Brucia l’Amazzonia, per lo più per mano di persone che desiderano disboscare. Abbiamo un record di roghi dal 2013. Ma non solo in Brasile, stesso ritornello in molti Stati sudamericani come ad esempio la Bolivia, dove addirittura è concesso bruciare per far spazio alle colture.
La foresta Amazzonica ha visto un incremento del disboscamento a livelli altissimi e non possiamo che dire che l’amazzonia Brucia. Nello scorso si sono registrati 39.759 incendi nell’Amazzonia brasiliana, mentre nel periodo che va da gennaio ad agosto 2019, ne sono stati registrati 73.000 incendi. Bolsonaro nega d’essere a favore e di dare il suo appoggio a chi disbosca, anche se nei fatti, la sua politica sovranista ha portato ad un fortissimo disboscamento. Da satellite possiamo vedere zone come il Mato Grosso, completamente coperte di fumo.
Gli incedi dell’Amazzonia si vedono dal satellite:
L’Amazzonia brucia e lo possiamo vedere dai satelliti, a causa del record negativo d’incendi. L’Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile Inpe, ha lanciato l’allarme, nonostante resti inascoltato per quanto riguarda quelli lanciati sul riscaldamento globale. Gli incendi sono così violenti da provocare blackout molto lunghi, come quello che ha colpito una delle principali città del Brasile, cioè San Paolo.
INPE ha rivelato grazie ai loro satelliti, un importante aumento degli incendi, si parla di un aumento dell’83% dei roghi, da gennaio ad agosto 2019. Abbiamo ben 73.000 incendi e si tratta del numero più alto dal 2013, mentre fino allo scorso anno avevamo un significativo calo.
L’INPE sfida Bolsonaro:
Il presidente ha fatto una bandiera della sua campagna elettorale, la possibilità di sfruttare le risorse dell’Amazzonia. Una volta arrivato al vertice del potere, ha licenziato il direttore dell’INPE, perché non ha accettato le critiche contro la sua politica che di fatto, rendeva legale il disboscamento selvaggio. Bolsonaro ha bollato i dati dell’ INPE e il riscaldamento globale come una fake news.