L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, le sanzioni al Paese di Vladimir Putin da parte dell’Unione europea e degli Stati Uniti, l’emergenza energetica conseguente. Non è il momento migliore, per nessuno, per guidare uno Stato. Se a questo ci si aggiunge che, anche in una coalizione unita come quella del centrodestra, c’è qualcuno che rema in direzione opposta, la sfida diventa ancora più difficile.
E ne sa qualcosa soprattutto la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, prima nei sondaggi e quasi certa di sedere sullo scranno più alto a Palazzo Chigi dopo il 25 settembre. Con lei ci sarà sicuramente anche Matteo Salvini. Il segretario della Lega, però, potrebbe far traballare una maggioranza unita nel condannare Mosca sposando una linea più morbida, come quella dell’Ungheria.
Centrodestra, la sfida di Meloni su Russia, energia e… Salvini
Che Giorgia Meloni sia chiamata a una sfida importante, dopo il 25 settembre e quindi dopo le elezioni politiche con cui gli italiani sono chiamati al rinnovo del Parlamento, è una cosa nota. È vero, mancano ancora poco più di tre settimane al voto, ma i sondaggi fotografano il suo partito, Fratelli d’Italia, al primo posto e con un distacco massiccio nei confronti del Partito democratico di Enrico Letta.
Con Lega e Forza Italia, poi, è inverosimile che qualsiasi altra coalizione o schieramento – centrosinistra, MoVimento 5 stelle o terzo polo che sia – possa riuscire a sovvertire un esito già scritto. E sì, anche con buona pace del segretario dem, che oggi ha fatto un appello (l’ulteriore) agli elettori per scongiurare uno sprofondamento a destra dell’Italia.
Tornando a Meloni, però, come è difficile che possa perdere dati i numeri da cui parte, è piuttosto facile credere che stia già ragionando come presidente del Consiglio, la prima donna a diventarlo nella storia italiana. Si muove già come tale: pacata e istituzionale nelle interviste per la stampa estera, misurata nelle esternazioni, specie se riguardano l’emergenza energetica.
Per questo, la leader di FdI è anche preoccupata: “Non ci dormo la notta a pensare alle bollette“, ha detto in più di un’occasione. E ci mancherebbe. Come dicevamo all’inizio, la sfida è importante, quasi vitale. Lo è sicuramente per le imprese e per le famiglie, ma non è da sottovalutare neanche per un governo che, seppur unito, potrebbe avere posizioni diverse su come comportarsi.
Lei, Meloni, ha le idee chiare: proseguire la linea tracciata da Mario Draghi su sanzioni e condanne nei confronti della Russia di Vladimir Putin – e quindi sposare in toto anche le soluzioni dell’Unione europea, anche quella sul tetto al prezzo del gas -, così come non fare un ulteriore scostamento di bilancio.
Il numero uno del Carroccio, Matteo Salvini – e c’è da capire anche la posizione di Silvio Berlusconi -, non è così netto, anzi. Ieri, dopo l’annuncio della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sul price cap, ha twittato un lapidario ed emblematico “Prima gli italiani“, slogan che ha fatto le sue fortune un tempo, ma in riferimento agli immigrati per lo più, ora quasi anacronistico, specie in una situazione del genere.
prima gli italiani
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) September 2, 2022
Meno criptico è stato oggi. Per lui, le sanzioni non stanno funzionando. Anzi, ha scritto in un tweet, “chi è stato sanzionato sta guadagnando, mentre chi ha messo le sanzioni è in ginocchio. Evidentemente qualcuno in Europa sta sbagliando i conti: ripensare la strategia è fondamentale per salvare posti di lavoro e imprese in Italia“.
Le sanzioni stanno funzionando? No.
A oggi chi è stato sanzionato sta guadagnando, mentre chi ha messo le sanzioni è in ginocchio.
Evidentemente qualcuno in Europa sta sbagliando i conti: ripensare la strategia è fondamentale per salvare posti di lavoro e imprese in Italia. pic.twitter.com/G2AgnTMrjB— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) September 3, 2022
Caro energia, la strategia di Meloni e le paure per un avvicinamento di Salvini a Putin
E quindi, di nuovo, le paure di Meloni di un possibile avvicinamento di Salvini all’oligarca russo. Quantomeno un ammorbidimento della linea, in questo caso più vicina alle posizioni dell’Ungheria – Viktor Orban, infatti, ha siglato un accordo con Mosca per aumentare la fornitura di gas in vista dell’inverno.
Non è quello che vuole la leader di Fratelli d’Italia. Specie in una prospettiva più mondiale, e quindi filo-atlantica da cui non vuole discostarsi, per nulla. D’altronde, ieri, quella che si candida a essere la prima presidenta del Consiglio donna in Italia, ha ricevuto anche l’endorsement di Hillary Clinton – al Capitano non sono piaciute neanche le parole dell’ex segretaria di Stato degli Stati Uniti, per dire. “Fa piacere. Avere un premier donna per la prima volta in Italia, al di là se di destra o di sinistra, romperebbe il tetto di cristallo“, ha detto invece Meloni.
Che studia una strategia di continuità. Al Ministero della Transizione ecologica, per esempio, dovrebbe confermare Roberto Cingolani, per quello dell’Economia sta pensando a Fabio Panetta, membro del board della Banca centrale europea. Quanto alla Farnesina, il candidato numero uno dovrebbe essere Antonio Tajani, ma per il braccio destro del Cavaliere deciderà, appunto, il Cavaliere scegliendo da che parte stare tra lei e Salvini.
Dopo il voto, comunque, le cose saranno più chiare. Specie perché ottobre è un mese decisivo: il 6 il Consiglio europeo si riunirà a Praga per decidere del tetto al prezzo del gas, e il 21 lo farà a Bruxelles. Ma anche perché in quei giorni, quelli vicini alle elezioni, Putin, dal canto suo, potrebbe attuare altre contromosse.