Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il decreto Aiuti ter, che prevede aiuti alle imprese e alle famiglie contro il caro bollette. Tante le novità licenziate dal governo di Mario Draghi come il bonus una tantum di 150 euro per chi percepisce redditi inferiori a 20.000 euro lordi annui, compresi i pensionati.
Ma tra le misure previste ci sono anche più crediti di imposta per le piccole imprese, come proposto dal ministro dello Sviluppo economico, il leghista Giancarlo Giorgetti, o il contributo straordinario al terzo settore per le spese per l’energia elettrica e il gas, che invece era stata messa sul tavolo dal dem Andrea Orlando, ministro del Lavoro. Nella seduta del Cdm, è arrivato il via libera anche al decreto legislativo di attuazione della legge sulla concorrenza sulla mappatura delle concessioni, spiagge comprese, a cui, come previsto si è opposto la Lega.
Decreto Aiuti ter, il governo ha approvato all’unanimità le nuove misure da 14 miliardi: quali sono
Via libera del Consiglio dei ministri alla terza tranche di aiuti per cittadini e imprese italiane colpiti dalla crisi energetica e quindi dal caro bollette. All’unanimità, il governo ha licenziato il decreto Aiuti ter che prevede delle novità rispetto al provvedimento di inizio agosto e che stanzia altri 14 miliardi di euro, 6,2 di questi sono arrivati dalle maggiori entrate che si possono utilizzare dopo l’autorizzazione del Parlamento.
INDENNITÀ UNA TANTUM PER I LAVORATORI E I PENSIONATI – Tra le novità messe in campo dall’esecutivo guidato da Mario Draghi ci sono sicuramente i bonus una tantum per i lavoratori dipendenti, e le indennità, sempre una tantum, per i lavoratori autonomi e i pensionati. Per quanto riguarda i primi, nella bozza del decreto, sono previsti 150 euro per chi, nel mese di novembre 2022 (in cui è prevista l’erogazione dell’indennità), avrà una retribuzione imponibile non eccedente i 1.538 euro. Sia i lavoratori autonomi, sia i pensionati che non hanno superato il reddito di 20mila euro, riceveranno sempre 150 euro.
AIUTI ALLE IMPRESE – A ricevere, però, la grossa fetta degli aiuti nel decreto saranno soprattutto le imprese, per loro infatti sono stati stanziati 9,6 miliardi dei 14 previsti dal pacchetto. I soldi erogati serviranno sia per pagare le bollette di ottobre e novembre per chi si trova in gravi difficoltà, ma anche interventi che, attraverso il credito d’imposta, compensa tra il 30% e il 40% delle spese sostenute dalle aziende che hanno subito rincari superiore al 30% nel terzo trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2019.
Passa quindi la proposta del ministro dello Sviluppo economico, in quota Lega, Giancarlo Giorgetti, per cui sono raddoppiati i benefici anche per gli impianti di risalita e di tutte le attività produttive e commerciali non classificate come energivore. La misura verrà erogata a partire da ottobre.
SOSTEGNO AZIENDE AGRICOLE – Il governo ha messo sul tavolo anche 190 milioni di euro a sostegno delle aziende agricole che mirano a intervenire sulla riduzione dei costi del gasolio agricolo, dei trasporti e dell’alimentazione delle serre.
SISTEMA SANITARIO NAZIONALE – Il decreto prevede anche lo stanziamento di 1,4 miliardi di euro per il Servizio sanitario nazionale per tutto l’anno, che verrà suddiviso per regioni e province e servirà, anche questo, a fare fronte ai rincari nel settore ospedaliero, comprese le Rsa e le strutture private.
TRASPORTI – Tra le misure approvate, anche il sostegno per 100 milioni di euro al trasporto pubblico locale e regionale, colpito anche lui dal rincaro dei prezzi del carburante. Ma non è l’unica novità, perché sono stati stanziati altri 10 milioni anche per il bonus trasporti, ovvero il contributo di 60 euro per le persone con un reddito annuo inferiore ai 35mila euro, che potrà essere richiesto fino a dicembre.
AIUTI AL TERZO SETTORE – Come, invece, proposto dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando del Partito democratico, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a un contributo straordinario per gli enti del terzo settore per bollette di luce e gas. Aiuti anche per il mondo dello sport, della cultura, in particolare cinema e teatri, che avranno a disposizione 40 milioni di euro.
CONTRIBUTO STRAORDINARIO PER REGIONI E COMUNI – Incremento di 200 milioni di euro anche per regioni e comuni in difficoltà per l’aumento delle bollette: 160 milioni andranno ai comuni, mentre 40 sono destinati alle città metropolitane e alle province.
PNRR E POSTI LETTO UNIVERSITARI – Per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il governo ha stanziato 660 milioni di euro per creare nuovi posti letto presso gli alloggi e le residenze degli universitari che verranno destinati agli studenti fuori sede in base alle graduatorie del diritto allo studio e a quelle di merito. Previsto anche una modifica alla disciplina degli Istituti tecnici superiori.
DELOCALIZZAZIONI – Nuova stretta sulle delocalizzazioni, cioè sulle imprese che decidono di produrre all’estero. Le misure introdotte dal governo puntano a scoraggiare le aziende che vogliono andare via dall’Italia e prevedono il pagamento di una sanzione che può arrivare fino a 30mila euro.
AIUTI UCRAINA – L’esecutivo ha stanziato anche altri 700 milioni per l’Ucraina nel decreto Aiuti ter come previsto dalla partecipazione dello Stato italiano al programma di assistenza macro finanziaria per il Paese invaso dalle forze armate russe.
Cdm, via libera al decreto sulle concessioni con il parere negativo della Lega
Nella giornata di grandi lavori in Consiglio dei ministri, si è parlato anche di un nuovo decreto ministeriale per prorogare il taglio delle accise sul gasolio e sulla benzina fino al 31 ottobre, misura finora prevista fino al 17 ottobre che però dovrebbe essere attiva anche per tutto novembre.
Inoltre, è stata approvata dall’esecutivo anche l’autorizzazione alla prosecuzione della realizzazione di sei impianti eolici: quattro in Puglia e uno in Sardegna e Basilicata, andando a superare i 2.185 MW autorizzati.
Attriti, invece, ci sono stati per quanto riguarda il via libera al decreto legislativo di attuazione della legge sulla concorrenza sulla mappatura delle concessioni, spiagge comprese. Come previsto già prima della riunione, infatti, i ministri leghisti, Giorgetti, Erika Stefani e Massimo Garavaglia, hanno votato contro.
Il ministro del Turismo, che aveva già minacciato di rassegnare le dimissioni, ha spiegato il motivo del no suo e dei suoi compagni di partito: “Abbiamo ritenuto che fosse scorretto portare un provvedimento del genere all’esame del Consiglio dei ministri a pochi giorni dalle elezioni“. Per loro, infatti, è più corretto che sia il prossimo esecutivo a legiferare in materia, considerato soprattutto che “non c’era alcuna urgenza, visto che il termine per approvare il decreto scade a febbraio del 2023“.