Per gli agenti uccisi a Trieste tante lacrime e rabbia, ma ora gli inquirenti scavano dietro le ombre legate a Alejandro Meran: si teme un suo gesto estremo
La grave e triste vicenda dei due agenti uccisi a Trieste ruota intorno al loro killer Alejandro Meran, con le ombre sul suo passato e il possibile gesto estremo.
Il possibile gesto estremo di Meran
Alejandro Meran è il killer che con 16 colpi di pistola in totale ha ucciso i due poliziotti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta – durante la sua fuga dalla Questura dopo l’arresto per il furto di un motorino.
La sequenza delle sue azioni è stata divulgata con le immagini delle telecamere di videosorverglianza poste all’interno della Questura stessa e la dinamica raccontata dai testimoni e Capo della Polizia.
Ora l’uomo è in carcere, piantonato giorno e notte da un agente della Polizia Penitenziaria di Trieste: la Procura ha infatti deciso in queste ore di rafforzare la sicurezza nonché le modalità al fine di controllarlo.
Il timore è infatti che possa svolgere degli atti di autolesionismo, nonché un gesto estremo – togliendosi la vita in cella.
Gianluigi Demego, il fratello di Matteo ha evidenziato:
“spero resti in carcere”
Gli inquirenti seguono la pista tedesca
Il Messaggero racconta inoltre, che gli inquirenti scavano nel passato del killer – come abbiamo raccontato in questo nostro articolo – e seguono una pista particolare tedesca.
I dubbi della Procura di Trieste servono per le indagini e rispondere ad alcune domande: ha ucciso per follia o lucida esecuzione?
Le ombre che sono emerse sulla vita privata dell’aggressore, portano infatti gli inquirenti a seguire una pista particolare. Come evidenziato dal Procuratore Capo di Trieste – Mastelloni –
“ancora non è chiaro. cerchiamo di cogliere eventuali legami con gruppi o situazioni criminali – in italia e all’estero. spaziamo dal narcotraffico ad altri tipi di circuiti criminali”