La guerra tra Russia e Ucraina sta vivendo una fase d’attrito e di stallo (apparente) sotto il profilo militare, ma le conseguenze del conflitto, in questo momento, sono sempre più importanti per l’Europa e il mondo. Ecco le ultime novità che arrivano dalla centrale di Zaporizhzhia e l’ultimo annuncio di Vladimir Putin sul tema gas e Nordstream.
Inutile nascondersi, la guerra è sempre sbagliata per terrore, barbarie, crudeltà e morti. Per le famiglie, in generale, e soprattutto per la civiltà. E qui sbarchiamo direttamente alla centrale di Zaporizhzhia. Poi, però, ci sono anche tutte le conseguenze economiche, con annessi e connessi, e non può essere preso sotto gamba. Quello che sta succedendo nelle ultime ore e le dichiarazioni di Vladimir Putin fanno riflettere su quale piega stiano prendendo le cose.
La guerra tra Russia e Ucraina e le ultime novità che arrivano da Zaporizhzhia
La centrale nucleare di Zaporizhzhia cattura ancora una volta l’attenzione mediatica e nelle ultime ore, per le conseguenze che sta avendo per tutta l’Ucraina e quindi per l’Europa. Nonostante sia avvenuta la tanto attesa e invocata missione Aiea, e allora l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, le cose non sono cambiate e almeno non più di tanto. Una missione che è diventata permanente, dato che due funzionari dovranno restare sempre nella struttura. Ma andiamo alle novità delle ultime ore che sono fondamentali per il conflitto e la stabilità europea.
L’ultimo reattore in funzione nella centrale nucleare di Zaporizhzhia è stato disconnesso dalla rete elettrica ucraina. Un annuncio che ha scosso l’opinione pubblica nella giornata di oggi e che è arrivato direttamente dall’operatore per l’energia nucleare di Kiev, Energoatom. È proprio l’operatore, infatti, ad annunciare coram populo che negli ultimi tre giorni, i russi, che ormai da diverso tempo occupano la centrale, hanno continuato a bombardare intensivamente l’area e quindi la regione di Zaporizhzhia. Proprio a seguito di questi intensi bombardamenti, diverse linee di trasmissione sono state danneggiate. Secondo quanto ha riferito Energoatom, intanto, proprio in data odierna è scaturito un incendio a seguito dell’ennesima bomba ed è stata disconnessa la linea di trasmissione di potenza a 330 kV ZaTES – Ferrosplavna. Si trattava, nello specifico, dell’ultima linea che collegava il nodo ZaNPP/ZaTES con il sistema energetico dell’Ucraina. Infine, proprio per questo, l’unità di alimentazione numero 6 è stata scaricata e disconnessa dalla rete. In questo momento, viene rifornito solo il fabbisogno della centrale nucleare di Zaporizhzhia.
Una notizia che aggrava ulteriormente il quadro della situazione. Ricordiamo, infatti, che la centrale di Zapaorizhzhia è la più grande d’Europa e fornisce elettricità a un bel pezzo di Ucraina. L’opera distruttiva dei russi, in ogni caso, non si ferma qui. Infatti, diversi raid sono arrivati oggi su diverse zone dell’Ucraina e si contando almeno tre vittime civili e diversi feriti, anche oggi. E non sono stati lanciati in zone a caso, dato che le regioni colpite sono quelle di Dnipropetrovsk, che si trova a sud-est, e Kharkiv, città chiave nella guerra, almeno dal quel maledetto 24 febbraio e che è situata a est.
Entrando più nei dettagli, a Dnipropetrovsk, ed esattamente nel distretto di Kryvorizka, una donna anziana è morta ad Apostolovo, mentre la conta dei feriti si è fermata a tre, ma sono tutte persone ora ricoverate in ospedale e in gravi condizioni. Un annuncio di cui abbiamo notizia dal governatore Valentyn Reznichenko. A essere colpito, non a caso, è stato anche un gasdotto, da cui è scaturito un incendio, già placato. Trasferendoci a Kharkiv, invece, è tramite l’artiglieria di Mosca, è stato oggetto dell’assalto il villaggio di Zolochiv. In seguito all’attacco, sono morti un uomo di 39 anni e un uomo di 52 anni. I residenti sono stati invitati a rimanere nei rifugi, perché si teme l’escalation non sia finita e dunque che ci siano nuovi bombardamenti.
E da Mosca, nonostante i ripetuti attacchi e la conclusione della missione Aiea, non hanno alcuna intenzione di prendersi le loro colpe. Infatti, Mosca riferisce di nuovi attacchi alla centrale di Zaporizhzhia, addossando la colpa all’Ucraina. L’amministrazione comunale di Energodar, la città in cui si trova l’impianto e che è sotto il controllo dei russi, ha riferito la notizia direttamente alla stampa, come riporta Interfax. Hanno detto in maniera chiara e netta: “L’amministrazione militare-civile della città di Energodar segnala tre colpi di artiglieria dall’altra parte del fiume Dnepr”, assalti che sono stati documentati all’interno dell’impianto. Dai filorussi sottolinea come la presenza permanente degli ispettori Aiea, Agenzia internazionale per l’energia atomica, nono sta impedendo a Kiev di continuare a bombardare nei pressi della centrale. E poi concludono: “Il livello di radiazioni è nella norma e nessuna delle strutture chiave della centrale elettrica è stata danneggiata”.
