Fondi russi ai partiti, Di Maio: “Dagli Usa potrebbe arrivare nuovi documenti, ci vuole prudenza”

Un’ombra nera, rossa, un’ombra inquietante continua ad aleggiare sopra le elezioni politiche del 25 settembre per il rinnovo del Parlamento italiano. A dieci giorni dal voto, con i leader dei partiti che chiedono chiarezza, dagli Stati Uniti al tavolo del governo arrivano documenti sulla questione dei finanziamenti russi per le campagne elettorali di 20 Paesi.

Di Maio
Luigi Di Maio – lettoquotidiano.it

L’Italia c’è, ma non ci sono i nomi. E quindi ci vuole prudenza, ha detto il ministro degli Affari esteri, Luigi Di Maio, perché nuove rivelazioni potrebbero ancora arrivare all’esecutivo. Da Washington, il presidente del Copasir, il senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso, convoca una riunione urgente con l’Autorità per la sicurezza, Franco Gabrielli, per venerdì e chiede chiarezza agli Stati Uniti.

Fondi russi ai partiti, Italia presente del dossier. Di Maio: “Serve prudenza”

L’Italia c’è. Nel dossier in mano all’intelligence statunitense sui finanziamenti da 300 milioni del partito di Vladimir Putin, Russia Unita, agli schieramenti di venti Paesi nel mondo dal 2014, c’è anche qualcosa che riguarda il nostro Paese. Non ci sono i nomi, è vero, ma una nota è stata recapitata dal Dipartito di stato degli Stati Uniti direttamente a Palazzo Chigi e alla Farnesina.

È sintetica, e in pratica ricalca quello che il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken – che oggi ha chiamato anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi, per ringraziarlo di quanto fatto per l’Ucraina e contro la Russia -, aveva già detto: in Europa, Mosca ha molto più che qualche influenza e ci sono dei leader di partito che sono stati finanziati da Putin.

I diplomatici italiani indagano, pressano, non per mera curiosità, ma perché la bomba è deflagrata proprio a pochissimi giorni dalle elezioni del 25 settembre, e potrebbe mischiare non poco le carte in tavola.

Di campagna elettorale, però, parleremo dopo. Ora serve prudenza, la stessa che ha richiamato anche il ministro degli Affari esteri e leader di Impegno Civico, Luigi Di Maio, in un’intervista a Rainews24. “Siamo in continuo contatto con gli americani, sia adesso, sia nei prossimi giorni per tutti gli ulteriori aggiornamenti. Sono arrivati gli aggiornamenti che dovevamo ricevere, consiglio prudenza“, ha detto l’ex pentastellato che ha ribadito anche l’urgenza di aprire una commissione d’inchiesta.

Non ho certezze, ma ci sono tante ombre che superano le luci“, ha aggiunto prima di concludere che nelle prossime settimane, con i nostri alleati, si chiarirà tutto e che, prima ancora, “se ne parlerà anche al Copasir già da domani“.

Urso
Adolfo Urso – lettoquotidiano.it

Ecco, dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica e dal suo presidente, il senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso, la linea è cambiata. Se nella mattinata di ieri si escludeva a priori un coinvolgimento, dopo l’incontro a Washington, dove si trova in missione per Giorgia Meloni, con il presidente democratico della Commissione intelligence del Senato, Mark Warner, e il repubblicano, Richard Burr, anche Urso inizia a chiedere chiarezza perché “siamo in campagna elettorale e abbiamo il dovere di tutelare le istituzione democratiche e di evitare ogni forma di delegittimazione“.

L’appuntamento, come già detto da Di Maio, è domani al Copasir alla presenza anche di Franco Gabrielli, l’autorità delegata per la sicurezza della Repubblica.

Fondi russi ai partiti, cambia la linea (anche) di Salvini. Dai Cinque stelle al terzo polo si chiede chiarezza prima del voto

Gli indiziati numero uno, anche senza nomi e senza certezza alcuna, rimangono sempre loro, la Lega e Matteo Salvini, che però anche oggi ha ribadito di non aver mai preso un rublo da Mosca.

Soldi dalla Russia non ne abbiamo mai visti né mai presi. È illegale farsi finanziare da un Paese straniero, ma questo vale anche se li prendi dalla Cina, dalla Corea, dagli Usa o dalla Finlandia. È quattro anni che vanno avanti con i soldi dalla Russia, sa perché non li hanno trovati? Perché non ci sono“, ha detto a Mattino Cinque. E sulle accuse del suo vecchio alleato nel governo gialloverde di aver proposto un emendamento, nel 2018, per rendere legali i finanziamenti dall’estero, il leader del Carroccio, ha detto di non ricordare niente, ma è anche passato al contrattacco del titolare della Farnesina “che svolazza nelle pizzerie italiane ha l’attendibilità che ha. Io rispondo solo agli italiani, sono a processo a Palermo perché ho difeso i confini dell’Italia“.

A margine di un evento a Vasto, oltretutto, Salvini ha chiesto ai suoi rivali di concentrarsi su altri temi e di non puntare il dito contro di lui, dopo tutto aveva iniziato il sindaco della sua Milano, Beppe Sala, in mattinata a gettare discredito sul Capitano, seguito a ruota dal segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova.

In un’intervista a Repubblica, l’inquilino di Palazzo Marino ha detto che attende, sì, di conoscere gli sviluppi sulla vicenda, ma ci sono “già elementi per ritenere che i rapporti ambigui a livello internazionale siano uno degli elementi di debolezza della coalizione di centrodestra“. Per Sala, “i rapporti politici di Salvini con Mosca non sono una illazione“, ma una constatazione.

Quanto al braccio destro di Emma Bonino e sottosegretario agli Esteri, l’attacco su Facebook non è rivolto solo al numero uno della Lega, ma anche a Silvio Berlusconi perché “hanno sempre considerato Putin un interlocutore positivo e nemmeno ora lo considerano un vero nemico dell’Europa e dell’Italia“. Certo, ha specificato, i finanziamenti potrebbero anche non essere arrivati, ma prima del voto è necessaria chiarezza (di nuovo).

La stessa che chiede anche Giuseppe Conte, presidente del MoVimento 5 stelle, che ha spiegato come il suo partito, a maggior ragione da quando lui ne è diventato il capo politico, “agisce sempre in maniera trasparente” per cui “non è possibile che possa subire interferenze“. “Mi preoccupa che qualche forza politica ne approfitti per inquinare la campagna elettorale. Bisogna maneggiare con cura queste indiscrezioni. Se ci sono elementi, lo accerti il Copasir perché bisogna essere trasparenti, altrimenti troverei grave fare campagna elettorale a colpi di allusioni“, ha dichiarato a Radio24.

Ombre sul voto anche per Matteo Renzi, leader di Italia Viva e candidato del terzo polo assieme a Carlo Calenda. Intervistato a L’aria che tira, l’ex premier ha detto che “questa roba che esce a dieci giorni dalle elezioni lascia qualche perplessità“.

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