Alla fine ce l’ha fatta Umberto Bossi a tenersi stretto il suo posto fisso in Parlamento da 35 anni: per un errore di Eligendo, hanno detto dal Viminale, il senatur era stato escluso dagli eletti della Camera, ora comunque è tutto a posto. Per lui, almeno, perché non è stata l’unica svista commessa.
E quindi tanti dei deputati che credevano di essere passati dopo domenica, oggi si ritrovano senza seggio, anche la giovanissima del Partito democratico, Caterina Cerroni, gabbata dal calcolo dei resti dall’algoritmo. Come lei tanti altri, dall’Emilia Romagna alla Sicilia, per un totale di dieci regioni (su venti). Ma il gioco, hanno detto ancora dal Ministero degli Interni, sarà a somma zero.
Gli errori del Viminale sugli eletti al Parlamento: Bossi c’è, Annibali no
Non c’era neanche rimasto troppo male, Umberto Bossi, per la sua non rielezione alla Camera dopo 35 anni passati tra Montecitorio e Palazzo Madama. Ora, però, che ufficialmente il presidente onorario della Lega (nonché fondatore) è stato riammesso per un errore nell’algoritmo del calcolo dei resti di Eligendo sarà sicuramente più felice. YouTrend, per altro, ci aveva anche avvisati, ieri.
Secondo le stime YouTrend e a differenza di quanto riportato da altre fonti, non è certo che Umberto Bossi abbia mancato la rielezione.
Ciò è legato a un ulteriore seggio che dovrebbe essere assegnato al CDX nella Circ. Lombardia 2 in base al 1° flipper.#ElezioniPolitiche2022
— YouTrend (@you_trend) September 27, 2022
Lo sono certamente meno i deputati che sono stati tagliati fuori dal sito del Viminale, e sono tanti. Dalle new entry come Caterina Cerroni, candidata per il Partito democratico nel Molise, che solo per tre giorni ha accarezzato l’idea di servire il suo paese direttamente da uno scranno del Parlamento, o da Lucia Annibali, erroneamente eletta in Toscana per la lista del terzo polo quindi di Azione e Italia Viva che invece ora dovrà cedere il posto a qualcun altro, a Marco Simiani, più precisamente, sfidante dem dell’ormai ex deputata.
Errori sì, ma a somma zero, hanno detto dal Ministero degli Interni: per ogni deputato che saluta, infatti, ne arriva in soccorso un altro perché neanche Eligendo è di parte. E poi, comunque, va bene cantare vittoria ma fino a quando non viene messo il timbro ufficiale dell’Ufficio elettorale centrale nazionale presso la Corte di Cassazione, tutto può cambiare. Da Nord a Sud, senza distinzione alcuna.
D’altronde non era così facile capire il meccanismo del Rosatellum, al secolo: la legge elettorale. Anche un esperto come Roberto Calderoli, leghista sì, ha fatto fatica a spiegare: “La cifra elettorale di coalizione nella circoscrizione deve comprendere anche i partiti che hanno superato l’1% anche quando questi non hanno raggiunto il 3% perché questo dice la legge“, ha detto lui, padre del Porcellum. E quindi via ai riconteggi, meglio: gli aggiustamenti.
Errori su Eligendo, dalla Lombardia alla Sicilia tutti i nuovi candidati al proporzionale della Camera
Gli errori, al momento, sono stati ravvisati solo al proporzionale della Camera ma, come dicevamo prima, ha coinvolto diversi regioni, praticamente la metà del totale: dieci su venti. Dall’alto verso il basso, partiamo dalla Lombardia che, oltre al senatur, aveva scelto anche un altro leghista: Giulio Centemero nel plurinominale di Bergamo.
In Piemonte, Paolo Romano, candidato con l’alleanza Europa Verde e Sinistra Italiana, dovrà cedere il passo a un suo vecchio compagno di partito del MoVimento 5 stelle Antonino Iaria, già assessore all’Urbanistica con Chiara Appendino a Torino.
Della Toscana e di Annibali è stato già detto. Non della circoscrizione Lazio 1 plurinominale 01: nella lista in cui il governatore, Nicola Zingaretti, era il primo, verranno eletti due deputati, non più solo uno. Considerato che la seconda era la già plurieletta Marianna Madia, il posto in Parlamento andrà al terzo: Andrea Casu, segretario dem al comune di Roma.
In Umbria, l’aggiustamento dei conti è democratico quasi al 100%. In una prima battuta, Eligendo aveva dato per vincenti due candidati di Fratelli d’Italia, Emanuele Prisco e Chiara La Porta, e due del Partito democratico, Anna Ascani e Pierluigi Spinelli. I primi due di entrambi gli schieramenti rimarranno, gli altri due lasceranno il posto a Emma Pavanelli del MoVimento 5 stelle e a Catia Polidori di Forza Italia.
Del terzo polo, dentro in Abruzzo, Giulio Sottanelli al posto di Stefania Di Padova, seconda nella lista dei dem. In Molise, invece, ce l’ha fatta anche la capolista Elisabetta Lancellotta, nuova deputata del partito di Giorgia Meloni, al posto proprio di Cerroni, presidente nazionale dei giovani democratici, scelta direttamente dal segretario Enrico Letta.
Scegliere cinque giovani capilista per una legislatura in cui metteremo i #giovani al centro delle politiche del lavoro e dell’istruzione. Per evitare che i giovani italiani continuino ad andarsene. @SilviaRoggiani @Marco_Sarra @CaterinaCerroni @RaffaeleLaRegin @ScarpaRachele.
— Enrico Letta (@EnricoLetta) August 16, 2022
Nella circoscrizione Campania 1, il forzista Guido Milanese lascia spazio a Francesco Emilio Borrelli di Verdi-Sinistra, modificando anche il numero degli eletti nell’intera regione: il centrodestra, in pratica, passa a 21 e il centrosinistra a 8. Una magra consolazione, sì.
Il nome di Enza Bruno Bossio, del Pd ancora, in Calabria viene cancellato da quello di Riccardo Tucci dei “rivali” dei Cinque stelle. Alla Camera i deputati calabresi, quindi, saranno quattro: Anna Laura Orrico, eletta all’uninominale, Federico Cafiero de Raho e Vittoria Baldino. Rimane l’unico eletto della coalizione guidata da Letta Nicola Stumpo, in quota Articolo 1.
A concludere, in Puglia, Vito De Palma di Forza Italia, già consigliere regionale e sindaco di Ginosa, in provincia di Taranto, vince il posto a Montecitorio. Così come in Sicilia, nel collegio 1, entra dentro Annalisa Tardino della Lega.