Gli ultimi giorni sono stati cruciali nella controffensiva ucraina e Volodymyr Zelensky non ha alcuna intenzione di fermarsi per riconquistare i territori più importanti e persi nel conflitto con la Russia. Lo ha affermato lo stesso presidente ucraino nelle ultime ore. Intanto, il Cremlino ha lanciato un altro razzo su Zaporizhzhia e gli obiettivi sono sempre più i civili.
C’è da tenere dritte le orecchie per tentare di capire cosa sta succedendo, che sono comunque passaggi molto importanti nella guerra tra Russia e Ucraina, quella che sta attanagliando l’est dell’Europa e tutto l’occidente. Sì, perché è la fase in cui, dopo mesi di resistenza, il Cremlino inizia a traballare e quindi l’Ucraina è nel pieno della sua controffensiva nel tentativo di riconquistare diversi territori che le sono stati sottratti dall’inizio del conflitto. È ancora il bollettino del Ministero della Difesa britannico ad aggiornarci su cosa sta succedendo.
Zelensky traccia la linea e non si ferma: si avanza senza tregua
Volodymyr Zelensky ha parlato di nuovo nelle ultime ore e non possono essere parole banali nella ricerca della liberazione dai russi, quelli che sono a più riprese stati etichettati come invasori dal 24 febbraio. Il presidente ucraino ha detto a chiare lettere che, anche se qualcuno potrebbe pensarlo, “non ci saranno tregue”, anzi ci si prepara per un’altra fase della controffensiva. Fase che prevede la riconquista di città chiave come Mariupol, Melitopol e Kherson. Stiamo parlando di territori che la Russia ha invaso agli arbori della guerra e che, quindi, risultano fondamentali sia dal punto di vista geografico che militare.
Poi Zelensky ha lanciato un vero e proprio grido di battaglia: “L’Ucraina deve essere liberata, tutta“, e ribadendo che l’Ucraina tenterà di portare oltre le sue mire a tutto il Donbass, seme della discordia fin da inizio conflitto e addirittura in Crimea. E parliamo di un territorio considerato cruciale da ambo le parti, conquistato dai separatisti con l’avallo dei russi nel 2014 e che ora è sotto il controllo del Cremlino.
Ma ora vediamo a che punto è la controffensiva portata avanti dall’Ucraina. Attualmente Kiev ha riconquistato più di 6000 chilometri quadrati di territorio, comprendendo sia le zone a sud sia quelle a est. Gli ultimi aggiornamenti sono arrivati dal governatore regionale Oleh Syniehubov via Telegram. E come detto, non hanno alcuna intenzione di fermarsi e annunciare una tregua. Tutto ciò è successo con l’arrivo di settembre, quando, con un esercito russo provato e dilaniato, la Russia ha denunciato concretamente perdite numeriche e di potenza sul campo. Delle difficoltà a cui Putin sta tentando di rispondere con attacchi sui civili e prendendo di mira una diga nella città industriale di Kryvyi Rih. Situazioni tramite cui, probabilmente, secondo l’ultimo bollettino del Ministero della Difesa britannico, non riesce ad avanzare dal punto di vista militare, ma tenta solo di minare il morale della controparte ucraina. Attacchi che comunque, secondo la Gb, continueranno anche nelle prossime settimane, alimentando la scia di terrore, ma è comunque difficile che riescano a minare le sicurezze di Zelensky.
Va considerato, infatti, che l’Ucraina in questa esatta fase della guerra, che è considerata la terza in assoluto dagli analisti, ha sempre più fiducia sulle sorti del conflitto, tanto da rifiutare qualsiasi tregua o vertice per i negoziati di pace, ma anche faccia a faccia diretti tra Zelensky e Putin. Lo ha ribadito per l’ennesima volta il consigliere presidenziale Mykhailo Podoliak, dicendo che qualsiasi processo di questo tipo al momento non avrebbe senso. Qualsiasi tipo di negoziato, infatti, garantirebbe solo più tempo alla Russia di risistemarsi sul campo e consolidare i successi militari ottenuti precedentemente. La posizione ucraina poi è chiara anche sulla questione dei crimini di guerra, di cui la Russia si è macchiata e deve prendersi le colpe. Anche perché ogni qual volta l’Ucraina sta riconquistando territori trova segni di torture e storpiature militari che vanno oltre qualsiasi linea di confine umana. Insomma, o la Russia ritira del tutto le truppe dal territorio degli assaliti o nessun negoziato sarà possibile.
