Alejandro Meran è il killer degli agenti uccisi a Trieste. Non solo vengono diffusi i frame della sua follia ma ora spunta anche il suo passato
Tutta la sequenza della vicenda degli agenti uccisi a Trieste e la verità sul passato di Alejandro Meran nelle mani degli inquirenti.
La diffusione dei video della sparatoria di Trieste
Sono state diffuse le immagini della follia del killer, che ha ucciso sul colpo Matteo Demenego e Pierlugi Rotta. Oltre alla sequenza di tutto quello che accade e come accade, si nota anche l’uomo scappare verso una stanza vuota per cercare di scappare e in un successivo frame, lui che corre nell’atrio mentre spara con due pistole.
La scena viene filmata anche all’esterno, dove l’uomo si nasconde tra le auto – per poi interrompersi. Un totale di 16 colpi sparati dall’aggressore e 6 dagli agenti, che lo hanno fermato con un colpo di pistola al linguine.
Il Capo della Polizia, dopo aver esaminato i filmati ha commentato:
“non c’è correlazione tra l’ipotetica inefficienza della fondina e l’episodio che ha visto la morte dei colleghi”
Sottolineando che il tema sussiste e con i finanziamenti in essere tutto diventa molto difficile da gestire.
Il passato di Alejandro Meran
Gli inquirenti ora si concentrano sul passato di Alejandro Meran, viste le supposizioni da parte dei familiari sul suo presunto disagio psichico.
Molte le testimonianze di chi ha conosciuto l’uomo e alcuni dettagli del suo passato che non passano inosservati. Il Gazzettino ha riportato alcune dichiarazioni, da parte di persone che lo conoscono:
“era una persona che era meglio evitare”
Descrivendolo come un uomo irascibile, aggressivo e dalla forte fisicità tanto da incutere timore nelle persone:
“non si poteva proprio dire nulla perché lui faceva paura”
Parlano i condomini di dove la famiglia era prima residente:
“anche se non facevano la loro parte, non potevamo dire nulla. alla fine se ne sono andati, ci avevano detto verso la germania”
Invece da Belluno – dove sono stati mandati via per violazione del contratto di affitto – sono arrivati a Trieste dove i condomini ricordano gli atteggiamenti particolari dell’uomo:
“si faceva finta di niente e lui qui è sempre stato tranquillo”
Gli inquirenti ora si chiedono dove l’aggressore abbia imparato così bene a maneggiare le armi, con una maestria che è visibile anche nel video.
Il Gip di Trieste ha evidenziato essere inquietante la modalità di scarrellamento di una delle armi:
“un gesto non da tutti, dà conto alla familiarità con le armi”