Sanzioni alla Russia, Meloni frena Salvini (che fa un piccolo dietrofront)

“Non saremo l’anello debole con Mosca”. Con queste parole Giorgia Meloni ha liquidato le prese di posizioni di Matteo Salvini sulle sanzioni alla Russia di Vladimir Putin che, a suo avviso, non stanno raccogliendo gli effetti desiderati. Il leader della Lega, attaccato anche da Enrico Letta, ha poi fatto un piccolo dietrofront.

Salvini Meloni
Matteo Salvini e Giorgia Meloni – lettoquotidiano.it

Ma il pericolo che la coalizione di centrodestra, data per vincente alle prossime elezioni del 25 settembre da tutti i sondaggisti, possa sgretolarsi non è del tutto scomparso. Anche per il numero uno del Carroccio teme di essere messo all’angolo o, peggio, di non contare nulla per la leader di Fratelli d’Italia. A fare da spettatore, al momento, c’è Forza Italia, che potrebbe però essere l’ago della bilancia nello scontro tra Meloni e Salvini.

Sanzioni alla Russia, Meloni frena Salvini: “Non saremo l’anello debole con Mosca”

La foto sorridente, dalla Sicilia, di Matteo Salvini e Giorgia Meloni è stata scattata qualche giorno fa. Serviva a ribadire un concetto piuttosto chiaro: il centrodestra corre unito per le prossime politiche del 25 settembre. Probabilmente, però, nel rapporto tra i due leader dei partiti che si candidano a governare il Paese dopo il voto qualcosa si è rotto, ora.

Salvini Meloni
Matteo Salvini e Giorgia Meloni – lettoquotidiano.it

Le esternazioni pubbliche e social del numero uno della Lega sulle sanzioni a Mosca, da rivedere, secondo lui, perché stanno giovando più alla Russia che a chi le ha imposte, non sono piaciute alla segretaria di Fratelli d’Italia. Lei, però, non lo dice apertamente, anzi: dissimula.

Non mi piace alimentare la polemica nel centrodestra – ha detto Meloni a chi glielo ha chiesto -. Le mie posizioni rimangono quelle di sempre. L’Italia non sarà l’anello debole dell’Occidente“. Chiara, in pratica, e concisa.

E lui ci ripensa. A modo suo, ovvio. In un’intervista a Rtl 102,5, il probabile nuovo titolare del Ministero degli Interni, ha precisato che il Carroccio chiede che “l’Europa, come per il Covid, metta uno scudo di protezione, copra le fatture in più famiglie che stanno pagando, altrimenti a settembre rischiamo un milioni di posti di lavoro. Dobbiamo modificare le sanzioni? Benissimo, l’importante è che l’Europa copra le spese per imprese e famiglie“.

Quanto alle voci di attriti con Meloni, Salvini ha spiegato che non c’è nessun problema: “Ci siamo sentito ieri e la rivedo oggi, sorridendo perché alcuni giornali inventano litigi che non ci sono“. “C’è un programma scritto insieme, fa fede quello, non ci sono divisioni. Rimarranno in vigore le sanzioni” per Mosca “noi per questo chiediamo lo scudo europeo“, ha concluso.

Centrodestra, tra Salvini e Meloni c’è da discutere molto più di quelle che sulle sole sanzioni alla Russia

Nel rapporto tra Meloni e Salvini a pesare non c’è solo la questione (annosa) delle sanzioni a Vladimir Putin. La corsa al voto è iniziata da parecchio, anzi è quasi giunta al termine, e nessuno dei due, specie il leader del Carroccio, vuole abdicare.

La partita non è ancora chiusa, ha fatto capire quando la numero uno di Fratelli d’Italia si è intascata la vittoria (prima di vincere). Stessa posizione di Silvio Berlusconi e di Forza Italia. E proprio gli azzurri sono chiamati a scegliere da che parte stare in questa battaglia silente tra i due.

Antonio Tajani, coordinatore dei forzisti, dal Forum Ambrosetti a Cernobbio, ha ulteriormente allontanato qualsiasi aria di crisi nel centrodestra. Ma è dal 26 settembre che i giochi si faranno più chiari, e se i numeri glielo permetteranno, Meloni potrebbe anche fare a meno di entrambi. Fantapolitica, comunque, al momento.

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