Svolta nelle indagini sulla morte dell’adolescente di etnia rom la sera del 31 gennaio scorso.
Questo pomeriggio si terranno i funerali di Roudin Seferovic, che sarà sepolto al cimitero di Asti con rito musulmano.
La ricostruzione degli eventi
Era da poco passata la mezzanotte del 31 gennaio scorso, quando al pronto soccorso di Asti è arrivato un ragazzo di appena 13 anni, in arresto cardiaco.
Per l’adolescente, che viveva nel campo rom di via Guerra ad Asti, non c’è stato nulla da fare.
Giunto al pronto soccorso del nosocomio piemontese, Cardinal Massaia di Asti, è deceduto qualche minuto dopo il suo arrivo.
I suoi parenti, appresa la notizia del suo decesso, hanno devastato l’ospedale.
I familiari hanno distrutto la porta scorrevole all’ingresso, danneggiato il parcheggio e danneggiato alcune tende nel parcheggio dell’ospedale.
I risultati dell’autopsia
Come riferisce anche Fanpage, i risultati dell’esame autoptico sul corpo di Roudin Seferovic hanno completamente ribaltato le ipotesi avanzate finora.
Il 13enne non è morto, come si era inizialmente ipotizzato, per l’esplosione di un petardo, ma per un colpo di fucile da caccia, che l’ha colpito all’addome, provocandogli una profonda emorragia, che si è rivelata fatale.
Il proiettile sarebbe stato esploso da una distanza piuttosto ravvicinata. Al momento non risultano persone iscritte nel registro degli indagati.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la morte del 13enne sarebbe avvenuta per una tragica fatalità durante i festeggiamenti nel campo rom torinese.
“Sono dispiaciuto per la tragedia e umanamente vicino alla famiglia”
ha fatto sapere il sindaco di Asti, Maurizio Rasero.
A seguito della morte del 13enne, i militari dell’Arma hanno effettuato diverse perquisizioni nel campo rom di via Guerra, dove il ragazzo viveva insieme alla famiglia.
Questo pomeriggio si terranno i funerali del ragazzo, che sarà seppellito con rito musulmano, al cimitero di Asti.