Covid, contagi ed Rt di nuovo in aumento: 5 regioni sono ad alto rischio

Il Covid non accenna a lasciarci: i contagi sono nuovamente in aumento, così come anche l’Rt, arrivato ad attestarsi intorno ad 1. Il dato positivo è che la percentuale di posti occupati in terapia intensiva è stazionaria, a differenza però di quelli occupati nei reparti, che sta comunque pian piano aumentando.

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Covid – Lettoquotidiano.it

I contagi continuano ad aumentare: sembra quasi che, per ogni decremento, debba esserci sempre un nuovo incremento. Per il momento, però, solo 5 regioni italiane sono ad alto rischio, mentre 16 sono comunque a rischio moderato.

Covid: aumentano di nuovo i contagi

Il Covid ogni tanto si allontana da noi, ma è sempre pronto a tornare. Anche quando pensiamo che abbia salutati per sempre, in realtà è lì, dietro l’angolo, nascosto. Alla prima occasione utile, poi, si mostra di nuovo.

Sembrava infatti che ormai la situazione fosse in rapida ripresa: i casi, dopo l’aumento estivo, dettato probabilmente anche dalle tantissime vacanze degli italiani, dalle serate nei locali e così via, stavano finalmente diminuendo. Molti quindi erano convinti che ormai la situazione fosse stazionaria e che quindi si sarebbe prospettato un autunno tranquillo, ma in realtà così non sarà.

L’Rt sta di nuovo salendo infatti ed anche l’incidenza dei casi è (di nuovo) in aumento. I numeri parlano chiaro ed è giusto che siano loro a farci comprendere come stanno davvero le cose: nell’ultima settimana di settembre – cioè quella che va dal 23 al 29 – sono stati rilevati 325 casi ogni 100.000 abitanti. Quanti positivi c’erano prima? Di meno sicuramente: la settimana dal 16 al 22 settembre, infatti, i casi era 215 su 100.000 abitanti e questo fa già comprendere di che aumento si parli.

Per quanto riguarda l’Rt? Dall’inizio di settembre è aumentato, arrivando a posizionarsi intorno all’1. Idem l’indice di trasmissibilità (basato sui casi con ricovero ospedaliero): il 13 settembre si attestava intorno allo 0,87, il 20 intorno allo 0,95.

Quello che però rincuora è che il tasso di occupazione nelle terapie intensive sia stazionario: secondo quanto emerso dai dati rilevati dall’ISS ieri, era all’1,4%, cioè esattamente lo stesso della settimana prima. Il dato in aumento, però, è quello di occupazione nelle aree mediche: il 22 settembre si attestava intorno al 5,3%, mentre ieri era arrivato precisamente al 6%.

Ma qual è la situazione delle singole regioni italiane? 5 sono a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza, mentre 16 sono a rischio moderato.

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Ma cosa accadrà ai vaccini alla luce di queste novità? A darci un quadro generale della situazione è Marcello Gemmato, responsabile Sanità di Fratelli d’Italia.

La situazione dei vaccini

In un’intervista rilasciata a La Repubblica, Marcello Gemmato, responsabile Sanità di Fratelli d’Italia ha spiegato come hanno intenzione di muoversi qualora ci sarà una recrudescenza del virus durante l’inverno.

Come ha affermato, infatti: “C’è stato un approccio ideologico alla gestione della pandemia, non ci si è mossi in punta di scienza. Ci sono state due tendenze: una oltranzista e un’altra di stupidi che considerano il vaccino acqua sporca. Tra iper chiusuristi e complottisti, noi stiamo nel mezzo, con la scienza”.

Cosa dice la scienza? Sempre a detta di Gommato, si intende, ci dice che la mortalità riguarda soprattutto persone dai 65 anni in su. Ecco perché vaccinare i bambini non ha molto senso, soprattutto alla luce del fatto che più si cerca di imporre questa misura, più le persone credono che ci sia un interesse economico da parte delle multinazionali nel somministrare quanti più vaccini possibile.

Gli unici che probabilmente dovranno continuare a ricevere dosi saranno probabilmente medici e personale sanitario in generale. Per loro potrebbe ritornare un obbligo anche di mascherine – che però in realtà potrebbe diventare anche solo una semplice raccomandazione – ma non in tutti i reparti, ma solo quelli in cui ci sono persone più fragili.

E per quanto riguarda il tanto discusso green pass? Secondo Fratelli D’Italia non è mai stata una misura sanitaria, dal momento che non è basata su evidenze scientifiche. Il problema di fondo, infatti, è che anche chi è vaccinato può continuare a contagiarsi e contagiare.

Quindi, green pass oppure no, le persone continuerebbero comunque ad infettarsi. Ecco perché per capire chi è positivo al Covid, servirà sempre e solo il tampone (anche quello antigenico andrà bene).

Qual è la linea in definitiva che sarà adottata in caso di ritorno di ondate del virus? Gemmato assicura che la loro linea sarà diversa, perché anziché seguire le “virostar”, si adatteranno a “scienziati con impact factor alto” e magari seguiranno “le linee di indirizzo già prese in altri Paesi”.

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