La seconda parte del 2022 ci restituisce un’Italia diversa nella lotta al Covid. Sicuramente un Paese più spensierato, che ambisce alla normalità, meno timoroso, ma che non può dimenticare quanto ha passato e i rischi che anche oggi si corrono. Per questo, è impossibile e ingiusto mollare del tutto la presa e lasciar spadroneggiare il virus. Vediamo perché è importante proseguire sulla linea dei vaccini e procedere con le dosi booster.
La fine dell’estate alimenta musica, titoli, letteratura, lacrime e amori un po’ da sempre, ma nel novero non possiamo lasciare fuori scienza e medicina, e sicuramente non quest’anno. E semplicemente perché proprio con i primi giorni di settembre sono arrivati dei sì fondamentali per l’aggiornamento e lo smistamento dei vaccini anti-SARS-CoV-2. E poi la pandemia da Covid-19 non è finita, anzi sta lasciando dietro di sé una lunga scia di singhiozzi epidemici, che si esprimono con focolai, nuove varianti e le conseguenti ondate di contagi. La risposta non possono essere chiusure generalizzate, lockdown e le soluzioni più o meno condivisibili adottate dal 2019. Per fortuna, la strada giusta c’è, continua a essere quella dei vaccini e l’inizio di settembre ha segnato una nuova piccola rivoluzione in tal senso. Vediamo perché è importante continuare con le dosi e perché i nuovi vaccini approvati sono così importanti.
È tempo di dosi booster e vaccini per il Covid aggiornati a Omicron, senza dubbi
Viviamo in una fase storica in cui la normalità è una conquista e non può essere scontata. Prima il Covid, poi la guerra, ora entrambe, con tempi, modalità e difficoltà diverse. E chi, non per forza negazionista, agita la mano, storpia il viso con una smorfia ed esclama frasi del tipo “Ma tanto è come un’influenza” non ha capito con chi abbiamo a che fare.
Sì, perché il nuovo Coronavirus, che è il Grinch della socialità e ci ha costretto a mascherine, tamponi e reclusione, ha due caratteristiche fondamentali che lo rendono temibile: la capacità camaleontica di cambiare e adattarsi, e poi il fatto di essere nuovo e quindi imprevedibile. Per quanto sequenziamenti, studi clinici, sperimentazioni terapeutiche abbiano fatto grandi passi in avanti nella conoscenza verso l’invisibile nemico, una corretta gestione della pandemia passa per forza di cose dalla prevenzione. Senza paura e allarmismi che sarebbero ormai anacronistici, e anche senza privazioni.
In questo, la pratica ha rotto la grammatica medica, dato che l’ultima massiccia ondata di contagi a giugno e luglio ha portato, in percentuale, molti meno ricoveri e malattie gravi rispetto alle precedenti. Era logico, viste le dosi di vaccino somministrate alla stragrande maggioranza della popolazione e visti gli anticorpi naturali generati dal sistema immunitario di chi il Covid l’ha incontrato, espresso e superato. Logico, ma non scontato, dato che ogni variante si esprime con contagiosità, sintomi e pericolosità un po’ diverse.
Comunque, dal 12 settembre, dopo confronti, linee programmatiche e approvazioni ufficiali è possibile prenotare in Italia la somministrazione della dose booster di vaccino. Una somministrazione raccomandata agli over 60, alle persone fragili e a tutti gli over 12 che non hanno ancora ricevuto la prima dose di richiamo (terza dose). Oltre al personale sanitario e a chi vive nelle Rsa. E chi storce il naso è avvertito: non possono esserci dubbi scientifici sulla validità dei vaccini.
Da questo punto di vista, sono arrivate parole importanti a firma di Guido Silvestri, virologo e docente negli Stati Uniti della “Emory University” di Atlanta. Tramite un post su Facebook, anche lui ha avvertito sull’importanza dell’ennesima dose: “La protezione che garantiscono i vaccini, anche se potente, ha una durata limitata nel tempo. Di conseguenza, è importante insistere con le dosi booster e con i tempi indicati dagli esperti – scrive -, anziché insinuare dubbi sulla loro sicurezza ed efficacia”. Silvestri specifica, inoltre, che ci sono possibilità “rare, ma non impossibili” che Omicron e le sue sottovarianti evolvano verso vie “meno benigne”. E comunque la soluzione, anche nel caso in cui gli scenari peggiori si materializzassero, sarebbe insistere con il siero e con il potenziamento dei servizi sanitari.
