Il cambiamento climatico è in atto. In cima alla calotta polare della Groenlandia, a 3300 metri di quota, ieri si sono toccati i +4.7°C. Record assoluto per il mese estivo di agosto. Siamo oltre i 20 gradi sopra la normalità. Il ghiaccio sta scomparendo.
In Groenlandia, nel cuore del polo Artico, alla quota di 3202 metri, è stato registrato il picco di temperatura di “non ritorno” : +4.7°C, 20 gradi in più rispetto ai dati registrati in precedenza. Il ghiaccio si sta fondendo a ritmi sconcertanti.
Questo è decisamente uno degli anni più caldi e più particolari della storia: la particolarità sta proprio nel fatto che si sono raggiunte, in Groenlandia, 20 gradi sopra la media del mese di Agosto. Persino il Nord Europa è stato dunque influenzato dalle alte temperature.
Le temperature roventi favoriscono la fusione dei ghiacci
Il cambiamento climatico è nel vivo in questo momento storico: le temperature roventi stanno infatti velocizzando lo scioglimento dei ghiacci a ritmi di miliardi di tonnellate al giorno. I numeri sono chiari e spaventosi e tracciano uno scenario quasi apocalittico: dieci miliardi di tonnellate di acqua dolce stanno defluendo negli oceani nel giro di sole 24 ore, arrivando ad aggiungere 0,3 millimetri al loro livello.
È decisamente qualcosa di preoccupante, se si considera che in 365 giorni ( anno solare ) il livello degli oceani incrementa di 3,3 millimetri. Il fatto è che il cambiamento climatico rischia di far aumentare vertiginosamente il livello delle acque: l’Istituto Metereologico della Danimarca ha registrato un picco dello scioglimento dei ghiacci nel mese di Luglio pari a 197 miliardi di tonnellate, quando un solo miliardo di tonnellate corrisponde al contenuto di 400.000 piscine olimpioniche.
Il governo groenlandese è fermo
La cosa terrificante è che l’ondata di caldo non scomparirà da qui a breve, anzi: bisogna proprio sperare che scompaia. Nell’isola groenlandese, infatti, le giornate particolarmente soleggiate non faranno altro che favorire ulteriormente la fusione dei ghiacciai.
Molti si lamentano anche del fatto che siano le autorità a non comprendere davvero la portata di un problema che potrebbe, gradualmente, portarci alla distruzione della nostra unica casa, la Terra. Che cosa vogliamo ancora aspettare?