Dopo l’annuncio dato da Putin in merito all’arruolamento forzato di 300.000 riservisti, i russi in fuga sono diventati migliaia. Lunghe code al confine con la Georgia e traffico intenso verso il confine con la Finlandia.
Moltissimi uomini stanno lasciando il paese per evitare di prendere parte alla guerra in Ucraina e, man mano che le ore passano, la situazione ai confini si fa sempre più complicata. Il Cremlino ha risposto di recente a questa grande mobilitazione russa tramite il suo portavoce Peskov.
Russi in fuga dall’arruolamento
Moltissimi russi sono in fuga in queste ore per evitare l’obbligo di andare a combattere per la conquista dell’Ucraina e la mobilitazione di massa sta creando disagio ai confini. Tutto è iniziato quando il presidente ha annunciato la mobilitazione militare parziale che obbliga anche i riservisti a prestare servizio militare in guerra.
I riservisti, che sarebbero obbligati inizialmente a prendere parte al conflitto, sono militari che hanno già fatto parte delle forze armate e hanno quindi esperienza significativa sul campo. Quando l’annuncio dello Zar ha cominciato a circolare, il 21 Settembre, si è scatenato il panico tra gli uomini e nel giro di poche ore si è verificata una fuga di massa dalla Russia. I russi in fuga sono moltissimi e la Bbc ha mostrato lunghe code al confine con la Georgia costituite da uomini che, per evitare l’arruolamento, sono partiti all’improvviso e moltissimi senza portarsi dietro nulla.
Molti di loro, intervistati dalla Bbc, hanno dichiarato che pur di evitare la guerra sono disposti a rompersi appositamente gambe e braccia. La paura della costrizione alle armi ha causato una reazione a catena e, soltanto dopo pochissime ore dalla dichiarazione di Putin, i biglietti aerei per lasciare il paese sono terminati. Si sono formate code interminabili di auto incolonnate per fuggire e c’è addirittura chi scappa a piedi o in bicicletta.
Anche lungo la linea di confine con la Finlandia, lunga ben 1.300 km, si è registrato un esponenziale aumento del traffico, nonostante per l’ingresso sia richiesto un visto. Chi ha parlato con l’emittente televisiva ha spiegato che per oltrepassare il confine sono necessarie anche 10 ore di attesa.
La reazione del Cremlino
I russi in fuga in queste ore hanno ovviamente sollevato l’attenzione del governo che ha voluto fare una dichiarazione ufficiale all’agenzia russa Tass. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che la reazione iniziale di panico poteva essere giustificata dalla mancanza di informazioni iniziali ma che già nella giornata di ieri, ovvero 22 Settembre, sono state attivate tutte le linee di informazione necessarie ad evitare l’isteria generale.
Nonostante queste dichiarazioni ufficiali, i russi in fuga continuano ad aumentare e anche quelli che scelgono di restare non sono d’accordo con la mobilitazione militare parziale. Si sono moltiplicate le proteste nelle varie citta russe e gli arresti da parte delle forze dell’ordine sono già migliaia.
Nella giornata di ieri sono stati circa 11.000 i russi in fuga che sono riusciti a lasciare il paese e il numero potrebbe aumentare in modo considerevole tenendo conto della situazione attuale dei confini.