Luigi Di Maio non sarà più un parlamentare della Repubblica. Come lui, però, ci sono tanti altri nomi illustri della politica che rimarranno a casa dopo anni di militanza, Emma Bonino per esempio o, probabilmente, Mara Carfagna e Mariastella Gelmini. Tra gli esclusi, poi, ci sono anche Simone Pillon della Lega, che si è detto comunque disponibile per il partito, e Vittorio Sgarbi.
Accanto a loro, ci sono anche delle new entry nel nuovo Parlamento che si riunirà ufficialmente il 13 ottobre: Claudio Lotito, il presidente della Lazio, per esempio, o Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano Cucchi, il geometra ucciso nel 2009 mentre era in custodia cautelare. Tra le novità ci sono anche Rita Dalla Chiesa e Andrea Crisanti, mentre Carlo Cottarelli spera in un posto nel plurinominale.
Elezioni 25 settembre, chi non ce l’ha fatta a entrare in Parlamento: Di Maio e Bonino i grandi sconfitti
Con la legge elettorale con cui siamo andati a votare alle politiche di ieri, il Rosatellum, già da oggi si può capire chi sono i grandi sconfitti di queste elezioni, politici di lungo o medio corso che, in pratica, non sono riusciti a prendere più voti dei diretti concorrenti e non avranno più un posto sicuro in Parlamento.
Nella descrizione rientra perfettamente Luigi Di Maio. L’ex capo politico del MoVimento 5 stelle, vicepresidente della Camera nella diciassettesima legislatura, ministro del Lavoro prima e degli Esteri nella diciottesima, non farà parte della prossima perché è stato sconfitto da Sergio Costa, ex ministro dell’Ambiente (in quota Cinque stelle) all’uninominale di Napoli Fuorigrotta, ma anche perché il suo nuovo partito, Impegno Civico, non è riuscito a superare la soglia di sbarramento. Dopo quasi dieci anni, l’enfant prodige sponsorizzato da Beppe Grillo rimarrà seduto a casa, con Emma Bonino a fargli compagnia (in maniera figurata).
Anche la numero uno di +Europa, infatti, non è riuscita a ottenere voti più dei suoi sfidanti nel collegio uninominale di Roma in cui il centrosinistra l’aveva destinata (lo stesso di cui faceva parte anche Carlo Calenda e che, come lei, non ha vinto). Esattamente come lo schieramento di Di Maio, anche il partito della radicale non ha raggiunto (di pochissimo) il 3%, motivo per cui non potrà contare neanche sui voti presi con il metodo proporzionale.
Chi riesca di essere fuori dai giochi sono anche le ministre per il Sud e per gli Affari regionali, ovvero Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, entrambe passate da Forza Italia ad Azione dopo la decisione di Silvio Berlusconi e dei suoi di staccare la spina al governo di Mario Draghi di cui facevano parte. La salernitana concorreva all’uninominale contro il titolare della Farnesina e Costa (è arrivata quarta), e difficilmente riuscirà a essere rieletta come parlamentare al plurinominale per via dei voti presi dal terzo polo (poco meno dell’8%), stessa sorte che potrebbe capitare anche all’ex ministra dell’Istruzione.
A causa della soglia di sbarramento, a rimanere fuori dalle aule di Palazzo Madama e Montecitorio, anche l’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che con la sua Unione popolare ha raccolto poco meno dell’1,5% dei voti, l’ex senatore pentastellato e giornalista Gianluigi Paragone – Italexit per l’Italia si è fermata al 2,5% – e Mario Adinolfi, numero uno di Alternativa per l’Italia, lui lontanissimo dal 3% fatidico.
Con il ridimensionamento elettorale della Lega, il senatore Simone Pillon dovrà rinunciare al suo posto al Parlamento, come ha annunciato lui stesso su Twitter. Poco male comunque, perché, ha detto, potrà continuare a difendere la vita, la famiglia e i valori cristiani dove e come Dio vorrà anche da fuori.
Buongiorno!
Il centrodestra ha vinto e questa è una gran notizia.
Il mio seggio non è scattato ma io non mi arrendo.
Resto a disposizione della Lega e del centrodestra e continuerò a difendere la vita, la famiglia e i valori cristiani dove e come Dio vorrà.
Avanti con coraggio! pic.twitter.com/Dj4xO1RgtD— Simone Pillon (@SimoPillon) September 26, 2022
Dei candidati del centrodestra non è stato eletto neanche Vittorio Sgarbi, in corsa contro Pierferdinando Casini all’uninominale al Senato di Bologna, che lo ha superato di quasi l’8% dei voti totali. Mentre nel centrosinistra, il sindacalista e simbolo della lotta dei braccianti, Aboubakar Soumahoro, ha perso per una manciata di voti contro la candidata di centrodestra, Daniela Dondi, nel collegio alla Camera di Modena.
Elezioni 25 settembre, chi sono le new entry e le conferme di rilievo
Nonostante +Europa non abbia superato la soglia di sbarramento, il presidente, Riccardo Magi, e il segretario, Benedetto Della Vedova, sono riusciti a essere eletti rispettivamente nei collegi uninominali di Torino e Milano con Della Vedova che ha sconfitto uno dei candidati di punta di Fratelli d’Italia, l’ex ministro del Tesoro Giulio Tremonti.
Solo uno è stato, invece, il parlamentare eletto dal partito di Di Maio: Bruno Tabacci. L’ex storico leader di centro, nonché attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha vinto anche lui in un collegio uninominale di Milano per Montecitorio. A sedere tra i banchi della Camera anche la campagna di Berlusconi, Marta Fascina, che ha vinto con il 36% nel collegio di Marsala, in Sicilia, in cui non aveva mai fatto campagna elettorale. Quanto al leader di Forza Italia, nel collegio uninominale di Monza per il Senato, il Cavaliere ha raccolto un voto su due degli elettori.
Un successo per i forzisti anche l’elezione di Claudio Lotito, il presidente della Lazio, candidato a Palazzo Madama nel collegio del Molise. Per il patron biancoceleste si tratta della prima volta in Parlamento, esattamente come per il virologo Andrea Crisanti, eletto nella circoscrizione Estero per il Partito democratico.
Daniela Santanché, invece, del partito di Giorgia Meloni è riuscita a ottenere più consensi del candidato di centrosinistra (che verrà ripescato nel proporzionale) l’economista Carlo Cottarelli nella circoscrizione Lombardia 3 per il Senato. A proposito di Palazzo Madama, la presidente in carica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, è stata rieletta nel collegio della Basilicata, esattamente come Isabella Rauti, che ha vinto a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano.
Tra le donne del centrodestra ci sarà anche Rita Dalla Chiesa, conduttrice televisiva e candidata all’uninominale per la Camera di Molfetta, in Puglia. A chiudere la lista delle new entry, Ilaria Cucchi, che a Firenze ha vinto al collegio uninominale per il Senato.