Una giovane operaia è rimasta impigliata per i capelli in un macchinario presso l’azienda di Udine dove lavora.
La donna è stata liberata grazie all’aiuto dei colleghi e all’intervento tempestivo dei soccorritori del 118.
Tragedia sfiorata a Udine
Non è la prima volta in cui leggiamo di sfortunati incidenti sul luogo di lavoro, i quali molto spesso causano la morte dei soggetti interessati.
In questo caso però, miracolosamente, la tragedia è stata solo sfiorata e la protagonista della spiacevole avventura si è salvata.
Siamo a Udine, precisamente nella frazione di Fagagna, dove nella serata di venerdì scorso, una giovane operaia è rimasta bloccata in un macchinario.
La donna lavora presso una fabbrica del luogo e sarebbe rimasta impigliata per i capelli al macchinario con cui stava lavorando.
I colleghi hanno sentito la sua richiesta di aiuto e hanno provveduto subito a interrompere il funzionamento dei macchinari.
Poi sono riusciti a liberarla e hanno chiamato subito il 118. Giunto sul luogo, il personale sanitario ha provveduto ad assistere la giovane, ancora scioccata per quanto accaduto.
Sebbene i colleghi siano intervenuti tempestivamente per aiutarla, è stata trasportata in codice giallo presso l’ospedale più vicino per poter essere medicata e assistita.
I medici hanno riferito che le condizioni non sono critiche e, a parte il forte shock che si legge ancora nei suoi occhi e la paura, si riprenderà nel giro di alcuni giorni.
La dinamica e le indagini
La donna è ancora fortemente scossa per aver sfiorato quella che sarebbe stata davvero una morte terribile.
Tutto è avvenuto in pochi minuti e le forze dell’ordine che stanno indagando ed effettuando gli accertamenti del caso, hanno fornito una prima ricostruzione.
Secondo quanto emerso, la donna, che ha riportato diverse ferite ma non è in pericolo di vita, stava lavorando nella fabbrica intorno alle 23 del 9 settembre.
A un certo punto, i suoi capelli sono rimasti impigliati nel macchinario, che l’avrebbe macellata in poco tempo se non fossero intervenuti i suoi colleghi.
Su posto sono giunti ovviamente i soccorritori, che hanno fornito le prime cure per poi disporre il trasferimento in ospedale.
Sono intervenuti poi anche il personale Spisal e i Vigili del Fuoco, oltre ai Carabinieri per porre temporaneamente sotto sequestro l’area e condurre i dovuti accertamenti.
Questi hanno ascoltato i colleghi della donna e preso in analisi i filmati delle videocamere presenti in fabbrica.
Non sono state diffuse ulteriori informazioni in merito, nemmeno l’identità della giovane operaia, la cui vicenda ci riporta indietro nel tempo per ricollegarci a un altro episodio simile, ma con un epilogo diverso.
Il precedente
Era il mese di maggio del 2021, quando proprio nella festa dedicata ai lavoratori, Luana D’Orazio morì a causa di una dinamica analoga a quella che ha interessato l’operaia di Fagagna.
La giovane rimase impigliata anche lei in un macchinario nella fabbrica tessile dove lavorava. Per lei non c’è stato nulla da fare, infatti la 22enne è stata trascinata per i capelli e poi per la maglietta all’interno del macchinario.
Morì a causa delle gravissime ferite riportate, lasciando un bambino, che ora è in affido dai nonni fino a quando sarà maggiorenne.
I familiari rifiutarono un risarcimento di più di 1 milione di euro, in vista dell’apertura del processo, con la spiegazione che i soldi non avrebbero mai compensato la morte della ragazza.