Le luci, seppur costose, sono tutte puntate sull’andamento del prezzo del gas. Rispetto alla chiusura di ieri, però, le quotazioni, con l’indice Ttf alla Borsa di Amsterdam, quella di riferimento per il mercato virtuale, sono scese a 218 euro al megawattora, l’11% in meno. Un netto miglioramento, tra l’altro, anche in confronto all’apertura di ieri di 275 euro.
I problemi, però, ora sono altri: con la Russia che minaccia l’Unione europea e soprattutto l’Italia di ritorsioni qualora venisse imposto il tetto al costo del gas. La portavoce del ministro degli Esteri di Mosca ha detto che le scelte di Roma – la proposta è del nostro ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani -, siano imposte da Bruxelles e quindi da Washington e dagli Stati Uniti.
Caro energia, parziale ripresa delle quotazioni alla Borsa di Amsterdam
Il prezzo del gas non tornerà, a breve, ai livelli che conoscevamo prima dell’invasione dell’Ucraina di Volodymyr Zelensky da parte della Russia di Vladimir Putin, ma oggi c’è qualcosa di cui sorridere (ce ne saranno anche altre spaventose, dopo).
Nonostante la chiusura del gasdotto Nord Stream 1, che attraverso la Germania fornisce l’energia a tutta l’Europa, compresa l’Italia, da parte di Gazprom, le quotazioni in apertura dell’indice di Title Transfer Facility nella Borsa di Amsterdam, quella in cui ha sede il mercato virtuale, sono scese dell’11% rispetto alla chiusura di ieri. Il costo si aggira intorno ai 218 euro al megawattora contro i 240 della serata precedente e, addirittura, i 275 dell’apertura di ieri mattina.
Una bella notizia, dicevamo, perché riporta il valore a quello di venerdì, il giorno in cui prima la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aveva annunciato che dall’Ue si stava pensando all’introduzione del price cap, poi da Mosca aveva fatto sapere della chiusura del gasdotto a causa di lavori di manutenzione che si protranno fino a data da destinarsi.
Caro energia, la Russia attacca l’Europa: “Il piano di Cingolani farà soffrire gli italiani ed è imposto dagli Stati Uniti”
Ma dietro l’angolo ce n’è una che difficilmente potrà piacere agli italiani. In un post su Telegram, la portavoce del Ministero degli esteri russo, Maria Zakharova, ha infatti attaccato il piano proposto dal nostro ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, per la riduzione della dipendenza delle fonti energetiche russe.
“Roma è spinta al suicidio economico per la frenesia sanzionatoria euro-atlantica”, e il risultato sarà che le imprese italiane saranno “distrutte dai ‘fratelli’ d’Oltreoceano“, poiché le aziende americane oggi “pagano l’elettricità sette volte meno di quelle italiane“, ha detto la portavoce secondo cui il piano del fisico “è imposto a Roma da Bruxelles, che a sua volta agisce su ordini di Washington, ma alla fine saranno gli italiani che dovranno soffrire“.
Zakharova ha detto inoltre che le sanzioni “sono diventate uno strumento di concorrenza sleale” contro i produttori italiani. “Quando le imprese italiane crolleranno, saranno comprate a buon mercato dagli Yankee“.
A stretto giro di posta è arrivato anche il commento del portavoce del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, Giuseppe Marici. “Ancora una volta dalla Russia arrivano dichiarazioni strumentali a poche settimane dal voto. Ennesima prova che le autorità russe si stanno rendendo protagoniste di chiare ingerenze, con la diffusione di notizie propagandistiche“.
Per Marici, il fatto che i cittadini e le imprese italiani siano strozzati dagli aumenti dei prezzi del gas è dovuto alle “speculazioni russe e da una guerra che Putin continua a portare avanti causando la morte di centinaia di vittime innocenti“.
Ma non è tardata ad arrivare neanche la risposta dell’Unione europea che, attraverso le parole del portavoce della Commissione europea, si è trincerata in un (quasi) no comment. “Non perdiamo tempo a commentare le dichiarazioni folli delle personalità russe. C’è un eccellente cooperazione fra l’Ue e gli Stati membri sul tema energetico“, ha detto prima di concludere che i “Paesi lavorano insieme per rispondere alle sfide create dalle aziende russe“.
Shulginov, parlando all’Eastern Economic Forum, aveva detto che il programma europeo di indipendenza energetica dalla Russia avrà varie conseguenze. “La stessa situazione dei prezzi conferma che non è così facile“, ha osservato. “Oltretutto, ciò comporterà una battuta d’arresto nel settore, compresa la produzione di prodotti chimici e gas . Sarà una vita completamente nuova per gli europei. È troppo per loro“, ha concluso il ministro russo.