L’importanza dei nuovi vaccini e le parole del ministro Speranza
Le parole di Silvestri sono talmente chiare da non aver bisogno di tante altre spiegazioni, ma non sono le uniche rilevanti che hanno caratterizzato le ultime ore. Infatti, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha spiegato l’importanza dei nuovi vaccini e del booster ai microfoni di “Metropolis”, online sul sito di “Repubblica”.
Il segretario di Articolo Uno specifica subito: “Dobbiamo spingere con questa campagna vaccinale: il Covid non è scomparso per magia, non è evaporato o finito su Marte“. Poi lancia un appello a tutte le forze politiche, ai passi finali della strada che porterà alle elezioni politiche: “Chiedo a tutte le forze e ai partiti di assumere un impegno a continuare con determinazione la campagna di vaccinazione anche dopo il 25 settembre”, la data delle elezioni, appunto.
Il riferimento è sicuramente alla coalizione di centro-destra, in pole assoluta per assumere il controllo del prossimo governo. A tal proposito, aggiunge: “Credo che gli italiani abbiano diritto di sapere come la pensa ognuno di noi”. Speranza sottolinea anche che mollare la presa sulle vaccinazioni vorrebbe dire fare un grande passo indietro nella lotta al Covid, soprattutto nelle sue espressioni più gravi.
La battaglia politica impazza e il ministro della Salute, questa volta, fa nomi e cognomi: “Temo che Salvini e Meloni non si esprimano in termini chiari perché fanno l’occhiolino ai no-vax pensando di poter prendere qualche voto in più”. Speranza specifica, poi, che questo è un momento decisivo per andare avanti con la campagna vaccinale per le quarte dosi, soprattutto per alcuni strati della popolazione, ma che si tratta di una raccomandazione per tutti i cittadini, senza distinzioni.
Il ministro fa anche il punto della situazione sui nuovi vaccini bivalenti. Si tratta, in sostanza, di prodotti che proteggono sia dalla forma originaria del Covid, quella partita da Wuhan, per intenderci, ma anche dalla prima sottovariante di Omicron (Omicron 1): “In realtà, i vaccini contro il Covid aggiornati a Omicron 1 e quelli rivisti a Omicron 4 e 5 sono abbastanza vicini”. E aggiunge: “Sono molto simili ed entrambi costruiti sulla variante Omicron”. Infatti, già da fine agosto, il dibattito politico e sanitario è stato importante per l’approvazione del siero aggiornato alle sottovarianti 4 e 5, che avevano terminato solo la sperimentazione animale. Alla fine, si è deciso di seguire la strada tracciata dagli Stati Uniti e l’Ema ha scelto di approvarli, snellendo la procedura e i tempi per il via libera.
Più voci autorevoli, inoltre, hanno sottolineato che non è tanto importante il tipo di sottovariante a cui il vaccino è aggiornato, quanto la variante in sé e per sé. L’efficacia dei vaccini attualmente a disposizione, quindi, non è in discussione. In ogni caso, in due o tre settimane circa, dato che è già arrivata l’approvazione ufficiale, anche le somministrazioni specifiche per Omicron 4 e 5 potranno partire. E si tratta comunque di vaccini bivalenti.
Anche Speranza l’ha detto senza mezzi termini: “È chiaro che noi metteremo a disposizione i vaccini più aggiornati non appena saranno qui concretamente. Una cosa è l’autorizzazione, un’altra è l’arrivo materiale dei vaccini in ogni singolo territorio“. E conclude: “Ora i vaccini stanno arrivando, anzi sono già arrivati nella larghissima parte delle regioni e qualcuno sta iniziando anche a vaccinare con i nuovi booster”. La distribuzione dei vaccini aggiornati, quindi, è un passo fondamentale compiuto dalle autorità politiche e sanitarie e non bisogna sottovalutarlo in quella lotta per la normalità libera e non più scontata che ognuno di noi nel suo piccolo può rivendicare. Non con missili e bombe, ma anche semplicemente con una dose booster in più nei tempi giusti.