Anche il MoVimento 5 stelle in tempesta. Il figlio del cofondatore, Davide Casaleggio, oggi su Facebook ha accusato l’attuale presidente pentastellato di avere in mano i documenti sul “caso Venezuela” un anno prima che venissero pubblicati da ABC, un giornale spagnolo di destra.
Per Casaleggio junior, il documento, che si è rivelato un falso dopo, è stato fatto circolare nel momento in cui si stava scegliendo il nuovo capo politico del movimento di Beppe Grillo dopo le dimissioni di Luigi Di Maio, ovvero nel momento in cui lui stesso sosteneva la necessità di avere più candidati alla carica, situazione che non si è verificata perché è stato poi cambiato lo statuto.
MoVimento 5 stelle, Casaleggio junior contro Conte sul caso Venezuela
A pochi giorni dalle elezioni politiche del 25 settembre, più che dedicarsi alla campagna elettorale, pare che i politici, i leader dei partiti soprattutto, debbano guardarsi le spalle dai diversi attacchi. Di alleati, vecchi amici, e non.
Prima le ombre di possibili finanziamenti dalla Russia – che il Copasir ha allontanato nella riunione di oggi -, poi le scaramucce tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini sullo scostamento di bilancio, e ancora: Silvio Berlusconi che avverte i suoi alleati che il prossimo governo dovrà essere europeista altrimenti se ne va. Ora Davide Casaleggio, figlio del cofondatore del MoVimento 5 stelle Gianroberto, che attacca su Facebook l’attuale presidente pentastellato, Giuseppe Conte.
In un video di oltre sei minuti e mezzo, l’attuale numero uno dell’Associazione Rousseau ha ripercorso tutta la vicenda sul “caso Venezuela“, in cui era stato coinvolto il padre, puntando il dito contro l’Avvocato del popolo che, ha detto, “aveva questo documento da oltre un anno e non disse nulla. Fece finta di nulla” e che, soprattutto, secondo lui voleva cambiare il corso del partito stesso.
“Devo raccontarvi un fatto grave che è successo in questa legislatura. Molti di voi lo conosceranno come il ‘caso Venezuela’. Un’infamia che è stata condotta contro mio padre“, ha iniziato Casaleggio che poi ha spiegato che nel corso di questi due anni ha fatto delle ricerche per capire cosa effettivamente è successo, cominciando dagli attori in campo tra cui, ha detto, ci sono anche i servizi segreti italiani e alcune persone dell’esecutivo di allora. “Speravo che la giustizia avesse già fatto il suo corso per la fine di questa legislatura, ma così non è stato. Credo sia quindi importante condividere alcune informazioni pubblicamente“.
Le accuse all’ex presidente del Consiglio sono arrivate poco dopo perché, stando alle ricostruzioni del figlio del cofondatore, il “documento falso è arrivato al giornale spagnolo, che poi lo pubblicò, proprio nel momento in cui il capo politico del MoVimento 5 Stelle si era dimesso“. L’inchiesta, ha ricordato ancora, non uscì subito, ma sei mesi dopo, nel momento in cui all’interno del movimento c’erano delle discussioni sul voto che avrebbe portato a trovare una nuova guida dopo le dimissioni di Luigi Di Maio: da una parte c’era lui che voleva che ci fossero più candidati, come tra l’altra recitava lo Statuto, dall’altra l’allora premier si poneva come unico in grande di raccogliere l’eredità del ministro degli Esteri.
Quelle discussioni, ha detto ancora Casaleggio, portarono di fatto a una vittoria su tutta la linea di Conte, che ottenne la guida grazie alla ratifica da parte di alcuni iscritti dopo la decisione di Grillo di affidargli le redine del movimento e, chiaramente, il cambiamento dello Statuto.
Ecco, per lui non è affatto un caso perché quel documento “era custodito in un cassetto del governo italiano già da un anno” perché i servizi segreti, ha spiegato, avendo capito la gravità della vicenda avevano deciso, il 27 aprile del 2019, di darlo al premier per sottoporlo a una sua valutazione. “Quello che è stato fatto? Nulla“, ha chiesto provocatoriamente il figlio del fondatore.
Nulla né in un senso, né nell’altro, ha spiegato. “Se pensava che questo documento fosse falso, era una chiara calunnia. Un tentativo di calunnia perché al tempo il documento era segreto, ma non fece nulla neanche quando questo documento uscì sui giornali“. Secondo Casaleggio, in pratica, mentre veniva screditato il padre morto, il presidente dei Cinque stelle aspettò due giorni per dire che non sapeva nulla e che non c’era niente da chiarire.
Al termine di una carrellata di quelli che furono i titoli dei vari quotidiani italiani sulla vicenda, il presidente dell’Associazione Rousseau ha concluso con un messaggio di speranza che in realtà non era che un altro affondo nei confronti di quello che un tempo era un suo amico. “Io spero che nel prossimo governo, che nella prossima legislatura, tutte le persone che avranno a che fare con i servizi segreti, sia le persone che li controlleranno, sia le persone che li gestiranno, abbiano il senso dello Stato. Perché io non tollero che si infanghino le persone che non possono difendersi.“.
Cosa è il “caso Venezuela” di cui ha parlato Casaleggio
L’ha spiegato bene anche Casaleggio nel suo messaggio su Facebook, ma cerchiamo di fare meglio i conti noi con la vicenda. Il 15 giugno del 2010, in prima pagina, il quotidiano spagnolo ABC pubblicò un articolo secondo cui il regime venezuelano di Hugo Chavez, nell’estate del 2010, aveva finanziato con fondi in nero da tre milioni e mezzo di euro il MoVimento 5 stelle di Beppe Grillo, che allora erano solo agli inizi.
Il denaro, dicevano, era stato consegnato in una valigetta al fondatore Gianroberto Casaleggio da un console venezuelano a Milano, Gian Carlo di Martino, che aveva ricevuto i contanti a sua volta direttamente da Nicolas Maduro, all’ora ministro degli Esteri.
Il documento in mano al quotidiano, come già detto, si rivelò un falso, ma venne fatto circolare a pochi mesi dalle dimissioni di Di Maio e, contestualmente, anche un mese prima che avvenisse la rottura tra l’Associazione Rousseau e il movimento e Grillo nominasse Conte come presidente.