Non si capisce ancora nulla sulla tragica fine dei due bambini precipitati a Bologna, dopo una caduta nel vuoto. Ma alcune testimonianze potrebbero aggiungere dei tasselli interessanti
I due bambini precitati a Bologna erano fratelli e ancora adesso non si spiega la motivazione di una così folle tragedia. Uno è scivolato e l’altro è corso in suo aiuto? La testimonianza della vicina però potrebbe chiarire ogni dubbio.
La tragedia
I due fratellini di bologna avevano 11 e 4 anni – Benjamin e David Nathan – e sono caduti dall’ottavo piano del palazzo dove abitavano con i genitori e altri due fratellini più piccoli. Una famiglia di origine kenyota con regolare permesso di soggiorno e un lavoro, nonostante siano seguiti dagli assistenti sociali e gli venga passato un assegno con un sussidio per famiglie numerose.
Eitz Chabwore è il padre, portato in Questura per la ricostruzione dei fatti, che asserisce di essere stato in bagno a farsi la doccia durante quel tragico momento – tanto che sono stati i vicini di casa ad avvertilo. Ha confermato di averli sgridati perché non avevano restituito il denaro della spesa ma non crede che questo possa spingere due ragazzini a buttarsi dall’ottavo piano.
La mamma, Lilian Dadda era a lavoro e con lei c’erano anche i due figli più piccoli e ha appreso la notizia dalla Polizia poco dopo la tragedia: in Questura lei conferma che il marito fosse un padre amorevole, sempre presente e che non avrebbe mai fatto del male ai suoi bambini.
La testimonianza della vicina
I vicini di casa potrebbero essere dei testimoni molti importanti e sono in tanti ad evidenziare di non aver sentito urla prima del tonfo.
Come riporta il Corriere della Sera, una delle vicine di casa ha asserito di aver sentito due tonfi differenti che si dividevano tra loro di almeno mezzo minuto – senza urla. Una testimonianza che potrebbe cambiare l’ordine delle cose e che verrà confermata solo dopo l’autopsia, di cui oggi si verrà a scoprire la data di esecuzione.