Il giudice del Tribunale di Catania ha ordinato 30 arresti di persone accusate di far parte della cosca Santapaola-Ercolano.
Il clan catanese è al centro di una lunga indagine che finora ha smascherato attività criminali varie, come detenzione di armi e traffico di droga.
Arresti a Catania
Il nome della città di Catania, come l’intera Sicilia, potrebbe essere legato a immagini più felici della nostra Italia, invece purtroppo la prima associazione che si fa è quella con la mafia.
Uno dei clan mafiosi che più di tutti sono nel mirino delle indagini attuali è quello Santapaola-Ercolano e nelle scorse ore, il giudice del Tribunale catanese ha deciso per oltre 30 mandati d’arresto.
Le persone in questione sono accusate di essere collegate a questo clan e l’indagine, portata avanti dalla Direzione distrettuale antimafia della città, è iniziata nella giornata di mercoledì.
Oltre alla città di Catania, sono state coinvolte anche Prato, L’Aquila, Vibo Valentia, Palermo, Benevento, Avellino, Enna, Siracusa e Perugia.
Le persone sottoposte ad arresto sono state accusate di vari reati, fra cui associazione di tipo mafioso, detenzione illegale di armi e munizioni, trasferimento fraudolento di valori e traffico di sostanze stupefacenti.
“Sangue blu”
Prende il nome di “Sangue blu” questa indagine condotta in merito a un giro di estorsioni e usura verso diversi imprenditori catanesi. I proventi di queste attività illecite venivano poi utilizzati per mantenere le famiglie mafiose.
Ancora, parte del ricavato andava ai membri del clan che si trovano in carcere oppure reinvestiti in altre attività imprenditoriali gestite direttamente dalla cosca.
In questo modo, il clan riusciva a infiltrarsi nelle attività economiche della città, in effetti il Gip di Catania ha sequestrato diverse attività e beni per un valore di 4 milioni di euro.
Arrestato un uomo di spicco del clan
Nel mirino dei Carabinieri che hanno effettuato il maxi blitz, c’erano i vertici del clan Santapaola-Ercolano e in particolare, questa operazione eseguita alle prime luci dell’alba di oggi, ha portato al fermo del responsabile provinciale.
L’uomo era il vero e proprio reggente di tutte le operazioni del clan nella zona e quindi coordinava ogni attività.
In particolare, fra i reati contestati c’è l’intestazione fittizia di esercizi commerciali, dunque venivano utilizzati dei prestanome e queste attività venivano usate per riciclare denaro.
Con blitz come questi, le nostre forze dell’ordine tentato di ripulire costantemente una società malata e ormai corrotta in ogni angolo, ad esempio nei giorni antecedenti le elezioni, alcuni politici siciliani vennero arrestati per accordi con la mafia in cambio di voti.