A pochi giorni dalla morte del 18enne Giuliano de Seta, morto durante uno stage, i genitori del ragazzo chiedono giustizia.
“Chi ha sbagliato deve pagare” dichiarano con dolore, sostenendo che l’azienda non ha effettuato nemmeno una telefonata di condoglianze.
La morte di Giuliano de Seta
Come tanti ragazzi, Giuliano era stato inserito in un programma scuola-lavoro, che si occupava dell’inserimento al lavoro dei giovani. Quindi alternatamente con le lezioni nell’istituto professionale che frequentava, praticava lo stage professionalizzante presso un’azienda.
Si tratta della Bc Service, una società che si occupa di metalli quella in cui il giovane si trovava venerdì mattina, quando durante il controllo di un macchinario, una lastra di acciaio si staccò dai supporti piombandogli addosso.
La terribile morte è avvenuta a nel veneziano e i colleghi si sono subito mobilitati per fornire i primi aiuti e chiamare i soccorsi ma purtroppo non c’è stato nulla da fare: la pesante lastra aveva totalmente travolto il 18enne senza lasciargli scampo.
Giuliano aveva lavorato anche nei mesi scorsi nella stessa azienda con un contratto di apprendistato, insieme ai dipendenti che ormai lo consideravano un collega a tutti gli effetti e hanno lasciato diversi messaggi di affetto sui social e anche telefonando alla famiglia.
Nonostante le diverse manovre di rianimazione effettuate da questi e dal personale sanitario, Giuliano è morto sul colpo per la gravità dei traumi riportati, ora i familiari chiedono che sia fatta giustizia.
Il dolore dei genitori
I genitori sono distrutti da quanto accaduto e ora sono arrabbiati perché vogliono che le responsabilità vengano accertate e i colpevoli paghino per la morte del loro ragazzo.
“Giuliano aveva tante passioni, come lo sport e il mare. aveva una vecchia vespa che gli avevamo regalato, con cui andava in giro con la fidanzatina per le strade di ceggia”.
Il ragazzo era residente in questo piccolo Comune dove tutti ora piangono la sua scomparsa e lo ricordano come un bravo e volenteroso ragazzo.
Giuliano avrebbe dovuto sostenere lo stage per altre 3 settimane e il suo sogno era quello di iscriversi all’Università di Milano per diventare ingegnere.
“voleva aprirsi una sua attività e in questi anni stava cercando la sua indipendenza, infatti studiava, lavorava e stava per prendere la patente”
queste le parole di mamma Antonella che con le lacrime agli occhi parla di un figlio che ormai non potrà più abbracciare, un ragazzo giudizioso che aveva accolto con gioia l’inserimento nel progetto scuola-lavoro.
I genitori raccontano che quando tornava a casa dalla fabbrica era felice e noi lo eravamo per lui, perché stava imparando un mestiere che amava.
“non siamo contro gli stage, però quello che è successo è inaccettabile e vogliamo giustizia per nostro figlio: se qualcuno ha sbagliato deve risponderne”.
Fra l’altro, il padre di Giuliano e il titolare dell’azienda si conoscono da molto tempo e in passato avevano anche lavorato insieme.
Anche per questo motivo, la famiglia si aspettava almeno una telefonata dalla Bc Service, invece nessuno si è fatto sentire per quanto riguarda i ‘vertici’.
Invece, i colleghi del ragazzo hanno telefonato e hanno espresso la loro vicinanza, dicendo che gli volevano bene e che sono ancora scioccati da questa morte assurda.