Il caso Mario Bozzoli è anch’essa condita da molti lati misteriosi con una scomparsa e due indagati. Ma la Procura ha chiuso il caso: ecco cosa ha deciso
Il caso di Mario Bozzoli non aveva sconvolto solo la famiglia ma anche l’opinione pubblica, per questa scomparsa particolare che si è tinta di giallo sin dall’inizio.
La scomparsa di Bozzoli
Era l’8 ottobre 2015 quando l’imprenditore è stato visto per l’ultima volta all’interno dell’azienda di famiglia – una fonderia – mentre chiamava la moglie per avvertire che stava rientrando a casa.
Ma di lui, da quel momento, sparisce ogni traccia: secondo gli investigatori l’uomo è stato ucciso per poi far scomparire il corpo in uno dei forni della fonderia.
Nonostante tutto però, dagli esami effettuati sugli scarti non sono emersi elementi che potessero ricondurre al corpo della vittima. Per questo l’idea dell’omicidio permane ma con il disfacimento del corpo in altra maniera.
Un altro fatto molto strano è l‘avvelenamento da cianuro di Ghirardini, trovato in un bosco una settimana dopo la scomparsa dell’imprenditore.
Una coincidenza molto strana, per la quale i familiari non credono all’ipotesi di suicidio – ma omicidio perché – forse – aveva visto o sentito “troppo”.
La decisione della Procura
Nella serata di ieri sono state chiuse definitivamente le indagini in merito alla scomparsa dell’imprenditore. La Procura generale di Brescia ha accusato Alex e Giacomo Bozzoli di omicidio dello zio.
Pier Luigi Maria Dell’Osso – Procuratore Generale – ha firmato la chiusura dell’indagine e mandato avanti l’accusa. Inoltre, due operai della fonderia sono stati indagati per favoreggiamento.