Scoperta dalla Polizia un’organizzazione albanese che riforniva di droga le piazze dello spaccio della Capitale.
In particolare, grazie all’operazione Lockdown, sono state arrestate due persone.
L’operazione Lockdown relativa allo spaccio a Roma
Già da alcuni giorno le indagini della Polizia in merito allo spaccio di droga nella Capitale, avevano portato alla scoperta di finti rider che nascondevano droga nelle auto.
Questi facevano parte di un gruppo che si riforniva nella zona di Montespaccato per poi rivendere la merce fra l’Alessandrino e la Togliatti.
In questo modo, la droga veniva consegnata a domicilio ma l’organizzazione era in grado anche di farla arrivare all’interno delle carceri.
Un sistema collaudato quello di questi malviventi, che si occupavano del traffico di sostanze come cocaina, hashish e marijuana.
La squadra mobile di Roma ha eseguito in questi giorni alcune misure cautelari nei confronti di 8 persone, italiani e albanesi, per traffico di stupefacenti.
Secondo i dati raccolti dalle forze dell’ordine, l’attività illegale era stata compiuta anche durante il lockdown, da qui appunto il nome dell’intera operazione che ha consentito di sgominare una banda che operava su diversi fronti.
Dalle grandi piazze della Capitale fino alla vendita al dettaglio anche ai minorenni e ancora, arrivando a fare entrare gli stupefacenti nelle carceri.
Grazie all’intensa attività di monitoraggio, i Carabinieri hanno ricostruito il modus operandi del gruppo, che per evitare i controlli, trasportava la droga in nascondigli ricavati all’interno delle auto.
Questa veniva confezionata con cura in involucri, in particolare in due distinte occasioni ne sono stati sequestrati due contenenti 3,5 chilogrammi di cocaina.
Ci sono poi stati altri sequestri di diverse sostanze come marijuana e hashish, ad esempio un quantitativo di quest’ultimo è stato ritrovato in un pacco destinato a un detenuto.
Il modo di agire era ben studiato anche durante il lockdown, periodo in cui per evitare sospetti, i pusher avevano attrezzato uno scooter di quelli che vengono utilizzati dai delivery.
In questo modo potevano circolare liberamente e aggirare le limitazioni sugli spostamenti che per le norme anticovid.
L’arresto di due membri
Oltre alle 8 persone arrestate e poste in carcere e ai domiciliari, le indagini sono ora a un nuovo punto di svolta, nelle ultime ore infatti sono state fermate altre 2 persone.
Una delle zone di maggior attività del gruppo italo-albanese era quella dell’Alessandrino, dove a gestire il traffico erano due romani.
Il 22enne ‘Marione‘ e il 62enne ‘zì Sandro‘ erano coloro che avevano allestito il giro in questa zona ma si erano macchiati anche di altri reati, infatti si sono resi responsabili di un’estorsione nei confronti di un cliente.
L’indagine dei Carabinieri iniziò nel 2020 dal quartiere Don Bosco e da lì, gli inquirenti hanno ricostruito il ruolo della banda che riforniva diverse zone nel sud est della Capitale.
Il nome di Marione arriva sulle scrivanie dei Carabinieri proprio 2 anni fa, quando il 22enne viene collegato alla banda albanese, dalla quale si rifornisce per poi vendere al dettaglio.
Così finisce nel mirino degli agenti e insieme a lui anche zì Sandro, a quel tempo appena uscito dal carcere.
Per diverso tempo vengono tenuti sotto controllo e in effetti le indagini dimostrano che i due lavorano insieme, rifornendo si al dettaglio che all’ingrosso.
In tale ambito emerge appunto la storia dell’estorsione ai danni di un uomo di Civitavecchia, il quale non avrebbe potuto pagare la droga e quindi veniva costantemente minacciato ed era vittima di estorsione.
Da diverse intercettazioni emerge come Marione minacciasse l’uomo e in un’occasione si presentò nella sua casa di Roma insieme al 62enne per ‘dargli una lezione’.
Ancora, in altre intercettazioni ambientali, il ragazzo afferma che il cliente doveva pagare 500 euro ogni due giorni di attesa, per questo l’uomo aveva anche chiesto un prestito ma gli era stato negato.
A interrompere questa attività ci ha poi pensato la Squadra Mobile, che li ha arrestati insieme a diversi albanesi.