Cassa Integrazione 2020, viene prorogata sino al mese di ottobre. Vediamo insieme come funziona e tutte le novità su questo tema caldo.
Della Cassa Integrazione se ne parla molto negli ultimi tempi: si tratta di un tema “caldo” viste le gravi ripercussioni sul mondo del lavoro causate dall’emergenza coronavirus.
La Cassa Integrazione Guadagni, CIG, è un ammortizzatore sociale previsto per le imprese colpite da particolari situazioni di crisi ed è finalizzata a garantire al lavoratore l’erogazione di una parte di retribuzione.
Il Governo Conte, con il decreto economico n. 18 del 17 marzo 2020, ha esteso l’accesso alla cassa integrazione in deroga anche alle PMI.
L’INPS eroga in favore dei lavoratori di aziende in fase di crisi un sussidio economico a titolo di retribuzione in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa.
Cassa Integrazione 2020 in ritardo: l’INPS spiega il perché?
In molte regioni la Cassa Integrazione 2020 non è ancora arrivata: diverse sono le aziende e i contribuenti che sono ancora in attesa di un riscontro per quanto riguarda il riconoscimento della cassa integrazione.
L’INPS, dinanzi al malcontento delle aziende e dei lavoratori, ha chiarito da subito che eventuali ritardi non sono da attribuire ad esso.
La “colpa” del ritardo è da attribuire alle Regioni, che non hanno trasmesso le richieste all’Inps (o comunque non l’hanno fatto in tempo).
Cassa Integrazione 2020: le novità nel Decreto Rilancio
Il Decreto Rilancio approvato e pubblicato in Gazzetta ufficiale dispone che le aziende potranno chiedere altre 5 settimane di ammortizzatori entro il 30 agosto e le successive quattro solo dall’1 settembre.
C’è un problema sottolinea Vincenzo Silvestri, consigliere nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro:
“La stragrande maggioranza delle aziende, che ha iniziato la cassa a marzo, ha finito le prime nove settimane già ora.
Chiedendone subito altre cinque, finirà anche quelle poco dopo la metà di giugno”.
Per presentare la nuova domanda si dovrà attendere il mese di settembre. Le aziende dovranno comunque pagare i propri dipendenti visto che i licenziamenti sono stati bloccati.
L’unica deroga è prevista per le aziende dei settori del turismo, fiere, congressi e spettacolo, alle quali sarà consentito chiedere altre quattro settimane anche prima della fine di agosto.