Si apre la requisitoria per il caso Cucchi ed emergono le sue parole aggiancchianti, dopo il pestaggio da parte dei militari. Ecco gli aggiornamenti
Per il caso Cucchi il processo c’è già stato, con la pronuncia delle sentenze ma oggi si apre la requisitorio nel processo bis.
La requisitoria nel processo Bis
Il Pm Giovanni Musarò apre la requisitoria nel processo bis, sulla morte del giovane ragazzo di 31 anni avvenuta il 22 ottobre del 2009. Gli imputati sono tre Carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale.
Si parla quindi del grande meccanismo di depistaggio, che in tutti questi anni ha sviato l’attenzione per non arrivare ai militari dell’arma coinvolti nella faccenda portando come imputati tre agenti penitenziari e i medici dell’Ospedale Sandro Pertini.
Proprio lì il ragazzo è deceduto a seguito delle percosse violente mentre lo arrestavano:
“non possiamo fare finta che non sia successo nulla, questo processo è frutto di un depistaggio”
Inziato secondo il Pm con un verbale d’arresto falsificato:
“non è prassi che gli imputati siedano al banco dei testimoni e viceversa”
Evidenzia quindi l’intenzione vera e propria di depistare le indagini e il processo, che comincia già dal 15 ottobre 2009.
Le terribili parole di Stefano Cucchi
Facendo un passo indietro sino al 2014, si evince che gli imputati erano due come autori del pestaggio contro il ragazzo. Luigi Lainà – detenuto – aveva ascoltato le parole di Stefano nell’infermeria del Carcere di Regina Coeli:
“sono stato picchiato da due carabinieri. si sono proprio divertiti”
La sua testimonianza però non ha mai avuto il peso giusto, fino a quando il militare Casamassima ha dato una svolta a tutte le indagini del momento. Lui ha assistito infatti allo sfogo del maresciallo Mandolini:
“è successo un casino, hanno arrestato uno e l’hanno massacrato. Stavano cercando di scaricare la colpa alla penitenziaria ma non sapevano come fare”