Secondo quanto riferiscono i media svedesi e norvegesi, ci sarebbe una grande nuvola di metano sui due Paesi. Questa è la conseguenza della fuga di gas degli ultimi giorni nei gasdotti Nord Stream 1 e 2, quelli costruiti per portare il gas dalla Russia all’Europa tramite la Germania e passando sotto il mar Baltico.
Intanto continuano i rimbalzi di colpe tra il Cremlino e i Paesi della Nato su chi possa aver generato la falla nei due oleodotti, con Sergey Naryshkin, capo dei servizi di intelligence esteri di Mosca, che ha detto di avere delle prove che l'”attacco terroristico” sia opera dell’Occidente. Per l’organizzazione atlantica, invece, si tratta di un sabotaggio deliberato.
Nord Stream, c’è una grande nuvola di metano in Norvegia e Svezia
I primi giorni dopo la scoperta di una fuga di gas negli oleodotti Nord Stream 1 e 2 si erano un po’ minimizzati gli effetti che sarebbero potuti esserci a livello ambientale nei Paesi interessati come la Svezia e la Danimarca, ma con la quarta falla trovata ai gasdotti e una grande nuvola di metano che oggi si è intravista nel primo paese scandinavo e in Norvegia.
Nord Stream, grande nuvola di metano sopra Norvegia e Svezia: la simulazione del Nilu – Mondo – https://t.co/Hw60oV8Quw https://t.co/cMvyzkXQis
— Machi Lodice 🌊🌊🌊 (@lodicoio) September 30, 2022
Non un problema di poco conto, considerato che Stephen Matthew Platt, uno scienziato del clima all’istituto norvegese di ricerca sull’aria Nilu, ha detto che “le emissioni corrispondono al doppio di quelle annuali di metano dell’industria petrolifera e del gas in Norvegia“. Sono livelli record, circa 40mila tonnellate di metano, “mai visto niente di simile prima“.
Sempre Platt, però, ha anche assicurato che non danneggia l’uomo perché si tratta di un gas che non è infiammabile in queste quantità, ma ciò non toglie, appunto, che possa essere pericoloso per il clima. Il metano che è stato rilasciato, infatti, assorbe il calore del sole e riscalda la terra molto più di quanto non faccia l’anidride carbonica.
Il capo dell’energia danese, Kristoffer Böttzauw, inoltre, ha detto che si aspetta che il gas sarà fuori dai condotti Nord Stream entro domenica. “Riteniamo che metà del gas sia ormai esaurito da uno dei due tubi“, ha concluso durante una conferenza stampa.
Fuga di gas Nord Stream, la Russia: “Abbiamo le prove di un attacco terroristico dell’Occidente”
Al di là di quelli che sono i gravi problemi ambientali, continuano i rimbalzi di colpa su chi possa aver danneggiato/sabotato i gasdotti Nord Stream. La Russia, tramite il capo del servizio di intelligence estero, Sergey Naryshkin, ha fatto sapere di essere in possesso di alcuni materiali “che indicano la pista occidentale nell’organizzazione e nell’attuazione dell’attacco terroristico“. “A mio parere – ha continuato il numero dell’Svr, citato dalla Tass – l’Occidente sta facendo di tutto per nascondere i veri responsabili e organizzatori di questo attacco terroristico“.
Dichiarazioni che fanno da eco a quelle di ieri del Cremlino in cui si era puntato il dito contro il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, riportando delle sue parole del 7 febbraio scorso in cui aveva avvertito Vladimir Putin che se avesse invaso l’Ucraina non avrebbe portato a termine Nord Stream 2.
Dal canto loro, però, Danimarca e Svezia hanno mandato una lettera congiunta al Consiglio di sicurezza dell’Onu in cui hanno spiegato che le esplosioni che hanno causato le perdite di gas dai due oleodotti potrebbero essere dovute alla detonazione di “diverse centinaia di chili di esplosivo“. Il ministro svedese dell’Energia, Khashayar Farmanbar, ha invece detto che è “molto probabile” che le falle siano state prodotte “deliberatamente“, forse da un “soggetto diverso da uno Stato“.