Ciro Immobile, attaccante della Lazio e della Nazionale, tornerà a vestire la maglia azzurra. Certo, questa non è una novità, considerato che già era nella lista dei convocati per le due partite di Nations League dell’Italia di Roberto Mancini, ma oggi, che ha parlato in conferenza stampa da Coverciano, ha spiegato perché la sua convocazione era in dubbio.
Il bomber di Torre Annunziata ha fissato nuovi traguardi, sia con l’Italia, sia con la Lazio. Nel primo caso, dopo la delusione della non qualificazione ai Mondiali in Qatar di novembre, Immobile ha detto che vuole puntare a esserci alla rassegna negli Stati Uniti, in Messico e in Canada, mentre con i biancocelesti vorrebbe arrivare a vincere lo scudetto.
Immobile: “Ho pensato di lasciare la Nazionale, ma sono io a decidere non gli altri”
Vi è mai capitato di aprire i social network dopo una partita dell’Italia? Una magari in cui si perde, o quanto meno non si vince. Se la risposta è sì, avrete sicuramente notato che il primo calciatore su cui si punta il dito è sempre Ciro Immobile.
È stato lui uno dei primi indiziati per la mancata qualificazione degli azzurri ai Mondiali in Russia del 2018 e la stessa storia si è ripetuta quanto gli uomini di Roberto Mancini hanno fallito anche l’accesso a Qatar 2022. Secondo i calciofili, l’attaccante della Lazio, un cecchino con la maglia biancoceleste – ha segnato in 268 presenze 187 gol, e infatti è il miglior capocannoniere di sempre della squadra -, con la Nazionale non riesce a essere così letale (in 55 presenze, ha messo a segno “solo” 15 reti). E quindi, se i “suoi” tifosi lo hanno sempre difeso, tutti gli altri, invece, sono sempre partiti all’attacco.
E lo hanno segnato. Tanto che ha pensato anche di ritirarsi dal giro dell’Italia, una decisione che è cambiata, però, nel corso del tempo quando la delusione è passata e le critiche, pian piano, si sono assorbite, ha detto oggi in conferenza stampa da Coverciano. “Ho capito che non potevano essere gli altri a decidere del mio cammino, a decidere il ritiro al posto mio“.
Spesso si è detto che è stato il commissario tecnico a convincere Immobile a non lasciare la Nazionale, ma non è così: “Io credo Mancini non abbia mai avuto il dubbio sul mio ritiro, ne ho parlato molto con la mia famiglia e alla fine ho deciso di continuare“, ha spiegato ancora alla stampa. D’altronde, lui si sente un leader, meglio: si sente “anche in dovere di dare qualcosa al gruppo, fuori e dentro il campo“.
Un gruppo che, si augura sempre il bomber di Torre Annunziata, riuscirà a esserci nel Mondiale americano del 2026, anche con lui, perché “è uno degli obiettivi che mi sono posto“, ha detto. Ma anche perché “la Nazionale, nei momenti difficili, è stata un punto di unione per tutti. Durante l’Europeo abbiamo visto come l’Italia si è unita. Da lì dobbiamo ripartire, gli italiani devono avere quel ricordo nelle loro menti e avere fiducia in noi. Questo è un punto di partenza importante senza dimenticare le delusioni, che inevitabilmente rafforzano“, ha spiegato ancora.
Per Immobile, dopo la vittoria di Wembley, è mancato l’entusiasmo, un elemento che forse non c’è neanche ora, ma che si ritroverà grazie all’arrivo “di nuovi giocatori, la conferma del mister e di tutto lo staff“, che dovrebbero dare “fiducia e morale“.
Quanto ai gol che con la maglia azzurra, per lui non è una questione di modulo (con Simone Inzaghi giocava con il 3-5-2, con Maurizio Sarri sta giocando nel 4-3-3), e infatti per lui non cambia nulla: “Qualsiasi scelta del mister per me va più che bene“, più che altro “forse alla Lazio ho più margine di errore e fa rosicare il fatto di aver vinto quattro classifiche marcatori e poi con la Nazionale segnare meno“, ha detto ancora.
Il problema, comunque, non è solo suo, perché a differenza degli altri calciatori, ha spiegato, “l’attaccante deve avere più continuità rispetto agli altri ruoli e avere continuità vuol dire fare tanti gol sempre, un attaccante deve fare tanti gol sempre“.
Tornando, poi, alle critiche, il numero 17 ha chiarito che a dargli fastidio è stato il fatto che sia stato accreditato non come l’attaccante che ha vinto l’Europeo, ma come quello della mancata qualificazione al Mondiale. “È assurdo, questa diversità di vedute non mi è piaciuta, fa un po’ ridere, ma si accetta anche questo e si va avanti“. Mentre le offese sui social, pensa, si devono “denunciare gli haters, soprattutto per quanto riguarda le cattiverie gratuite“. “Mi sono arrivati bruttissimi messaggi sui miei figli“, ha raccontato e per questo motivo, “se la UEFA si sta muovendo è giusto riportarlo anche in Italia“.
Immobile: “Vorrei vincere lo scudetto con la Lazio. Nessun problema tra Mancini e Zaccagni”
Durante la conferenza, Immobile ha avuto modo di parlare anche della sua Lazio: “Siamo in una buona posizione in classifica – ha detto -, abbiamo perso qualche punto ma stiamo facendo un buon percorso“. Per il bomber servirà fare un salto di qualità per quanto riguarda la mentalità e poi, sì, si deve sistemare la questione Europa League “dopo l’ultimo passo falso“.
Quanto al campionato, invece, “da capitano non posso urlare vinceremo lo scudetto, ma io ogni anno ho questo pensiero fisso quando inizio il ritiro“. Certo, ha spiegato meglio, “non dico che la Lazio vincerà sicuramente lo scudetto, ma è una squadra in crescita e la lotta quest’anno sarà molto aperta“.
In conclusione, l’attaccante ha detto la sua anche su due suoi compagni di squadra. Sull’esclusione di Mattia Zaccagni dalla lista dei convocati di Mancini, Immobile crede sia una questione di scelte, ma non sa dire se siano collegate a quanto capitato a giugno. “L’ho visto in ritiro e mi disse del problema fisico. C’era stata un po’ di polemica, ma è follia pensare che qualcuno voglia scappare da Coverciano“. D’altronde, ha concluso, “ho visto gli occhi di Provedel quando è arrivata la convocazione e mi ha ricordato me quando arrivò la mia prima convocazione“, difficile credere che per l’esterno biancoceleste sia diverso.