Insomma, il rimpallo di colpe non termina, ma i problemi sì, e non solo a Zaporizhzhia. In Italia e in tutta l’Europa, il problema energetico continua a destare grandi preoccupazioni. Ne ha parlato direttamente Vladimir Putin, durante un incontro per lo sviluppo sociale ed economico della Kamchatka. Secondo le agenzie russe, ha detto direttamente: “La produzione di Gazprom non sta diminuendo, ma sta addirittura aumentando”. Le conseguenze, però, non sono di certo meno per il vecchio continente, e questo è comunque una notizia delle ultime ore.
La strategia di Putin, infatti, è far impennare i prezzi del gas in Europa, tramite il blocco dei flussi di gas da parte della Russia attraverso il gasdotto Nord Stream 1. A ribadirlo pubblicamente è stato il portavoce del governo tedesco, secondo quanto riporta la Reuters. L’annuncio della Germania è arrivato in conferenza stampa, affermando che i prossimi mesi saranno difficili, ma il governo sta lavorando per attenuare gli effetti sui prezzi dell’energia. E non sarà comunque facile.
A tal proposito, sono arrivate anche le parole del portavoce della Commissione europea, Tim McPhie: “Le interruzioni di gas che stiamo subendo sono il risultato dell’uso della fornitura energetica come arma da parte della Russia”. Infatti, è importante sottolineare che non abbiamo alcun gasdotto dalla Russia all’Europa, che non sia Nord Stream 1. E se si trattasse solo di problemi tecnici, potrebbe essere trovata una nuova soluzione attraverso altri gasdotti. Tim McPhie, invece, chiude le porte in maniera secca e a lui si aggiungono le parole di Eric Mamer: “E’ un sogno impossibile pensare che aprendo Nord Stream 2 si risolverebbero i problemi della fornitura di energia”.
Un problema grave a cui l’Ucraina sta cercando di dare una soluzione. Già Volodymyr Zelensky, negli scorsi giorni, si è occupato del problema energetico, stabilendo le risorse ucraine come svincolo dalla Russia. Oggi sono arrivate anche le parole del primo ministro ucraino Denys Shmyhal su Telegram: “L’esportazione di elettricità dall’Ucraina può sostituire volumi significativi di gas russo, attualmente importato in Europa”. E sono parole importante, perché arrivate a seguito di un incontro con il vicepresidente della Commissione europea Marosh Šefčovych a Bruxelles. I numeri ci starebbero tutti, perché ora come ora la capacità commerciale è di 300 MW, mentre il potenziale dell’export ucraino potrebbe arrivare fino a 2.000 MW. Shmyhal afferma: “Prevediamo di aumentare il volume delle esportazioni di elettricità e saremo grati per il supporto della Commissione europea”.
Intanto, dalle nostre parti l’allarme è sempre più forte per le famiglie e ancora di più per le piccole imprese. Confartigianato si è esposto in maniera importante sul tema, dopo una rilevazione elaborata per l’Adnkronos. Infatti, se non si attestassero cali dei prezzi dell’energia prima del nuovo anno, i maggiori costi complessivi per le piccole imprese artigianali del food and beverage, e stiamo parlando di aziende che riguardano lavorazione carni, formaggi e tanto atro, salirebbero a 2,3 miliardi nel 2022. E si tratta di un settore che comprende 70mila aziende e che dà lavoro 271mila addetti.
I costi dovuti ai rincari dell’energia elettrica avrebbero conseguenze enormi per le piccole imprese del settore alimentare, banalmente stiamo parlando panifici, pizzerie al taglio, lavorazione delle carni, piccoli caseifici, pastifici, pasticcerie, ma anche rivenditori di bevande. E se parliamo dell’ultimo anno, è stato registrato un maggiore costo delle bollette pari a 1,2 miliardi di euro. Confartigianato ha, dunque, lanciato il monito: le aziende del settore alimentare hanno dovuto fare i conti con forti incrementi dei prezzi delle materie prime, dei trasporti e dei costi di produzione. Si pensi anche solo agli imballaggi, alla plastica, al vetro e al legno, e anche alla carta per le etichette dei prodotti. Soffrono anche tutte le gelaterie e pasticcerie artigianali italiane che in estate sono state ovviamente molto più attive. Per loro, e parliamo di quasi 18mila unità, le bollette elettriche, negli ultimi dodici mesi, sono aumentate in media tra il 300 e il 350%. Numeri assolutamente spaventosi.
