I caduti dell’Ucraina potrebbero contare comunque tantissimo nel conflitto e, a tal proposito, è che gli uomini che hanno perso la vita appartenevano alla 128ma brigata separata d’assalto di montagna. Si tratta di una brigata importante e di cui già si è parlato negli scorsi giorni, perché è stata trasferita dall’Ucraina occidentale per partecipare all’offensiva. Addirittura cinque militari di quella brigata hanno dovuto arrendersi e deporre le armi.
Sempre dalla parte russa, inoltre, è giunta la voce di Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino: “L’operazione speciale sta proseguendo e continua in maniera metodica e seguendo i piani correnti. Tutti gli obiettivi prefissati saranno raggiunti“. Peskov ha rilasciato queste dichiarazioni, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento a quanto affermato, invece, da Zelensky. A riportarlo è stato il “Guardian”.
Nona Mikhelidze, analista e responsabile di ricerca dello Iai, è una delle voci che si è soffermata di più e meglio sulla controffensiva nelle ultime ore, elencando i motivi – ai microfoni dell’AdnKronos – per cui si tratta di azioni veramente rilevanti a livello militari: “È un’operazione che, comunque dovesse concludersi, ha una valenza politica e militare enorme”. Mikhelidze spiega poi ancora meglio quanto ha affermato: “Stiamo parlando di una potenza nucleare che era forse la seconda o terza forza militare al mondo e che non è riuscita in più di sei mesi a sfondare”. In aggiunta a questo dato di fatto “non sappiamo come andrà la controffensiva degli ucraini, ma comunque oggi di fatto la Russia deve subirla”. Gli Ucraini, insomma, non solo hanno resistito come potevano, ma, dopo aver reso il conflitto una guerra di stallo, si stanno concentrando nella “fase attiva”. E in molti non se l’aspettavano.
La guerra a 360 gradi: da Donetsk alla centrale nucleare di Zaporizhzhia
Se si vuole analizzare lo stato attuale della guerra, però, non si può guardare solo a sud. Infatti, gli uomini di Putin continuano a non togliere gli occhi dall’est e quindi dal Donbass.
Le truppe del Cremlino hanno bombardato ieri una base di evacuazione della Croce Rossa ucraina a Sloviansk, che si trova proprio in quella che è la regione di Donetsk. La triste notizia è arrivata dall’amministrazione militare della città, citando un dipendente della Croce Rossa ucraina, Taras Logginov.
Proprio Logginov ha spiegato in maniera più approfondita quanto stava accadendo: “L’attacco della Russia è stato effettuato con artiglieria da 152 mm ed è avvenuto lunedì 29 agosto. Sono stati in numero di quattro i proiettili che hanno colpito la struttura, distruggendo l’edificio e causando danni a tre veicoli”. Poi precisa ancora: “Per fortuna nessuno dei volontari è rimasto ferito”. È importante ricordare, inoltre, che lo scorso 18 la base era stata utilizzata per ospitare il team impegnato nell’evacuazione dei malati e dei feriti. E, quindi, anche in questo caso, l’umanità è passata decisamente in secondo piano rispetto alla furia e al terrore causato dai russi, così come la distruzione.
E spostando l’attenzione, invece, nuovamente sulla centrale di Zaporizhzhia, sono giorni di attesa in vista della missione Aiea, Agenzia internazionale per l’energia atomica, che dovrebbe finalmente far luce sullo stato e gli eventi nell’impianto nucleare. Ieri Rafael Grossi, capo della stessa Aiea, ha annunciato la missione, che dovrebbe svolgersi da mercoledì a sabato.
The day has come, @IAEAorg‘s Support and Assistance Mission to #Zaporizhzhya (ISAMZ) is now on its way. We must protect the safety and security of #Ukraine’s and Europe’s biggest nuclear facility. Proud to lead this mission which will be in #ZNPP later this week. pic.twitter.com/tyVY7l4SrM
— Rafael MarianoGrossi (@rafaelmgrossi) August 29, 2022
Oggi è arrivata, inoltre, la notizia che il team dell’Aiea preposto alla missione, già definita la più difficile di sempre per il team, è arrivato a Kiev, in vista dell’inizio della missione alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. A riferire la notizia ai media è stato ancora una volta Rafael Grossi, citato dal Guardian. Nuove conferme arrivano, inoltre, sulla missione che dovrebbe iniziare domani e concludersi sabato. Il rischio, intanto, resta altissimo per la catastrofe nucleare che potrebbe interessare mezza Europa, ma il livello delle radiazioni nella centrale nucleare di Zaporizhzhia è ancora nella norma. Si tratta dell’impianto più grande d’Europa e da tempo è sotto il controllo russo. A confermare il livello di radiazioni nella norma, ci ha pensato il ministero della Difesa di Mosca, accusando ancora le truppe di Kiev di aver sparato due colpi di artiglieria caduti nel complesso.
La guerra continua a giocarsi su più piani, dal rimpallo delle accuse e delle colpe, alle sfide militari, ma con un dato certo: ancora non sappiamo per nulla chi vincerà e chi sarà sconfitto, e fino a qualche mese fa non era affatto scontato.