Il Presidente della Regione ha annunciato lo stop alla vaccinazione a causa di una mancanza di dosi. I dettagli.
L’emergenza per la diffusione del coronavirus in Campania prosegue e si acuizza. La situazione è in stallo da oggi 10 gennaio perché le scorte del vaccino Biontech-pfizer sono ormai terminate.
Campagna vaccinale ferma in Campania? Cosa sta accadendo
La situazione della campagna vaccinale sta tenendo banco nelle ultime ore in tutto il territorio nazionale con alcune aree di criticità maggiore. Una di queste è la Campania, da cui arriva un grido d’allarme proprio da Vincenzo De Luca.
“Questa sera le aziende si fermano per mancanza di vaccini.”
Così il presidente della Regione scrive al commissario Domenico Arcuri. Riporta le circostanze critiche della sanità.
Sottolinea come la regione sia arrivata nella giornata di ieri alla somministrazione di ben il 90% delle dosi ricevute, la percentuale più alta in Italia e di come il 10% rimanente si esaurisca nella giornata di oggi, lasciando senza alcuna riserva la Campagna.
De Luca è accorato, come nel suo stile, così non tace il disappunto per una ripartizione delle dosi vaccinali che ritiene iniqua.
C’è da ricordare che le uniche dosi rimaste in stoccaggio sono quelle previste per il secondo step delle vaccinazioni, che dovranno essere inoculate al personale sanitario a distanza di 21 giorni dalla prima somministrazione.
L’appello del presidente De Luca
La preoccupazione è molta e aumenta ad ogni ritardo, ad ogni dilazione delle tempistiche che velocizza la crisi in moltissimi ambiti cruciali: dalla sanità all’istruzione, dall’economia alla socialità.
Così l’appello di De Luca ad Arcuri è quasi un richiamo e racchiude in sé tutta la criticità del momento: il timore che i tempi stabiliti, ossia l’arrivo delle nuove dosi per martedì prossimo, possano essere disattesi con il prospettarsi di sviluppi futuri non proprio rosei.
Infine ribadisce le difficoltà di somministrazione anche sotto il profilo meramente organizzativo: il personale è ridotto, sottodimensionato rispetto alle esigenze di una programmazione che mira a vaccinare tutto il personale sanitario entro la fine del 2021. La richiesta è che venga rinfoltito.
Parole pregne di urgenza nell’urgenza, nell’eccezionalità di una quotidiana convivenza con un nemico invisibile.