Dall’Onu: “Il Covid ci ha riportato indietro di cinque anni”

La pandemia da Covid prima, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia dopo, temperature da record, incendi, tempeste a fare da contorno: no, non è il mondo migliore in cui vivere e nascere. E la salute, l’aspettativa e il tenore di vita, l’istruzione ne risentono.

Covid
Un ragazzo protesta per le misure anti Covid – lettoquotidiano.it

Per la prima volta dalla sua creazione, 32 anni fa, l’indice di sviluppo umano globale è diminuito per due anni di fila, riportandoci al livello del 2016, quindi a cinque anni fa, dicono dal Programma di sviluppo della Nazioni unite (Undp). Il declino riguarda più del 90% dei Paesi. Pesano l’incertezza e la polarizzazione, manca, invece, la solidarietà.

Dall’Onu arriva l’allarme: il Covid e la guerra in Ucraina ci hanno riportato indietro di cinque anni

Il mondo è martoriato, dilaniato. Dalla pandemia da Covid-19 iniziato a febbraio del 2020 all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin due anni dopo passando per il riscaldamento climatico, le temperature record, le tempeste, gli incendi non ce la fa più neanche lui ad affrontare le radici dei problemi che ci attendono. E senza un cambiamento di rotta, le ingiustizie e le privazioni non si fermeranno qui.

Medici e infermieri
Medici e infermieri – lettoquotidiano.it

Questo è l’allarme, in estrema sintesi, che ha lanciato oggi il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (Undp) nel suo ultimo rapporto intitolato “Uncertain Times, Unsettled Lives: Shaping our Future in a Transforming World“. Strati di incertezza si accumulano e interagiscono per sconvolgere la vita in modi senza precedenti, sostengono.

A farne spese la salute, l’istruzione, il tenore di vita delle persone. Secondo l’indice di sviluppo umano, calcolato proprio sui parametri appena richiamati, scende per la prima volta dopo più di trent’anni per due anni di fila e si attesta ai livello di cinque anni fa,  invertendo gran parte dei progressi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

È vero, gli ultimi due anni hanno avuto un impatto devastante per miliardi di persone in tutto il mondo: l’emergenza sanitaria si è scontrata con la guerra che, a loro volta, hanno dovuto interagire con ampi cambiamenti sociali ed economici, pericolosi cambiamenti planetari e massicci aumento della polarizzazione dando un risultato desolante a dir poco.

Chi pensa che sia un problema solo italiano dovrà ricredersi: oltre il 90% dei Paesi al mondo ha registrato una flessione nel 2020 o nel 2021, oltre il 40% è arretrato in entrambi gli anni, un segnale che la crisi si sta aggravando per molti. In alcune parti del mondo si sta provando a rimettersi in piedi, ma la ripresa è disomogenea e parziale e non fa che aumentare le diseguaglianze nello sviluppo umano. In America Latina, nei Caraibi, nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale i risultati sono ancora più devastanti.

Il mondo si sta arrampicando per rispondere alle crisi che ne sono conseguite – ha iniziato l’amministratore dell’Undp, Achim Steiner -. Lo abbiamo notato con il costo della vita che aumenta e le crisi energetiche che, mentre si tenta di concentrarsi su soluzioni rapide come sovvenzionare i combustibili fossili, le tattiche di soccorso immediato, si ritardano i cambiamenti sistemici a lungo termine che dobbiamo apportare“.

Il problema, ha detto ancora, è che “siamo collettivamente paralizzati” nel cambiare perché viviamo in un mondo caratterizzato dall’incertezza ed è per questo che “abbiamo bisogno di un rinnovato senso di solidarietà globale per affrontare le nostre sfide comuni e interconnesse“.

Per combattere le crisi servono solidarietà e azioni collettive

E quindi, ancora, il rapporto spiega i motivi per cui il cambiamento, necessario oltre maniera, tarda ad arrivare: l’insicurezza e la polarizzazione si alimentano a vicenda mentre servono solidarietà e un’azione collettiva in grado di farci affrontare le crisi, a tutti i livelli. Per esempio, chi si sente più insicuro ha maggiori probabilità di avere opinione politiche estreme.

Anche prima che il COVID-19 colpisse, stavamo assistendo ai due paradossi del progresso. Oggi, con un terzo delle persone in tutto il mondo che si sente stressato e meno di un terzo delle persone che si fida degli altri, ci troviamo di fronte a grossi ostacoli all’adozione di politiche che funzionino per le persone e per il pianeta“, ha chiarito Steiner. “Questa nuova stimolante analisi mira ad aiutarci a rompere questa impasse e tracciare un nuovo corso fuori dalla nostra attuale incertezza globale. Abbiamo una finestra ristretta per riavviare i nostri sistemi e garantire un futuro basato su azioni decisive per il clima e nuove opportunità per tutti“.

Cosa serve, però? Il rapporto raccomanda l’attuazione di politiche incentrate sugli investimenti, dalle energie rinnovabili alla preparazione alle pandemie, ma anche sulle assicurazioni, compresa la protezione sociale, per preparare le nostre società agli alti e bassi di un mondo incerto. Mentre  l’innovazione nelle sue molteplici forme – tecnologica, economica, culturale – può anche creare capacità per rispondere a qualsiasi sfida si presenti.

Per superare l’incertezza, dobbiamo raddoppiare lo sviluppo umano e guardare oltre il miglioramento della ricchezza o della salute delle persone“, afferma Pedro Conceição dell’Undp, autore principale del rapporto. “Questi rimangono importanti. Ma dobbiamo anche proteggere il pianeta e fornire alle persone gli strumenti di cui hanno bisogno per sentirsi più sicuri, ritrovare un senso di controllo sulle proprie vite e avere speranza per il futuro“.

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