Una nuova norma prevede delle sanzioni se si utilizzano nel modo sbagliato stufe e camini. Ecco cosa prevede la multa.
L’autunno è alle porte e le temperature si stanno abbassando gradualmente e tra poco tempo dovremmo dire addio ai pantaloncini corti e alle magliettine a bretelle e fare posto a piumini, giacche e così via.
In molti si sono già preoccupati per quello che sarà l’inverno della stagione 2022-2023 dato che i costi del gas e della luce sono aumentatati considerevolmente ed è uno degli argomenti cardini di cui si sta parlando in Italia in queste settimane.
Multa: Ecco come evitare quella per il riscaldamento
Sono tanti gli italiani che stanno cercando un modo alternativo a quello del gas per riscaldarsi il prossimo inverno e alcuni di questi hanno pensato bene di fare ricorso a delle stufe che consumano poco o a dei camini.
Questo vuol dire che, quest’anno l’uso di uno dei metodi più efficaci e più caratteristici per quanto riguarda il volersi riscaldare, tornerà ad essere uno dei più utilizzati ma potrebbe creare molti problemi a livello ambientale.
Infatti, la cenere che ne deriva e la fuliggine sono materiali inquinanti e l’uso del camino e delle stufe tende ad aumentare il livello di CO2 nell’atmosfera ed è proprio per via di questo motivo che è entrata in vigore una norma che tende ad evitare questo fenomeno.
Per ora, questa riguarda solo alcune regioni del nord che sono Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia, con quest’ultima al primo posto riguardo il costo dell’ammenda qualora si trasgredisce la nuova normativa.
La multa, in questa regione, la si può ricevere se utilizziamo questi generatori di calore con una classe di prestazione inferiore a 4 stelle, indipendentemente se la fonte siano camini, termostufe alimentate col legno o stufe classiche.
Inoltre, queste fonti di calore non si potranno utilizzare all’interno di spazi privati come casa o ufficio e pertanto bisogna conoscere bene quale impianto è possibile accendere per ripararsi dal freddo imminente nei mesi estivi.
Per questo motivo bisogna accertarci che nella regione dove viviamo o dove svolgiamo la nostra attività non ci siano queste restrizioni e nel caso armarsi per far si di non incorrere in multe salatissime.
Le restrizioni nelle varie regioni
In Lombardia queste restrizioni sono già in vigore a partire dal 1° gennaio 2020 e il divieto dice che non si possono installare stufe e camini la cui fonte di calore è alimentata da biomassa legnosa.
Obbligatoriamente questi generatori devono avere una classe che abbia almeno quattro stelle e bisogna utilizzare fonti di calore domestiche che vadano dalle 0 alle 2 stelle, inoltre dal 2018 le stufe a pellet la cui potenza è inferiore ai 35 kW devono essere obbligatoriamente di classe A1.
Chi non rispetta queste regole viene multato con un’ammenda che parte da un minimo di 500 euro fino ad arrivare ad un massimo di 5.000, ma in altre regioni le regole sono diverse.
In Veneto, ad esempio, i generatori di calori la cui classe di emissione non deve essere inferiore alle 3 stelle anche se si possono utilizzare generatori di caldo che sono di classe inferiori alle due due stelle e questo è previsto dalla delibera n.836/17.
In Emilia Romagna, invece, si possono utilizzare stufe e camini ma il loro utilizzo deve essere parsimonioso in quanto è posto ad alcuni limiti. Si vieta infatti l’utilizzo di stufe, caminetti e stufette a pellet utilizzati per uso domestico, la cui classe sia di 1 o 2 stelle.
Questa regola però va rispettata solamente da coloro che abitano in un edificio in cui c’è un sistema di riscaldamento domestico che si trova a 300 metri e per via di questo problema la regione ha offerto degli incentivi a tutti coloro che vogliono aggiornare i loro impianti.
Quindi, fate molta attenzione a come volete riscaldarvi quest’inverno per non incorrere in sanzioni con cifre da capogiro.