Latest Defence Intelligence update on the situation in Ukraine – 19 September 2022
Find out more about the UK government’s response: https://t.co/yCVZk0byX5
🇺🇦 #StandWithUkraine 🇺🇦 pic.twitter.com/264kqpPpTW
— Ministry of Defence 🇬🇧 (@DefenceHQ) September 19, 2022
(3/4) Russian pilots’ situational awareness is often poor; there is a realistic possibility that some aircraft have strayed over enemy territory and into denser air defence zones as the front lines have moved rapidly.
— Ministry of Defence 🇬🇧 (@DefenceHQ) September 19, 2022
(4/4) Russia’s continued lack of air superiority remains one of the most important factors underpinning the fragility of its operational design in Ukraine.
— Ministry of Defence 🇬🇧 (@DefenceHQ) September 19, 2022
L’Intelligence britannica, inoltre, ha aggiornato su un’altra situazione che lede le sicurezze degli invasori. Infatti, è probabile che la Russia abbia perso altri quattro aerei da guerra negli ultimi dieci giorni. Secondo il Ministero della Difesa britannico, sono nuove defezioni, che rendono il quadro complessivo ancor più consistente, dovute ai rischi compiuti dall’aviazione russa nel tentativo di dare aiuto ravvicinato alle forze di terra russe mentre l’Ucraina contrattacca. Si può leggere direttamente: “I piloti russi hanno spesso scarsa consapevolezza, è possibile che alcuni aerei siano dispersi e che altri siano caduti in zone di difesa aerea”.
Non solo la controffensiva ucraina, le ultime su Zaporizhzhia
Il capo dell’amministrazione militare regionale Oleksandr Starukh, inoltre, ha fatto il punto della situazione anche su quanto sta successo nella regione di Zaporizhzhia. Anche adesso, dopo settimane in cui il rischio nucleare è stato altissimo e poi è arrivata la controffensiva ucraina, secondo il capo dell’amministrazione militare, gli uomini di Putin hanno lanciato un altro attacco missilistico su Zaporizhzhia. Si tratta di un razzo ha colpito il centro regionale, vicino al fiume Dnipro. Si hanno comunque solo delle informazioni preliminari, dato che non è possibile conoscere neppure il bollettino delle vittime.
Energoatom ha fatto, inoltre, un quadro complessivo sulla situazione, annunciando che un missile russo è stato lanciato, durante la notte, cadendo a 300 metri dalla centrale nucleare di Pivdennoukraïns’ka, un impianto che stavolta si trova nella regione di Mykolaiv, a Sud, e che è infatti conosciuto come centrale nucleare del Sud. Via Telegram hanno riferito chiaramente: “L’esplosione è stata potente e si è verificata a soli 300 metri dai reattori. Gli edifici della centrale nucleare hanno riportato dei danni: oltre 100 finestre sono state rotte”. Le conseguenze sono state immediate dato che una delle unità idrauliche è stata chiusa, e rappresenta un fattore importante per le linee energetiche di tutto il Sud dell’Ucraina. Inoltre, hanno riferito anche che “tre linee di trasmissione di potenza ad alta tensione sono state disconnesse”.
Energoatom ha aggiornato successivamente sulla situazione, annunciando che, al momento, tutte e tre le unità di potenza del centrale funzionano correttamente e non sono state ravvisate vittime tra il personale della stazione. L’agenzia si è dedicata a una ferma condanna delle azioni che possono minare la sicurezza nucleare sul territori: “Gli atti di terrorismo nucleare minacciano tutto il mondo e devono essere subito bloccati per prevenire un nuovo disastro“. E non possiamo che unirci al coro, in un periodo in cui l’Italia e l’Europa patiranno anche le dirette conseguenze della crisi energetica dovuta alla guerra.