Per la Brexit sembra proprio che non ci siano le condizioni ideali per una chiusura, con trattative che sono andate oltre il minimo sindacale.
A pochi giorni dalla fine dell’anno, la Brexit sembra non avere ancora le condizioni per essere concretizzata.
La telefonata tra Johnson e Von der Leyen
Una seconda telefonata che ha seguito quella di domenica, tra il Premier Johnson e Ursula Von der Leyen che hanno preso atto del fatto che non ci siano le condizioni ideali per una uscita.
Il Premier irlandese Michael Martin sostiene che un accordo di gestione post Brexit siano comunque al 50%. Nonostante questo sembra che la strada non porti mai a destinazione proprio per la distanza di ben tre dossier ad oggi molto critici.
L’ultimo passo per salvare l’accordo viene fatto dal Premier che ha deciso di volare a Bruxelles come da conferma delle fonti di Dowing Street, riportato anche da Repubblica:
“si recherà lì nei prossimi giorni”
Non ci sono date certe ma la probabilità si sposta sul 10 e 11 dicembre in vista del Consiglio Europeo.
Serebbe la prima sua visita da quando è diventato Premier, per questo motivo i media sono allerta e si chiedono come intenda risolvere questo nodo a pochi passi dal 31 dicembre. Un qualcosa di necessario che i giornalisti inglesi vedono come una “umiliazione” obbligatoria che si vuole uscire dall’Europa ma con un accordo.
Nei prossimi giorni si potrebbe assistere ad un ultimo tentativo del Premier con un fuori o dentro, col il Regno Unito che il 1° gennaio 2020 abbandonerà l’Europa.
La telefonata intercorsa tra Johnson e Von der Leyen non ha prodotto alcun risultato, se non la consapevolezza che non ci siano i mezzi per arrivare al tanto desiderato accordo:
“i nodi irrisolti sono sempre gli stessi ovvero la pesca, le norme sulla concorrenza e la governance”
Da mettere in regola prima di eventuali ripercussioni future.