Il Partito democratico è in fermento. Dopo la sconfitta alle elezioni di domenica, che lo ha relegato ai banchi dell’opposizione, lo schieramento di Enrico Letta si prepara a un Congresso che porterà a un rinnovamento. Anche (e soprattutto) nella segretaria, a cui il leader non ha intenzione di candidarsi.
Il 6 ottobre, ha annunciato Letta su Twitter, ci sarà la Direzione, in cui si andrà “alla radice dei problemi” e si affronteranno “le sfide che stanno di fronte alla nostra comunità. E per poi scegliere di conseguenza chi ci guiderà in futuro“. Intanto tantissimi nomi sono venuti fuori nelle ultime ore per prendere il posto dell’attuale segretario, tra conferme, smentite e anche meme.
Partito democratico, Letta annuncia la Direzione del Congresso il 6 ottobre
Lo schieramento che è uscito con le ossa più rotta dalle elezioni di domenica è sicuramente il Partito democratico. Nonostante si sia confermato come seconda forza del Paese, in molte regioni rosse e in alcune circoscrizioni chiave ha dovuto cedere il passo quando al centrodestra (la maggior parte), quando al MoVimento 5 stelle.
Non sono, quindi, tanto le percentuali ottenute (il 19% come alle politiche del 4 marzo 2018), quanto le scelte fatte a essere finite sotto il banco degli imputati. A questo proposito, Matteo Orfini, candidato alla Camera per il Pd ed eletto, su Facebook ha fatto una disamina migliore di quella che possiamo fare noi, anche perché è da dentro che lui ha notato errori e problemi che si sono fatti, specialmente in campagna elettorale, ma non solo.
In realtà, però, il post del deputato (che è stato anche candidato alla segreteria contro Matteo Renzi qualche anno fa) non ha fatto che rispondere a un’esigenza di cambiamento di cui già aveva parlato Enrico Letta nel discorso post elettorale. Il primo a cambiare, tra l’altro, sarà proprio lui, e per sua scelta.
Su chi potrà succedergli, molti ancora nomi ipotetici, ne parleremo dopo, importante è ora capire quando effettivamente verrà fatto il Congresso. Un primo passo, come ha scritto su Twitter, l’attuale segretario sarà il 6 ottobre, quando è stata convocata la Direzione “per un percorso congressuale inclusivo e aperto che vada alla radice dei problemi e affronti le sfide che stanno di fronte alla nostra comunità. E per poi scegliere di conseguenza chi ci guiderà in futuro“.
Verso il #Congresso del #nuovoPD. Convocheremo giovedì 6 la Direzione. Per un percorso congressuale inclusivo e aperto che vada alla radice dei problemi e affronti le sfide che stanno di fronte alla nostra comunità. E per poi scegliere di conseguenza chi ci guiderà in futuro.
— Enrico Letta (@EnricoLetta) September 28, 2022
Partito democratico, tutti i nomi (in campo e non) per il dopo Letta
Il futuro, ecco il futuro. O futura, se dovesse essere una segretaria. Per il momento, infatti, l’unica vera candidata – a un Congresso che non è ancora stato convocato, ha scritto ancora il brillante Orfini sui social -, è Paola De Micheli, l’ex ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture del governo Conte 2.
Poi ci dovrebbero essere due sindaci, uno di Pesaro, Matteo Ricci, l’altro di Firenze, Dario Nardella. Come De Micheli, anche il successore di Renzi ha confermato la sua candidatura al Congresso a Repubblica, specificando come non abbia intenzione di farsi usare. Tra i primi cittadini, c’è anche l’ipotesi di quello di Bari, Antonio Decaro, che è anche il presidente dell’Anci, ovvero l’Associazione nazionale comuni italiani.
Ricostruire.
Veniamo da 15 anni durante i quali abbiamo cambiato 10 segretari e perso 7 milioni di voti. È ora di ribaltare il modello del @pdnetwork: non più partito dell’establishment ma dei territori. Ripensiamo la nostra missione. https://t.co/8RoXgqGd9i @repubblica— Dario Nardella (@DarioNardella) September 28, 2022
I nomi più papabili rimangono, però, ancora quelli di Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna, e della sua vice, Elly Schlein (di cui vi abbiamo già parlato). Da loro nessuna conferma è ancora arrivata.
Tanti nomi, tra ipotesi e conferme (ma non smentite) che hanno anche scatenato l’ironia del web, come quella di Socialisti Gaudenti che, in un post su Facebook, ha fatto una simil grafica di quelli che saranno i candidati al Congresso mettendo mooolte molte facce (che non si vedono bene).
Per cercare di capire chi sarà dentro ci vorrà ancora qualche mese. Il 6 ci sarà la Direzione, entra dieci giorni dovranno essere presentati dei documenti da chi si vuole candidare per davvero, che saranno votati dai circoli in 40 giorni. Poi ci vorranno altri 15 giorni per la ratifica dei risultati e 20 giorni ancora per convocare le Assemblee degli iscritti che discutono le piattaforme presentate da ciascun candidato. I due candidati che ottengono più voti vanno alle primarie, convocate entro 30 giorni.