Zelensky a Izyum: “Avanti verso la vittoria. Crimea, stiamo arrivando”

A gonfie vele e con la bandiera dell’Ucraina issata, così Volodymyr Zelensky si è presentato a Izyum, città riconquistata dal suo Paese, che oggi sta festeggiando l’allontanamento dei russi. L’ennesima dimostrazione che siamo entrati in una nuova fase della guerra, fatta sì di tanti problemi economici e energetici, ma anche di una controffensiva ucraina che sta facendo male a Vladimir Putin. E comunque i russi non si fermano.

Zelensky
Zelensky – lettoquotidiano.it

Non bisogna andare tanto lontano, in diverse occasioni, per essere felici. Anzi, forse risiede proprio in ciò che diamo per scontato, la felicità. E, quindi, nella stabilità, in un sorriso, in un discorso, nella pace, in tutto e per tutto. Il popolo ucraino ne sa qualcosa per quello che sta vivendo dal drammatico 24 febbraio in cui tutto è cominciato. Il conflitto con la Russia e l’invasione, ovviamente. Ma oggi Zelensky ha potuto presentarsi di fronte a una Izyum liberata parlando al futuro e non in un presente che sa di resistenza. Anche solo fino a qualche settimana fa, non era affatto scontato o nei pronostici.

Zelensky e il discorso a Izyum liberata: l’obiettivo è la Crimea

È uno Zelensky nuovo quello che è andato a Izyum per celebrare la liberazione della città dopo l’allontanamento dei russi e la fuga delle truppe di Putin. Nuovo non perché sia cambiato come presidente, ma perché a essersi trasformata è la guerra. Non nei suoi significati, ma sicuramente nella sua stagione.

Dall’inizio di settembre, infatti, è partita una controffensiva fruttuosa e fondamentale sotto il profilo militare e nella guerra in atto. Un ribaltamento di fronte che ha costretto le truppe russe a quella che loro stessi hanno definito riorganizzazione, ma in realtà si chiama fuga. Sì, per concentrarsi principalmente sul Donbass, ma anche perché le truppe di Putin sono stanche e decimate, probabilmente anche sfiduciate verso i loro stessi vertici militari.

Izyum
Izyum – lettoquotidiano.it

Intanto, anche un po’ a sorpresa, oggi Zelensky è arrivato a Izyum dove ha celebrato la liberazione della città dai russi. Le sue parole al popolo sono molto significative: “Se prima guardavamo in alto per cercare il cielo, ora lo facciamo per vedere sventolare la bandiera dell’Ucraina. Andiamo avanti verso la vittoria. Una luce in fondo al tunnel che non è semplicemente motivazionale verso un popolo che sta soffrendo un’invasione pesantissima, ma ora è spiraglio concreto di libertà.

Poi le parole che tutti aspettavano: “Il nostro gialloblù sventola già a Izyum liberata. E così sarà in ogni città e villaggio dell’Ucraina, perché ci stiamo muovendo in una sola direzione”. Una celebrazione in piena regola quella nella città dell’oblast’ di Kharkiv e a cui hanno partecipato anche i rappresentanti delle Forze armate ucraine e delle forze di sicurezza. Proprio coloro che sono riusciti a liberare il territorio da quelli che definiscono come “invasori”.

La visita di Zelensky, però, non è servita solo a presenziare all’alzabandiera più pesante e luminoso, anzi ha lanciato anche un messaggio importante al suo popolo e a tutto il mondo. Per rispondere a un quesito diretto di “Repubblica”, il presidente si è rivolto agli abitanti della Crimea, dicendo: “Stiamo arrivando”. Già nel recente passato il leader del Paese assalito aveva precisato che lo sguardo non era rivolto solo alla resistenza, ma che l’ambizioso obiettivo ucraino era liberare anche la Crimea dai russi. Sicuramente i recenti successi militari possono dare fiducia in tal senso, ma forse è ancora presto per azzardare previsioni tanto ottimistiche.

E all’alba ci siamo svegliati anche con altre dichiarazioni importanti da parte del presidente Zelensky. Il presidente ucraino, infatti, ha tracciato la strada per tutti quei territori che man mano le sue truppe stanno riuscendo a riprendersi. Ed è una linea che punta al ritorno alla normalità, anche dopo mesi di guerra e barbarie. In particolare, ha detto: “Adesso è fondamentale che si torni a una vita normale, in quelle città (liberate) dove ci sono le nostre truppe e la nostra bandiera“. E non è soltanto una speranza o propaganda, ma proprio una questione politica. Kiev, infatti, è di nuovo in grado di adempiere ai suoi doveri e a farla da padrone, in questo, è stata la città di Balakliya, un’altra di quelle recentemente liberate. È stato proprio il numero uno ucraino a riferire che lì le pensioni sono tornate a essere pagate per la prima volta in cinque mesi. E ha spiegato anche che i pagamenti precedentemente non potevano avvenire a causa dell’invasione e dell’occupazione russa.

L’Ucraina celebra, ma la Russia non ha intenzione di desistere

Il Cremlino comunque non si ferma e non ha alcuna intenzione di mollare la presa. Dopo la riorganizzazione dell’esercito, ora le truppe di Putin stanno assalendo con convinzione tutte le zone della regione di Donetsk dove passa la linea del fronte. Nelle ultime ore c’è stato anche un importante bombardamento ad Avdiivka, come ha riferito il capo militare regionale, Pavlo Kyrylenko.

Se sul campo di battaglia, quindi, la contesa va avanti, a livello diplomatico qualcosa sta cambiando. È quanto afferma la vice prima ministra ucraina, Olga Stefanishyna, intervistata da “France 24”. La notizia è di quelle importanti e forse storiche, perché ha annunciato che alcuni funzionari russi avrebbero contattato gli ucraini per tentare finalmente una negoziazione. Secondo la ministra, sarebbe una mossa dovuta al timore per la controffensiva ucraina, che il Cremlino vorrebbe fermare il prima possibile.

E nelle ultime ore, il tema degli aiuti esteri e delle armi è tornato molto importante. Non solo per l’Ucraina, che continua a invocare forze e sanzioni dall’occidente. Infatti, il l’Intelligence britannica ha riferito che, con ogni probabilità, la Russia ha usato aerei senza equipaggio di fabbricazione iraniana durante il conflitto in Ucraina, ed era la prima volta che succedeva. La notizia è stata scoperta dopo che le truppe di Zelensky erano riuscite ad abbattere un drone Shahed-136, nella giornata di ieri. Si tratta di un’arma di matrice e utilizzo in Medio Oriente e non è affatto banale per il quadro geopolitico attuale e dei prossimi mesi.

 

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