Le ultime mosse di Zelensky e dell’Ucraina, anche a livello di rapporti internazionali
Intanto, continua il lavoro diplomatico da parte dell’Ucraina per rinsaldare i rapporti con i suoi alleati. Nelle ultime ore, si è mosso direttamente Volodymyr Zelensky, sentendo il presidente della Francia, Emmanuel Macron, al fine di coordinare un ulteriore sostegno alla difesa da parte della repubblica cisalpina.
Zelensky ha annunciato i contenuti dell’incontro via Twitter: “Ho tenuto considerevoli colloqui che sono durati oltre un’ora e mezza con il presidente francese Emmanuel Macron. Gli ho parlato della situazione al fronte e del corso per contrastare l’aggressività delle forze russe”. E annuncia anche un esito positivo dei colloqui: “C’è stato un coordinamento per un ulteriore supporto alla difesa da parte della Francia”. E non si è parlato solo di questo nell’incontro, dato che è avvenuto anche uno scambio di valutazioni su quanto è emerso dalla visita dell’Aiea presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia.
Held substantive, more than 1.5 hour-long talks with 🇫🇷 President @EmmanuelMacron. Told him about the situation at the front & the course of countering RF’s aggression. Coordinated further defense support from 🇫🇷. Exchanged assessments of the results of the IAEA mission to #ZNPP
— Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) September 5, 2022
E anche con Boris Johnson, nonostante il cambio della guardia, i rapporti sono stati e sono ottimi, tanto che Zelensky ha deciso di dedicargli un post, in due lingue, sempre su Twitter.
Провів підсумкову розмову з @BorisJohnson у його нинішньому статусі. Від імені всього українського народу подякував за особисту сміливість, принциповість і визначний внесок у протидію агресії РФ. З нетерпінням чекаю на співпрацю з великим другом України у новому статусі.
— Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) September 5, 2022
Had a summing up conversation with @BorisJohnson in his current capacity. On behalf of all 🇺🇦 people, I thanked him for his personal bravery, principles & a major contribution to countering RF’s aggression. I look forward to cooperation with a great friend of 🇺🇦 in a new status.
— Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) September 5, 2022
Intanto, domenica notte, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha ringraziato le sue forze militari per essere riuscite a prendere due insediamenti a sud e anche un terzo a est, segno che la rimonta da parte degli schieramenti ucraini sta andando avanti. Zelensky ha citato “buoni rapporti” dei suoi comandanti militari e dal capo dell’intelligence, secondo quanto riporta il “Guardian”.
E un altro segnale di scricchiolii tra gli uomini di Putin è arrivato ancora quest’oggi. Infatti, le autorità filorusse, nella regione occupata di Kherson, che si trova a sud dell’Ucraina, hanno messo in stand-by il referendum di adesione alla Russia, anche se l’avvicinamento al voto era già partito. Ad aggiornare sulla situazione è stato Kirill Stremusov, capo delle autorità filorusse, come riporta la Bild: “Dati gli attuali sviluppi, credo che al momento ci prenderemo una pausa”, ha dichiarato.
Intanto, è importante aggiornarvi anche sulla situazione relativa le esportazioni di grano e materie prime dall’Ucraina al resto del mondo, dopo gli accordi del 22 luglio che hanno portato alla ripresa dell’export, con l’ausilio di Turchia e Nazioni Unite. Le ultime notizie riguardano direttamente l’Italia. Stamani è arrivata nel porto di Catania la Sds Green, nave battente bandiera italiana che portava con sé più di 5 mila tonnellate di mais di origine ucraina. Il carico in questione, infatti, è partito dall’Ucraina ed è stato trasportato attraverso uno dei corridoi tracciati proprio a questo fine, e che è arrivato direttamente al porto di Rijeka in Croazia.
Il problema era poi costituito dal fatto di eseguire le operazioni in maniera veloce e proficua e quindi si è andati avanti con lo sbarco e lo svincolo della merce, tramite un apposito team di esperti messo a disposizione dall’Agenzia delle Dogane. C’erano funzionari doganali e chimici, i quali si sono occupati delle verifiche di controllo del prodotto, che avevano come fine l’accertamento dei requisiti necessari per la commercializzazione. Hanno utilizzato inoltre un laboratorio chimico mobile per testare la sicurezza alimentare. In questo caso, tutto è andato per il meglio e quindi l prodotto è stato dichiarato conforme e svincolato per la commercializzazione.
Il direttore regionale di Adm, Luigi Liberatore, ha fatto il punto della situazione a riguardo, come riportato da “SkyTg24”: “La direzione Sicilia dell’Agenzia delle Accise, dogane e monopoli assicura che i controlli sono stati eseguiti nella maniera corretta e garantisce la sicurezza alimentare del prodotto immesso in consumo, salvaguardando la salute dei consumatori“. Sottolinea anche la tempestività con cui sono arrivati a buon fine i controlli e quanto sia importante per le operazioni. Le esportazioni dall’Ucraina procedono, quindi, con passo spedito, anche verso l’Italia, e fino a qualche mese fa non era affatto scontato, in una guerra senza esclusione di colpi.